Occhio per occhio. Quale giustizia è cristiana
Riflessioni di Jacques Gradt* pubblicate sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 13 novembre 2014, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Se tu cavi un occhio a me, io cavo un occhio a te. È la legge del taglione. Il taglione è romano, non giudaico, né biblico. Il taglione ha rappresentato un reale progresso del diritto contro la violenza, stabilendo un principio di proporzionalità tra il danno e la sua compensazione. Talvolta mi piacerebbe veder praticare il taglione nei nostri tribunali e assistere così alla sparizione di quelle pene non commisurate al pregiudizio causato dal delitto!
Quando nelle Scritture leggiamo “occhio per occhio” non si tratta di vendetta. La parola tradotta con “per” significa “al posto di”. Così, Abramo sacrifica il montone “al posto di” Isacco. Così, per il tuo occhio cavato io darò il mio occhio vivo, la mia vista. Quale interesse avrebbe in effetti la società di avere due ciechi in più, ebbri di rancore?
La giustizia, quella del Regno ma anche, perché no? la nostra, consiste nello scegliere la vita, per la vittima come per il colpevole, e nel permettere a ciascuno di ritrovare un posto nel tessuto sociale.
L’uno vedrà il suo danno compensato dalla riparazione assunta dall’altro e il colpevole, aiutando la sua vittima a ritrovare i mezzi per vivere, vedrà come la giustizia fondata sulla vendetta distrugge le due parti, ma quella ancorata al perdono restaura il cammino di ciascuno e rende abitabile il paese. Il perdono scuote e rovescia sia la vittima che il colpevole, fornisce un cuore per riparare. I due sono “riparati”, nessuno è spezzato, né gettato in prigione.
* Jacques Gradt è pastore e cappellano carcerario.