Out. Viaggio nell’intolleranza polacca verso le persone LGBT
Articolo di Sean O’Hagan pubblicato sul sito del The Guardian (Stati Uniti) il 15 gennaio 2018, libera traduzione di Andrea Shanghai
“OUT: LGBTQ Poland“ (di Maciek Nabrdalik, Editore The New Press, 2017, 160 pagine) è un libro di ritratti e testimonianze sulla comunita’ LGBTQ polacca che analizza a fondo il connubio fra bigottismo conservatore e intolleranza in Polonia.
Nel 2015 Andrzej Duda, da poco eletto presidente della Polonia, annunciò di essere contrario al matrimonio omosessuale e, alla domanda se avrebbe mai assunto impiegati gay nel proprio ufficio, rispose: “non posso immaginare ragazzi mezzi nudi muoversi nel palazzo della cancelleria”. Suo padre, il professore Tadeusz Duda, ha affermato che l’omosessualità e’ una malattia congenita e che lo stato dovrebbe fare tutto il possibile per prevenirla.
Nella sua illuminante introduzione al libro, il giornalista Robert Rient rievoca il contesto culturale e storico in cui si sono sviluppate queste opinioni in Polonia. “Il palese disprezzo per le persone non eterosessuali”, scrive, “nasce in Polonia come il prodotto di una cultura medievale e patriarcale rafforzata dallo Stato e dalla Chiesa Cattolica, della quale fanno parte la maggior parte dei polacchi. E’ una cultura nella quale lo sciovinismo e la misoginia, e quindi di conseguenza l’omofobia e la transfobia, prosperano.”
Nonostante queste premesse, quando il fotografo Maciek Nabrdalik iniziò a documentare la vita della comunita’ LGBTQ in Polonia, era “decisamente ottimista”, poiche’ vi erano gay pride, laboratori e club in tutte le maggiori città polacche. Superficialmente sembrava che la Polonia avesse fatto un lungo cammino nella trentina di anni che la separavano dall’Operazione Hyacinth, avvenuta nella meta’ degli anni ottanta, quando la polizia di stato perquisì case, scuole e uffici allo scopo di arrestare persone sospettate di essere omosessuali. Circa 11 mila persone vennero arrestate e registrate egli venne data la possibilità di rinunciare alla propria sessualita’ o di essere costretti a essere identificati da una cosidetta “Carta d’Identita’ Omosessuale”.
Durante i suoi viaggi nelle zone extra urbane polacche, l’ottimismo di Nabrdalik era pero’ destinato a estinguersi rapidamente. Si imbattè in una nazione in cui i vecchi pregiudizi avevano trovato nuovo fiato, spinti dal crescente populismo di destra tipico di questi tempi turbolenti. “Piu’ viaggiavo nelle campagne”, ricorda, “e piu’ vedevo l’arcobaleno affievolirsi”. Il libro nato da questa ricerca è un’interessante risposta a una nuova Polonia che, sotto la superficie, è molto simile a quella vecchia.
La risposta creativa di Nabrdalik è semplice ed efficace: ritratti monocromi dei suoi soggetti sono affiancati dalle loro testimonianze personali. Ispirati dal formato delle fototessere dei passaporti, prova dell’identita’ di un individuo e della sua cittadinanza,
I vari ritratti virano su diverse tonalita’ di grigio in modo da riflettere “quanto quella persona fosse a proprio agio nel rivelare la propria sessualità in pubblico”.
Gia’ solo il livello delle gradazioni di grigio è molto eloquente, ma sono piuttosto le testimonianze a illustrare direttamente il profondo e perdurante conservatorismo polacco. Tutti I resoconti personali sono qui espressi in maniera concreta, il che non fa che aumentarne l’intensita’.
Spesso familiari e amici si sono dimostrati comprensivi, tuttavia il peso di vivere come “altri” in una societa’ profondamente ortodossa è sempre ben presente, talvolta in modo molto doloroso. “Mi chiedo come mai mi preoccupi tanto dell’opinione di persone che non conosco, come i miei vicini per esempio, che incontro quando porto fuori il cane,” dice eloquentemente una delle ragazze più giovani.
Nel 2011 Anna Grodzka e’ diventata la prima transessuale a sedere nel parlamento polacco e Robert Biedroń il primo gay dichiarato a diventare deputato, sebbene da quel giorno sia stato ripetutamente bersaglio di insulti e attacchi omofobici. Il libro OUT è perciò il ritratto di una nazione profondamente conservatrice, nella quale le differenze sessuali sono tuttora viste con sospetto e con una crescente ostilità. Ma è allo stesso tempo un libro che contiene una pò di speranza e riporta alla mente l’Irlanda, un altro paese cattolico, molto conservatore, che però nel 2015 divenne la prima nazione a legalizzare il matrimonio gay attraverso il voto popolare.
Su queste basi, ci vorra’ molto tempo prima che la Polonia possa seguire l’esempio irlandese, tuttavia Nabrdalik conclude: “I sentimenti e le paure di queste persone non sono esclusivamente loro; sono anche Ie nostre.”
Testo originale: OUT: LGBTQ Poland by Maciek Nabrdalik review – Poles apart