La vocazione dell’uomo alla libertà
Riflessioni di Laurent Gagnebin* pubblicate sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 12 settembre 2014, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Questa parola figura nel titolo del nostro mensile. Lo ritroviamo nello spazio consacrato ai nostri principî (penultima pagina), in cui affermiamo “la vocazione dell’uomo alla libertà”. Ogni credente dovrebbe poter dire la stessa cosa. Di fatto, però, abbiamo paura della libertà, che disturba il nostro comfort e la nostra sicurezza, che ci destabilizza: essa ci invita a una responsabilità esigente e audace. Lo sappiamo tutti ed è vero in tutte le religioni: il dogmatismo è rassicurante, costituisce un’armatura e uno scudo che proteggono, ma al tempo stesso è un ostacolo e un freno. Il dogmatismo ci permette di risparmiarci una riflessione autenticamente innovatrice. Si tratta quindi di “pensare e credere in totale libertà”, come ci invita lo slogan del nostro giornale. La libertà non è il cammino più facile, e non è una cosa così evidente. Ecco la ragione per la quale il filosofo Nikolaj Berdjaev (1874-1948), di confessione ortodossa e appassionatamente liberale, amava dire che la libertà non è tanto un diritto, quanto un dovere. La vocazione dell’uomo alla libertà è una invenzione creativa (religiosa, sociale, artistica…) suscettibile di sorprendere persino… Dio.
A Évangile et liberté ci teniamo a promuovere una fede personale e non semplicemente ereditata; preferiamo i rischi della libertà a quelli dell’autorità. Non ne vogliamo sapere di infallibilità, né biblica, né ecclesiale, né pontificia. Noi siamo il contrario della battuta di quello scrittore a cui si domandò una volta a cosa credesse: questi rispose “Andatelo a chiedere a Roma”. Andatelo a chiedere a Lutero, a Zwingli, a Calvino… Alexandre Vinet (1797-1847) scrisse: “Chi non ama la libertà religiosa, non ne ama in realtà nessuna”.
* Laurent Gagnebin è stato pastore della Chiesa Protestante Unita di Francia a Parigi, poi professore all’Istituto Protestante di Teologia (facoltà di Parigi). È stato presidente dell’Associazione Évangile et Liberté e, per dieci anni,
direttore di redazione del medesimo mensile.