La storia sconosciuta del sostegno dato dalle suore ai cattolici LGBT
Articolo di Francis DeBernardo e Robert Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 5 gennaio 2018, libera traduzione di Innocenzo
Suor Jeannine Gramick*, la co-fondatrice di New Ways Ministry, in un articolo scritto per il portale delle suore americane “Global Sisters Report“** del National Catholic Reporter, racconta una storia sulla pastorale cattolica con le lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) che deve essere raccontata, ri-raccontata e ricordata di nuovo, ovvero di come le suore cattoliche sono state le sostenitrice più forti delle persone LGBT, tra tutti gli ordini religiosi della chiesa istituzionale.
Suor Jeannine essendo stata coinvolta nelle problematiche dei cattolici LGBT, per 47 anni, ha una prospettiva che pochi nella chiesa hanno su questi temi. Sulla base delle sue esperienze e delle sue osservazioni sulle iniziative con le persone LGBT, sottoscrive ciò che gli ha detto recentemente una pastora lesbica protestante: “Sapevo che le suore erano dalla nostra parte!”
Il sostegno delle suore cattoliche alle persone LGBT deve essere sottolineato più e più volte perché c’è una grande pregiudizio sulle suore, basato su uno stereotipo molto presente sui media, ovvero che esse siano rigide e repressive. Sicuramente non è vero. Vorrei che l’immagine delle suore come persone compassionevoli e alla ricerca della giustizia sostituisca ben presto questa immagine vecchia e poco realistica che ancora si perpetua.
Nel suo articolo suor Jeannine nota che, nel 1971, il suo inizio con la pastorale per le persone LGBT fu possibile solo perché le suore della sua comunità la guidarono e la sostennero:
“Il mio ministero LGBT non è certamente “mio“. Appartiene “alle mie consorelle“. I miei capi di congregazione avevano visione, immaginazione e lungimiranza. Erano lettori, pensatori e donne d’azione che attingevano a bisogni che erano stati trascurati troppo a lungo dalla nostra chiesa cattolica. Dagli anni ’70, tre successivi dirigenti provinciali dell’ordine delle School Sisters of Notre Dame mi assegnarono un ministero pastorale per le persone omosessuali. (A quel tempo, non c’era discussione o consapevolezza delle questioni transgender nella comunità cattolica)”.
E le sorelle l’hanno supportata anche quando questo impegno è stato “fonte di critiche”:
“Erano donne forti che non si tiravano indietro di fronte alle numerose sollecitazioni dei laici cattolici e di alcuni vescovi e cardinali. A quei tempi, i cattolici non accettavano le persone omosessuali come oggi. Il Vaticano ha presentato, nel tempo, tre richieste di indagini interne su questo impegno pastorale, ma tutti le responsabili provinciali e le tre Superiore generali del mio ordine hanno continuato a sostenere questo nuovo ministero”.
Il sostegno delle suore alle persone LGBT è stato visibile in una varietà di iniziative pubbliche, al di là del ministero pastorale che Suor Jeannine ha condotto. Lei riporta alcuni esempi importanti:
“La prima organizzazione cattolica a sostenere le persone omosessuali è stata la National Coalition of American Nuns (Coalizione Nazionale delle suore Americane). Il consiglio di questo piccolo gruppo di suore ha pubblicamente chiesto i diritti civili per le persone omosessuali già nel 1974. L’organizzazione ha anche sostenuto pubblicamente il diritto delle coppie omosessuali di sposarsi e si è espressa contro il bullismo sulle persone LGBT”.
“Dalla fine degli anni ’90, le suore hanno fatto pastorale con le persone transgender, guarendo gli spiriti e salvando tante vite umane. Membri di diverse congregazioni tra cui i Missionari Eucaristici di San Domenico, i Domenicani di Racine, le Suore Domenicane della Pace e le Suore di San Giuseppe di Carondelet hanno accompagnato le persone transgender e le loro famiglie in questo sacro viaggio. Attraverso un ministero di presenza e accompagnamento, le suore hanno accolto le persone transgender nelle loro vite e in cambio sono state accolte. Il messaggio fondamentale delle sorelle è che Dio li ama per quello che sono”.
