Apriamo le porte! Le migrazioni nella Storia e nella Bibbia
Riflessioni di Roberto Bitto pubblicate sul sito della comunità MCC-Il Cerchio l’11 luglio 2018
Il tema dei migranti, pur essendo di grande attualità, in quanto oggi i flussi migratori sono notevoli, è forse eccessivamente dibattuto dai mass media e sui social, a scapito di altri argomenti altrettanto seri.
Specchietto per allodole?
Le riviste gli dedicano diversi articoli con interviste a giuristi, riportano dati statistici, i telegiornali ne parlano in maniera diffusa, sui social si scrive moltissimo su questo tema. Molto poco, invece, si discute del degrado del nostro pianeta, della spazzatura in cima all’Everest o delle montagne di plastica che galleggiano sugli oceani e delle quali i pesci si nutrono regolarmente, con grave pericolo per la salute di tutti; quasi nulla viene detto sulla disoccupazione giovanile e non; dei cosiddetti NEET, i ragazzi che non studiano né lavorano; o dei “cervelli in fuga” costretti a recarsi all’estero per costruirsi un futuro; men che meno la politica dibatte su come creare nuovo lavoro per questa e per le generazioni future.
Qualche dato di realtà
Siamo un po’ tutti in preda a una sorta di deliro collettivo: una distorsione del pensiero che ci induce a sovrastimare alcuni elementi, grazie a una informazione distorta. E allora, per sanare questa stortura, diamo un veloce sguardo ai dati attuali sull’immigrazione. Dal primo gennaio al dieci luglio 2018 sono sbarcati in Italia 16.935 migranti. Nello stesso periodo del 2017 ne erano arrivati 85.21; mentre nel 2016 gli sbarchi ammontavano a 77.733 persone. Già da queste cifre sintetiche risulta che, rispetto al 2017, l’immigrazione è scesa a -80,13% e rispetto al 2016 a -78,22%. Abbiamo quindi un flusso migratorio in netta diminuzione rispetto agli anni scorsi.
Uno sguardo al Diritto
Oltre a guardare in faccia la nuda e cruda realtà (invece che le opinioni ideologiche che navigano in rete), è essenziale studiare cosa dicono il Diritto e i Trattati Internazionali siglati anche dall’Italia.
Innanzitutto troviamo scritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) al’articolo 13: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese”.
Migrare, dunque, è un diritto umano che le nazioni devono rispettare e tutelare. Certo la soluzione sarebbe che le persone avessero migliori condizioni di vita nei loro paesi d’origine: economiche, sanitarie, nei diritti civili. Il problema è che troppo spesso ancora oggi noi paesi occidentali impediamo loro di avere condizioni ottimali per restare nelle loro terre e vivere là una vita dignitosa. Ancora oggi purtroppo diverse multinazionali depredano e devastano i loro territori. E l’industria bellica (e quella italiana ha qui un pessimo primato) speculano e fanno affari sulle guerre in atto nei paesi da cui queste persone fuggono.
Nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, poi, è scritto che gli stati devono impegnarsi a mettere la persona al centro dell’azione dell’Unione Europea; Nel Preambolo è scritto: “L’Unione si basa sui principi di democrazia e dello stato di diritto. Essa pone la persona al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell’Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia”. E poi all’articolo 18 declama: “Il diritto di asilo garantito nel rispetto delle norme stabilite dalla convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e dal protocollo del 31 gennaio 1967, relativi allo status dei rifugiati, e a norma del trattato che istituisce la Comunità europea”.
Per quanto riguarda i respingimenti ora – ahimè – all’ordine del giorno col nuovo Governo, essi violano l’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione. Donne incinte e minorenni non possono essere respinti. E questo pare che – dalle ultime dichiarazioni – il ministro Salvini lo abbia recepito. Ci auguriamo si allinei anche a tutto il resto. L’Italia, infatti, è già stata condannata, nel 2014, dalla Corte europea per i diritti umani, quando trasferì a Patrasso un traghetto con minori a bordo arrivato ad Ancona. Ora stiamo richiando di nuovo gravi e pesanti sanzioni, che avrebbero una ricaduta negativa proprio sui cittadini italiani che questo Governo vorrebbe mettere al primo posto.
L’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo vieta, poi, di infliggere ai migranti un “trattamento disumano o degradante” ed esistono dei trattati internazionali sui diritti umani. I respingimenti in atto (specie quando obbligano i migranti a tornare in Libia) violano gravemente questa convenzione, in quanto i centri di detenzione libica non brillano per umanità e rispetto dei Diritti elementari della persona.
