Chiesa Cattolica e omosessualità. Tra aperture, chiusure e tante contraddizioni
Articolo di Lisbeth Melendez Rivera pubblicato sul sito dell’associazione Human Rights Campaign (Stati Uniti) il 29 giugno 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
I cattolici e gli attivisti LGBTQ di tutto il Paese continuano a oscillare tra speranza e frustrazione quando ripensano ai cinque anni di papa Francesco. Già solo le ultime settimane hanno mostrato molto bene come la Chiesa, quando si tratta del mondo LGBTQ, in un batter d’occhio faccia due passi avanti e uno indietro.
Lo scorso 16 giugno i commenti sprezzanti e offensivi del Pontefice sulle famiglie LGBTQ sono finite sui giornali di tutto il mondo. Per la seconda volta in meno di una settimana, Francesco ha sminuito le famiglie LGBTQ rispetto alle famiglie “eterosessuali”, dicendo: “Poi oggi – fa male dirlo – si parla di famiglie “diversificate”: diversi tipi di famiglia […] Ma la famiglia umana come immagine di Dio, uomo e donna, è una sola. È una sola”. Questi commenti a braccio continuano a danneggiare le famiglie LGBTQ che hanno scelto di praticare la fede cattolica, che credono che la loro Chiesa sia amorevole e accogliente e che i loro figli e figlie siano degni della Grazia di Dio.
Tuttavia, mentre papa Francesco denigra le famiglie LGBTQ, padre James Martin SJ, che propone una teologia inclusiva delle persone LGBTQ, è stato invitato a parlare all’Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Dublino dal 21 al 26 agosto. L’Incontro, un’iniziativa creata da Giovanni Paolo II nel 1994, ha luogo ogni tre anni nell’intento di puntellare il ruolo della famiglia nella vita dei cattolici. Quest’anno l’Incontro avrà luogo in Irlanda, un Paese a maggioranza cattolica ma progressista nell’inclusione di qualsiasi fedele che desideri essere cattolico e partecipare in modo pieno alla sua fede.
L’Irlanda ha approvato il matrimonio omosessuale nel 2015 e ha legalizzato l’aborto appena due mesi fa. Inizialmente gli attivisti LGBTQ erano scettici sul fatto che padre Martin potesse parlare, visto che altri eventi LGBTQ erano stati rifiutati, ma poi sono rimasti piacevolmente colpiti (e scioccati!) dall’apprendere che padre Martin aveva ricevuto un invito da parte del Dicastero Vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita e dell’arcidiocesi di Dublino, responsabili dell’organizzazione dell’Incontro. Questo è un grande passo avanti e rafforza le nostre speranze che la gerarchia cattolica continui il suo cammino di inclusione dei fedeli LGBTQ e rifiuti di demonizzarli assieme alle loro famiglie.
Il più importante sviluppo delle ultime settimane è forse l’utilizzo dell’acronimo LGBT all’interno dell’Instrumentum laboris, il documento che servirà da guida ai lavori del Sinodo sui giovani il prossimo ottobre. Questo è significativo, perché dimostra un ascolto attento dei giovani da parte della Chiesa, un ascolto che va ad assumere un ruolo attivo nella pianificazione e nella guida del Sinodo.
Come ricevono i cattolici e le cattoliche LGBTQ tutte queste notizie contraddittorie? Da questo si vede come la Chiesa Cattolica sia un’istituzione più dinamica che mai, che lotta duramente per avere una sua rilevanza ma anche per rimanere fedele ai suoi fondamenti. La gerarchia cattolica si trova sempre più di fronte a una scelta: o rimanere fedele agli insegnamenti di Gesù e accogliere TUTTI, oppure ritirarsi e cedere a chi vuole escludere alcuni fedeli “in nome di Dio”.
Il cuore dell’insegnamento cattolico è l’amore e nessuno dovrebbe essere obbligato a scegliere tra la sua identità, la persona che ama e la sua fede.
Testo originale: Pope Francis Continues to Dance Around Issues Unique to LGBTQ Faithful