La transizione di mia sorella Regina. Da uomo a donna resta sempre l’amore
Intervista di Lidia Borghi, gruppo Bethel di Genova, 1 giugno 2011
Maria frequenta il gruppo Bethel di persone LGBT credenti (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali) liguri da molti mesi. La sua presenza discreta conferisce un valore aggiunto alla compagine messa su da don Piero.
Sua sorella, Regina, ha affrontato la transizione di genere fino in fondo ed oggi è donna a tutti gli effetti, nel fisico e a livello giuridico. Non è stato facile, per i famigliari della donna, accettare la realtà.
Maria nacque in Sicilia da genitori emigranti. Il fulcro della sua numerosa famiglia era costituito da una madre credente che, tutte le sere, invitava figlie e figli a recitare il rosario con lei.
Se oggi Maria ha un rapporto sereno anche con Regina, lo deve agli insegnamenti di quella madre, che educò le tre femmine ed i cinque maschi che aveva messo al mondo a restare uniti e a volersi bene sempre.
Alessandro e Mauro, i fratelli più giovani, nacquero con parto gemellare. Il primo morì ancor giovane per una dose tagliata male di eroina.
Il secondo intraprese, all’età di venticinque anni, la trasformazione fisica che lo avrebbe portato, di li a qualche anno, ad essere ciò che sentiva dentro, una femmina: «Tutto inizia lentamente – ricorda Maria – facendosi rifare prima il seno e, poi, ad intervenire con la chirurgia per i fianchi e i glutei. Lui diventa una lei ed avviene così una trasformazione fisica, capelli biondi, tacchi a spillo, vestiti aderenti e corti che sottolineano maggiormente seno e glutei».
Maria rammenta anche di aver vissuto la transizione di genere di Mauro come una profonda lacerazione, soprattutto a causa del disagio e della vergogna che le causavano le dicerie del vicinato.
Poi il tempo, in modo lento ma inesorabile, curò sia le ferite del cuore che quelle del fisico e Mauro divenne Regina, la quale si trasferì a Viareggio «per non creare disagi alla famiglia – continua Maria – e lì ha iniziato una battaglia contro l’omofobia e lo sfruttamento verso le transessuali soprattutto brasiliane (Regina è ora vice presidente nazionale dell’associazione TransGenere – Movimento di Identità Transessuale. n.d.a.) diventando la presidente di un consultorio voluto dalla regione Toscana per le persone che devono (…) prepararsi ad una trasformazione».
Maria ama Regina. La conclusione della sua testimonianza è di grande speranza, nonostante lo stigma sociale cui la sorella è sottoposta: «Ho sempre cercato di non giudicarla (…), facendole sempre sentire il mio amore senza condannarla, c’è già un mondo che la condannerà».