“Il sostegno delle mie sorelle non è stato solo a livello privato. L’anno scorso, un insegnante cattolica a San Francisco ha rivelato di essere una persona transgender e ha avuto il sostegno pubblico delle Sorelle della Misericordia che gestivano la sua scuola superiore. Poco dopo le suore di S. Agnese a Fond du Lac, nel Wisconsin, hanno organizzarono una veglia di preghiera pubblica dopo la terribile sparatoria avvenuta in un night club per persone LGBT ad Orlando. Sei mesi dopo, le Suore della Congregazione di Maria del Carmelo in India hanno offerto una casa per una scuola riservata alle persone transgender allontanate dalla famiglia, per aiutarle a superare il trauma psicologico che hanno vissuto”.
“Tante religiose, in questi anni, hanno ricordato la bontà degli studenti LGBT o delle persone messe ai margini. Le suore hanno aperto le loro case madri e i loro luoghi di ritiro spirituale ai ritiri LGBT. Molte hanno firmato petizioni, fatto dimostrazioni o scritto lettere di reclamo ogni qual volta le persone LGBT sono state licenziate dalle istituzioni cattoliche. Alcune hanno marciato per solidarietà nelle sfilate dell’orgoglio gay. Le suore che hanno fatto parte della lotta per i diritti delle persone LGBT, nel passato e oggi, sono i loro alleati. Questa conferenza mi ha reso consapevole che le suore danno alle persone LGBT molta speranza per il futuro”.
L’elenco potrebbe continuare all’infinito, e dovrebbe includere anche le indagini vaticane sulla Leadership Conference of Women Religious (Conferenza dei responsabili delle donne consacrate americane), indagini che erano partite, in parte, anche per il sostegno dato dalle suore americane alle persone LGBT.
La storia dell’impegno delle suore per la giustizia verso le persone LGBT non è sorprendente se si comprende che la motivazione di gran parte del ministero pastorale delle donne consacrate è la relazione e l’incontro, non l’autorità e la tradizione restrittiva. Le religiose sviluppano i loro programmi pastorali in base a chi incontrano e a chi entra in dialogo con loro. Suor Jeannine illustra questo concetto con la storia di Suor Mary Zollman che ebbe una discussione con un vescovo sull’omosessualità, in cui le venne detto che l’omosessualità “intrinsecamente disordinata” era una legge naturale. Suor Zollman riflettendo su quel momento raccontava che:
“Mi sono ritrovata a toccare il dolore e l’alienazione. Nel mio cuore, ho visto le facce di uomini e donne che conosco, il cui orientamento sessuale è omosessuale, che vivono con compassione, desiderosi giustamente di un ritorno di compassione e di giustizia da parte della chiesa che amano. … Intorno al tavolo degli incontri (con le gerarchie), ero costretta a parlare per loro conto, per raccontare la storia della bellezza delle loro relazioni e per offrire un’alternativa all’etica della sessualità”.
Il ministero pastorale di vicinanza e e sostegno delle suore con le persone LGBT racconta da tempo il nuovo paradigma pastorale dell’incontro e del dialogo che papa Francesco sta cercando di inaugurare nella chiesa. Le gerarchia della Chiesa cattolica puo imparare molto dalla ricchezza delle esperienze che le religiose hanno nell’accoglienza delle persone LGBT e nella testimonianza della giustizia per loro.
Suor Jeannine sottolinea nella sua esperienza che le suore sono state una parte importante della storia del sostegno al cammino dei cattolici LGBT. Per tutto quello che hanno fatto, continuano a fare e faranno, un sentito ringraziamento va fatto a tutte loro.
* Jeannine Gramick è una suora dell’ordine di Loretto ed è stata coinvolta in un ministero pastorale per cattolici gay e lesbiche dal 1971. Ha co-fondato il New Ways Ministry ed è stata coordinatrice esecutiva della National Coalition of American Nuns dal 2003.
** Il Global Sisters Report è una fonte d’informazione indipendente e senza scopo di lucro di notizie ed informazioni sulle suore cattoliche e le questioni critiche che devono affrontare le persone che accompagnano, la rete di giornalisti racconta le loro vite e le loro opere e le suore offrono il loro punto di vista. E’ un progetto dell’editrice del settimanale cattolico National Catholic Reporter.