La cattedra di Mosè. Le parole della Bibbia
Articolo di Annamaria Fabri pubblicato su Castello7, lettera settimanale ai parrocchiani, anno 26, n.3 del 5 novembre 2017
«Sulla Cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei…». La parola greca “kathedra”, indica un sedile elevato. Un sedile da cui il «rabbì» insegnava ai suoi discepoli che, non dobbiamo dimenticare, stavano tutti seduti in terra intorno a lui (vedi Matteo 5,1ss).
Rabbì, viene in genere tradotto con “maestro“, ma di fatto il rabbì non era un maestro nel senso cattedratico del temine, ma un vero e proprio leader, come diciamo oggi. Il discepolo non solo stava “ai suoi piedi” per imparare, ma era anche al suo servizio per aiutarlo e imitarne la vita. Il verbo che indica il comportamento del discepolo nei confronti del maestro è infatti “seguire”, che è molto di più dell’ascoltare e dell’imparare.
In ogni sinagoga (=luogo dove ci si riunisce) esisteva ai tempi di Gesù un sedile in genere di pietra o marmo e dotato di braccioli dove sedeva il rabbì ed era chiamato “cattedra di Mosè” perché si voleva affermare il legame dell’insegnamento dei rabbini farisei con la Legge di Mosè. In questo modo si comprende a che cosa alludano le parole del vangelo.
Oggi come allora molti si propongono come maestri e padri alla ricerca di seguaci per poterli forgiare a propria immagine e somiglianza e così sfruttarli e adoperarli: possedere la mente di un altro (anche uno solo ed anche se si tratta di un proprio figlio) dona la sensazione del potere. Così pure avere dei discepoli diventa in qualche modo un segno di distinzione sociale.
Molti altri poi scelgono un maestro o un padre da cui dipendere perché questo è ancora oggi un modo tranquillo per affrontare la vita. Seguire il pensiero di un altro, ritenuto “maestro”, specialmente se pensa e insegna cose che non richiedono sforzi particolari, come aderire acriticamente a chi si serve esclusivamente di slogan brevi e ripetitivi, dispensa dalla difficoltà della scelta, toglie le responsabilità e libera dalla fatica. Obbedire è molto spesso più facile che essere liberi!