Uno sguardo di benevolenza per costruire ponti
Riflessioni di Corrado e Michela del gruppo Davide di Genitori cristiani con figli LGBT di Parma
L’antico ponte romanico-medievale di Merano, sul fiume Passirio che l’attraversa, ci ha richiamati in questi giorni di riposo e di vacanza alla lettura del libro di padre James Martin (Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone LGBT, Ed. Marcianum Press, 2018).
Confrontandoci con Michela ne è nata una riflessione che vogliamo condividere con tutti ed in particolare con i genitori di figli e figlie LGBT: noi genitori possiamo essere e siamo un’arcata fondamentale di quel ponte !!
Ma come? Come possiamo aiutare i pastori e i nostri figli ad incontrarsi, a percorrere quel ponte a due corsie, che richiede il cammino di entrambi? Dopo “essere usciti dal nostro armadio” ed aver assunto consapevolezza di essere ”genitori fortunati” per aver avuto in dono figli e figlie “diversi” che ci hanno aperto orizzonti nuovi, ci è data oggi la possibilità di aiutarli a guarire le loro ferite psicologiche e spirituali, talora anche fisiche.
Ci è data anche la possibilità di aiutare i pastori a vedere i nostri figli e figlie con occhi nuovi.
Si, occorre uno sguardo di benevolenza. Uno sguardo che sappia vedere il bene che c’è.
Uno sguardo che sappia tirar fuori il bene nascosto, non ancora visibile e che non si sa neppure di avere.
Uno sguardo che permetta di esprimere e realizzare il meglio sé, di sentirsi bene, di sentirsi a casa.
Lo sguardo di un padre di una madre che chiama all’esistenza e chiama a una esistenza buona.
Lo sguardo che non infantilizza ma che dà le ali per volare!!
Lo sguardo che aiuta e sostiene nella scelta responsabile del bene, del bello, del buono nella condizione che ci è data di vivere.
Lo sguardo che ci fa dire ai nostri figli e figlie: “siete amati così!!“.
È lo stesso sguardo benevolo del Padre dei cieli che guarda tutti così, con occhi buoni: è quello sguardo d’amore che ci ha chiamati ad esistere dall’eternità.
“Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto
nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me
una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
Le riconosce pienamente l’anima mia”. (Salmo 139, 13-14)
E’ lo sguardo che ci fa sentire un pezzo unico, originale, pregiato. E’ con questo sguardo che i nostri pastori per primi possono percorrere un cammino di riconciliazione, perché solo questi occhi buoni potranno rendere visibili i nostri figli LGBT facendoli uscire dall’ombra e riconoscendo i doni che essi sono in grado di portare alla Chiesa.
Solo questo sguardo potrà riconoscerli come figli amati da Dio !! Solo questo sguardo potrà percepire le ingiuste discriminazioni di cui i nostri figli sono oggetto. Solo con questo sguardo saranno capaci di ascolto, di sentirsi vicini, persino di soffrire con loro. Solo questo sguardo degli occhi e del cuore, li renderà capaci di consapevolezza e di comprensione del loro stato d’animo.
Con lo sguardo di benevolenza il magistero e i pastori potranno vivere il rispetto, la compassione e la sensibilità che questo percorso di conoscenza e accoglienza richiede. Questo sguardo benevolo tuttavia lo vogliamo chiedere anche ai nostri figli: anche loro devono accantonare la mentalità del “noi” e del “loro” e superare la sequenza dei risentimenti.
Nella Chiesa non esiste un “noi” e un “loro” perché Gesù ci ha insegnato che tutti siamo figli di un unico Padre, perdonati e accolti. Questo sguardo buono degli occhi e del cuore, aiuterà i nostri figli a trattare con rispetto coloro con cui sono in disaccordo e ad esporre le proprie posizioni in modo sereno ed allo stesso tempo avveduto.
Aiuterà loro ad avere “com-passione” della Chiesa e del magistero; a “sentire il peso del pastorale”; a guardare ai vescovi nella loro umanità; a dare tempo alla Chiesa per conoscersi reciprocamente. Noi vogliamo farci compagni di ricerca e di avventura degli uni e degli altri, dicendo a voce alta che ogni vita è degna e merita di essere vissuta appieno.
Risuonano le parole di Papa Francesco in Evangelii Gaudium: “A coloro che sono feriti da antiche divisioni risulta difficile accettare che li esortiamo al perdono e alla riconciliazione, perché pensano che ignoriamo il loro dolore o pretendiamo di far perdere loro memoria e ideali. (…) Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge dell’amore. Che buona cosa è avere questa legge! Quanto ci fa bene amarci gli uni gli altri al di là di tutto! Sì, al di là di tutto!” (nn 100-101).
Legge dell’amore reciproco, sguardo benevolo, cuore aperto, ecco il cemento che, coi mattoni del rispetto, della compassione e della sensibilità, ci aiuterà a costruire questo ponte a due corsie di cui, a noi genitori, spetta il compito di essere un’arcata importante.
Un ponte che, come quello romanico-medievale di Merano, si mostrerà meraviglioso….