E’ morto Nicolosi, il fondatore della terapia riparativa che ha ferito tante persone LGBT
Riflessioni di Jonathan Merritt pubblicate sul sito RNS, Religion News Service (USA), il 10 marzo 2017, libera traduzione di Innocenzo
Quando ho saputo che era morto Joseph Nicolosi, il fondatore della terapia che vuole curare l’omosessualità, la mia prima risposta è stata “Grazie a Dio“. Ma non intendevo dire “grazie a Dio ora è in un posto migliore“, ma piuttosto “grazie a Dio ora non è piu in giro a distruggere le vite di altre persone gay e lesbiche“. Non ritengo che questa sia stata la mia risposta migliore, ne la più giusta. Non sono nemmeno orgoglioso di condividerla con voi, ma questo era quello che sentivo in me, ne più, ne meno.
Se non hai familiarità con la “terapia per curare i gay“, devi sapere che è un approccio terapeutico basato sul presupposto che l’orientamento sessuale può essere cambiato, cioè che gli omosessuali possono essere curati e che considera l’omosessualità come un disturbo della personalità, una terapia conosciuta anche col nome di “terapia riparativa” o “terapia di conversione“.
I resoconti su ciò che questa “terapia” propone, da parte di chi l’ha subita, variano ampiamente. In passato, venivano usati elettroshock o droghe che inducevano la nausea, al fine di far associare il dolore agli stimoli erotici verso lo stesso sesso. Alcune tecniche prevedevano la “terapia nuda ” in cui i pazienti venivano privati dei loro vestiti. E alcuni pazienti, tra cui uno con cui ho parlato di recente, sono stati incoraggiati a guardare la pornografia eterosessuale. A causa della natura scandalosa di queste pratiche, la maggior parte dei terapeuti che “curano” gli omosessuali afferma, oggi, di utilizzare principalmente la terapia del dialogo. Ma, a quanto pare, questo è solo uno sviluppo positivo davvero marginalmente.
Come numerosi studi hanno dimostrato, la “terapia riparativa” semplicemente non funziona. È così terribilmente inefficace che la più più grande associazione di ex-gay, Exodus International, ha chiuso dopo aver ammesso che il 99,9 per cento dei suo aderenti, che l’hanno praticata, non ha sperimentato un cambiamento nel suo orientamento.
Altri gruppi attivi nel promuovere la “terapia riparativa” come Focus on the Family, hanno invece spostato la loro attenzione su altre temi. La principale ricerca utilizzata come supporto per la “terapia riparativa” era stata condotta da Robert L. Spitzer, che in seguito si è scusato e ha ammesso che i suoi dati erano contaminati, inaffidabili e male interpretati. Di conseguenza, meno di un quarto degli americani crede che questacterapia funzioni.
Il vero problema con la “terapia” di Nicolosi non è la sua inefficacia, ma il fatto che è nociva per le persone. Tra i pazienti è stato dimostrato che crea livelli elevati di ansia, di angoscia, di depressione e tendenze suicide. Ogni importante associazione medica ha ripudiato questa pratica e alcuni stati degli Stati uniti l’hanno dichiarata illegale per i minori. Le storie dell’orrore raccontate dai suoi ex pazienti sono numerose e così tristi che sono difficili da leggere a lungo.
Persino la maggior parte dei cristiani conservatori ha abbandonato il loro sostegno alla “terapia riparativa”, ma in qualche modo Nicolosi non li ha seguiti. Ha continuato a promuovere il suo lavoro come uno dei pochi che la praticano.
Tuttavia, non posso allegrarmi della morte di Nicolosi, invece avrei voluto che fosse vissuto abbastanza a lungo da dover chiudere la sua clinica, rinnegare il suo lavoro e scusarsi con le innumerevoli persone che ha danneggiato.
Mi dispiace per tutti i membri della sua famiglia e gli amici, che senza dubbio perdono una persona che amavano. So che soffrono e prego che Dio li accompagni nel loro lutto. Ma non mi dispiace che Joseph Nicolosi non tragga più profitto dal praticare la sua pseudoscienza.
Non mi dispiace che non sarà più in grado di diffondere la falsa speranza che le persone omosessuali possono cancellare la loro attrazione omosessuale attraverso qualche speciale tipo di consulenza.
E non mi dispiace che non sarà più in grado di seminare disperazione e dolore tra i giovani LGBT, contribuendo alla loro sproporzionata depressione e spingendoli al suicidio.
I cristiani credono che alla morte finiamo circondati in eterno dai nostri fedeli antenati alla presenza di Dio. I cristiani parlano di questo posto come del paradiso. Immagino che quando Nicolosi è morto mercoledì (8 marzo 2017) ed entrato nell’eternità, sarà rimasto scioccato nel trovare anche lì le persone LGBT. Molti di loro, immagino, sono entrati in quel regno eterno prematuramente, proprio a causa dei suoi messaggi. Ora avrà tutto il tempo per scusarsi con loro.
Non credo che Nicolosi fosse un uomo malvagio, ma è innegabile affermare che ha contribuire a perpetuare uno dei più grandi mali che sono fatti alle persone omosessuali, nell’ultimo mezzo secolo, dalla comunità cristiana.
Su Facebook, sua moglie ha scritto: “Nicolosi aveva sempre sperato che qualcuno raccogliese la sua eredità, come il creatore della terapia riparativa che questa potesse continuare“. Io spero di no. Spero che ora scomparirà anche questa terapia dalla nostra terra. Spero che accada presto.
Testo originale: Ex-gay pioneer Joseph Nicolosi is dead. That’s good news for LGBT people he hurt