Storia umana e migrazioni
La specie umana, nella sua lunga storia iniziata alcuni milioni di anni fa, ha sempre manifestato una forte propensione alla migrazione, a spostarsi cioè dai luoghi d’origine per andare alla ricerca di nuovi territori. Le migrazioni hanno prodotto effetti culturali e soprattutto biologici, smussando le differenze genetiche fino a portare alla formazione di un’unica specie umana su tutto il pianeta: hanno arricchito e migliorato il nostro patrimonio genetico e hanno permesso all’uomo salti evolutivi significativi.
Le grandi migrazioni dell’antichità hanno, poi, omogeneizzato la nostra specie accelerando l’organizzazione sociale che, senza i condizionamenti delle migrazioni, si sarebbe sviluppata molto più lentamente, e hanno permesso scambi culturali di cui anche noi, ancora oggi, godiamo i benefici: basti pensare all’astronomia, ai numeri arabi e all’aritmetica, alla mitologia e alle religioni, all’agricoltura e a tutti i semi e frutti e ortaggi importati ed esportati nei secoli, ecc.
Certo, spesso queste migrazioni sono avvenute con non pochi scontri, invasioni e massacri, e a volte popolazioni intere sono state costrette a migrare. Ricordiamo la grande corrente migratoria che, a partire dal XVII secolo, ha portato sette milioni di neri dall’Africa all’America come schiavi nelle piantagioni; nel XIX secolo, milioni di cinesi migrarono in Malaysia, dove ora rappresentano circa il cinquanta per cento della popolazione residente e controllano l’economia del paese con attività industriali e commerciali; fra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento circa 50 milioni di europei si trasferirono nel Nord America, in America Latina ed Australia, tra i quali tanti nostri connazionali; più di recente, nel secondo dopoguerra, milioni di persone emigrarono dal sud Europa verso le nazioni del centro e del nord, Germania, Belgio, Svizzera, Francia.
Bibbia e migranti
Anche nella Bibbia vi sono tracce di grandi migrazioni dell’epoca; anzi, la Bibbia nasce proprio dal racconto epico di un popolo che prima migrò in Egitto per motivi economici (era scoppiata una grandissima carestia e si trasferirono lungo il Nilo in cerca di cibo); e poi fuggirono dall’Egitto come – diremmo oggi – rifugiati politici, in quanto oppressi e ridotti in schiavitù. E su questo passato si fonda tutta la Bibbia e i suoi ammonimenti.
Per questo troviamo tantissimi passi a difesa degli immigrati. Riporto solo qualche citazione:
Esodo 22:20 “Non molesterai l’immigrato né lo opprimerai, perché anche voi siete stati degli immigrati in Egitto.”
Esodo 23:9 “Non opprimerai l’immigrato: anche voi conoscete la vita da immigrati.”
Levitico 19:33-34 “Quando un immigrato verrà ad abitare presso di noi, non gli farete del torto. Anzi: l’immigrato giunto presso di voi lo tratterete come uno nato tra di voi; lo amerai come te stesso, perchè anche voi siete stati immigrati in Egitto.”
Deuteronomio 1:16-17 “Ascoltate le cause dei vostri fratelli e giudicate con giustizia le questioni che uno può avere con il fratello o con lo straniero che sta presso di lui.”
Geremia 22:3 “… non fate violenza e non opprimete il forestiero.”
Esodo 20:10 “… il riposo sabbatico deve essere praticato anche dal forestiero che dimora presso l’israelita.”
Salmo 146:9 “… il Signore protegge lo straniero.”
E su questa stessa scia Gesù sintetizzò tutti i comandamenti (secondo la scia interpretativa del rabbino Hillel) nell’amore; l’evangelista Matteo mette sulle sue labbra la famosa parabola che a un certo punto dice: “Venite e siate voi benedetti! Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero immigrato e mi avete ospitato…” (Matteo 25:34-35).
Conclusione
L’integrazione di persone provenienti da altri paesi significa ricchezza che proviene dalle differenze. Lo possono sperimentare i bambini tra i banchi di scuola e noi adulti nel mondo del lavoro e delle relazioni sociali.
Personalmente sono favorevole all’accoglienza e all’integrazione. Ci apre e ci libera dai nostri egoismi, ci educa a cogliere la ricchezza che proviene dalle differenze, ad imparare dal nostro fratello di un paese diverso dal nostro, con una cultura diversa. Ho avuto, ed ho, colleghi provenienti per esempio dal Marocco, perfettamente integrati nel nostro tessuto sociale, onesti lavoratori.
Apriamo dunque le porte!