Negli Stati Uniti sempre più parrocchie cattoliche partecipano al Pride per una piena inclusione dei cattolici LGBT
Articolo di Lindsay Hueston e Robert Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 14 luglio 2018 , libera traduzione di Innocenzo
Ogni giugno (negli Stati Uniti) le parate del Pride sono un momento in cui viene celebrata la comunità LGBTQ e la lotta per l’uguaglianza. Quest’anno un numero crescente di parrocchie cattoliche ha aderito alle celebrazioni del Pride, cosa che non ha mancato di scatenare polemiche in alcuni ambienti cattolici.
A Lexington, nel Kentucky, la parrocchia cattolica di St. Paul ha appeso uno striscione inclusivo con una bandiera arcobaleno che recitava “Cattolici LGBTQ+, famiglie, amici e sostenitori. Tutti sono benvenuti“. La parrocchia si ha collaborato con Fortunate Families (ndr l’associazione USA di famiglie cattoliche con figli LGBT) ospitando un loro stand durante il festival dell’orgoglio della città. Stan jr Zerkowski, che accompagna la pastorale LGBT della parrocchia, ha dichiarato all’affiliata locale della televisione CBS WKYT: “Non penso che una parrocchia cattolica abbia mai messo un segno come questo di fronte alla sua entrata, durante la settimana del Pride o in qualsiasi altro momento. Tuttavia, in altre parti del paese questo (benvenuto) lo vediamo accadere regolarmente”.
Fr. Chris Clay, un sacerdote della St. Paul, ha detto che lo striscione è “un piccolo modo per combattere qualsiasi esperienza di ostilità, rifiuto e trattamento del silenzio che i cattolici LGBTQ possano aver vissuto“. Suor Clara Fehringer, associata alla pastorale della St. Paul , ha scritto in nella newsletter settimanale della parrocchia che: “Spero che ogni sorella e fratello LGBTQ +, immigrato, rifugiato, single, divorziato, sposato, celibe, giovane, anziano, senzatetto, ricco, povero, di ogni razza e ogni stile di vita si senta a casa in questa casa di Dio, quando camminano attraversa le porte della Chiesa di St. Paul e incontra tutti noi“.
Anche le Chiese coinvolte nell’Interparish Collaborative , una rete che riunisce le parrocchie cattoliche che accolgono le persone LGBT, nell’area di tre stati della città di New York, hanno partecipato alla parata del Pride in grande stile.
I cattolici erano presenti alle marce di New York e a diversi eventi nel New Jersey e nella Pennsylvania. La Chiesa di San Francesco Saverio, a Manhattan, ha festeggiato i 25 anni di pastorale LGBT partecipando ancora una volta con una rappresentanza alla Pride Parade di New York. La parrocchia ha commentato su Facebook: “Stiamo marciando alla luce di Dio! Ogni anno marciamo come parrocchia con Pride di New York per dimostrare che tutti sono i benvenuti nella nostra parrocchia e per testimoniare che siamo tutti uguali agli occhi di Dio. Festeggiamo così i 25 anni della nostra pastorale LGBT”.
Si sono tenute anche delle messe per il Pride, inclusa una liturgia al di fuori dello Stonewall Inn, conosciuto come il luogo di nascita del moderno movimento per la parità delle persone LGBTQ. La messa è stata animata dal gruppo Out della St. Paul’s.
Nella parrocchia di Nostra Signora delle Grazie, a Hoboken nel New Jersey, un’altra liturgia per il Pride è stata celebrata da padre Alex Santora, che è stato un forte sostenitore dell’accoglienza delle persone LGBT.
Negli Stati Uniti a Long Beach, in California, una parrocchia ha ospitato una Messa del Pride in collaborazione con la pastorale cattolica dell’Arcidiocesi di Los Angeles con persone lesbiche e gay (Archdiocese of Los Angeles’ Catholic Ministry with Lesbian and Gay Persons ).
Robert Choiniere un ministro pastorale della Interparish Collaborative ha scritto che il Pride è una iniziativa “molto cattolica” e ha spiegato che: “Questa grande celebrazione è una manifestazione della nostra dignità umana, un riconoscimento che ognuno di noi è fatto a immagine e somiglianza di Dio così come siamo, senza bisogno di emendamenti o censure delle nostre identità, dei nostri amori o dei nostri affetti. Partecipare al Pride è un atto di giustizia che promuove e celebra la nostra beatitudine, sopratutto quando ci troviamo di fronte alla forza paralizzante della vergogna che distrugge così tante persone, convincendole che sono difettosi, mancanti o indegni dell’abbraccio di Dio o di un posto alla mensa eucaristica”.
La Collaborativa Interparish ha anche elencato molte altre parrocchie cattoliche che hanno partecipato alle celebrazioni del loro orgoglio locale: la parrocchia Immaculate Heart of Mary e la parrocchia di St. Augustine, entrambe di Brooklyn e nel New Jersey le parrocchie Precious Blood (Preziosissimo sangue), Monmouth Beach Church of the Sacred Heart (chiesa del Sacro Cuore) e la South Plainfield.
In tutto il mondo, in molte città e nazioni che sono fortemente cattolicche, capita di vedere delle grandi e colorate parate del Pride. Il media cattolico Crux scrive che: “bandiere arcobaleno, costumi appariscenti e glitter hanno attraversato, questo fine settimana, le principali città di Italia, Grecia, Lettonia, Croazia, Bulgaria, Romania e Polonia provocando, sia la protesta dei conservatori che il sostegno dei progressisti in questi paesi, in gran parte cristiani“.
A livello globale, tuttavia, le opinioni cattoliche sull’inclusione delle persone LGBT e sul Pride rimangono molto diverse.
Mentre l’accettazione della comunità LGBTQ da parte della società aumenta in molti luoghi, la gerarchia della chiesa e i cattolici conservatori rimangono fermamente attaccati agli insegnamenti negativi sulla sessualità ed il genere. Non a caso quest’anno, il vescovo cattolico di Providence a Rhode Island, ha scoraggiato le parrocchie e cattolici della sua diocesi dal partecipare agli eventi Pride.
I cattolici LGBTQ si sono abituati a non essere accolti nella Chiesa cattolica, a essere respinti o ostracizzati per la loro sessualità e/o identità di genere. Ma il cambiamento è necessario, perché avere una casa spirituale è importante per tante persone, specialmente per i cattolici LGBTQ.
Vedere le parrocchie cattoliche mostrare pubblicamente la loro accoglienza verso la comunità LGBT è un sicuro segno di cambiamento, come anche il numero crescente di chiese che forniscono questa accoglienza, che il lungo elenco delle parrocchie e delle comunità di fede LGBT friendly, stilato dall’associazione New Ways, rende subito chiaro. Forse anche altre parrocchie cattoliche seguiranno il loro esempio.
Essere indiscutibilmente accogliente, è sicuramente una cosa che Gesù avrebbe fatto. Ora che il mese dell’orgoglio dei Pride è passato, dobbiamo continuare ad accogliere e accettare i cattolici LGBTQ.