Chi è mio fratello? Quando per essere respinti basta sembrare ‘diversi’
Riflessioni di Franca Di Lecce e Dafne Marzoli*, settimanale Riforma n.23, 10 giugno 2011, pag.3
(…) I rifugiati non scelgono di lasciare il proprio Paese, la propria casa, i propri affetti, il proprio lavoro.
Sono persone costrette a fuggire e ad abbandonare tutto perché la loro vita e la loro libertà sono in pericolo. Fuggono da guerre, persecuzioni, violenze, catastrofi naturali.
Alcuni di loro, dopo aver affrontato viaggi lunghi e rischiosi, in cui l’unica certezza è l’incognita dell’arrivo, trovano la forza per raccontare la propria storia e ricominciare una nuova vita in un altro Paese.
Secondo gli ultimi dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati nel mondo a fine 2009 erano circa 43.3 milioni le persone in fuga, il numero più alto registrato dalla metà degli anni ’90.
Le guerre in corso e i numerosi conflitti nel mondo costringono sempre più persone a cercare una via di fuga, ma solo una piccola parte arriva fino ai paesi industrializzati.
La maggior parte rimane all’interno del paese d’origine o in quelli limitrofi: l’Africa e l’Asia sono le regioni che accolgono il maggior numero di rifugiati nel mondo.
In Italia oggi ci sono circa 55.000 rifugiati riconosciuti. Il diritto di asilo è garantito dall’art. 10 della Costituzione italiana che recita «lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica».
Tuttavia finora in Italia – unico caso in tutta l’Unione Europea – continua a mancare una legge organica su questa materia che dia attuazione al dettato costituzionale.
Le difficoltà che le persone in cerca di protezione incontrano nel nostro Paese sono molteplici passando dall’effettiva possibilità di presentare la domanda di asilo al complesso percorso di integrazione, che spesso diventa una sorta di percorso ad ostacoli.
Negli ultimi due anni in Italia vi è stato un sensibile e consistente calo nelle domande di asilo: circa 8200 nel 2010 e 17600 nel 2009.
Questa situazione va ricondotta alla brutale politica dei rinvii forzati in Libia, inaugurata dal governo italiano nel 2009 in seguito agli accordi di cooperazione con la Libia.
Preghiera a Lampedusa*
O Dio noi ti incontriamo negli occhi delle nostre sorelle
e dei nostri fratelli strappati dalle loro radici
che arrivano a Lampedusa e bussano alle nostre porte
per essere ammessi nelle nostre nazioni prospere e benestanti.
Noi ti chiediamo di proteggerli durante il loro pericoloso viaggio
essi che attraversano il mare su delle carrette vecchie e fragili o arrivano
nascosti in camion senz’aria, senz’acqua, senza luce.
O Signore, tu solo conosci la loro disperazione
e tu solo conosci le loro speranze.
O Dio noi preghiamo per i loro paesi,
paesi che sono stati sfruttati dalla nostra economia
e che ora sono piagati dalla guerra, dalla carestia, dalla povertà
e da altri mali che noi cerchiamo di minimizzare.
Noi preghiamo che queste terre, ora depresse e senza speranza,
possano fiorire di nuovo
e di nuovo possano nutrire i loro figli e le loro figlie.
O Dio, noi preghiamo per noi stessi.
Aiutaci a vedere ciò che non abbiamo visto
o che forse non abbiamo voluto vedere.
Aiutaci a capire che la nostra famiglia umana è una unica famiglia,
che le nostre speranze e le nostre paure sono ovunque le stesse,
che quello che tu ci doni è per tutti i tuoi figli e non per qualcuno
soltanto.
Aiutaci, o Signore, ad aprire i nostri cuori
alle sorelle ed ai fratelli migranti
che portano con loro la luce del tuo amore.
Te lo chiediamo nel nome di Gesù. Amen
* Essere chiesa insieme, preghiera pubblicata sul sito della Chiesa Riformata degli Usa