Esiste un collegamento tra preti gay e abusi sessuali?
Articolo di Lizzie Sextro* pubblicato sul sito dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 9 agosto 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
A seguito delle dimissioni del cardinale Theodore McCarrick e delle molteplici accuse di abusi sessuali, il vaticanista di lungo corso Robert Mickens riflette sul collegamento tra sacerdoti gay non dichiarati e l’abuso del potere clericale.
In una riflessione pubblicata sul Washington Post, Mickens afferma che sembra esservi un collegamento tra i tentativi vaticani di soffocare l’omosessualità [dei sacerdoti] e gli abusi clericali di bambini, ragazzini e giovani. L’omosessualità è una “componente chiave” di questo nuovo scandalo abusi, dato che la maggior parte delle vittime sono giovani maschi: “Voglio essere però molto chiaro: gli uomini gay psicologicamente sani non stuprano ragazzini e non obbligano ad avere rapporti sessuali degli uomini su cui hanno qualche tipo di potere o autorità […] Ma qui non stiamo parlando di uomini maturi dal punto di vista psicosessuale, eppure i vescovi e la Gerarchia vaticana si rifiutano di ammetterlo, anzi, non fanno che perpetuare e aggravare il problema, emanando regolamenti che puniscono quei seminaristi e sacerdoti sani che cercano di essere aperti e sinceri sul loro orientamento sessuale”.
[Nota del redattore: Mickens qui parla di quei sacerdoti che non riescono ad accettare e a venire a patti con la loro sessualità, non di quelli che la accettano serenamente, ma che scelgono di non rivelarla per motivi di sicurezza personale.]
Uno di questi regolamenti provenienti dal Vaticano è stato emanato nel 2005, poco dopo l’elezione di Benedetto XVI: si tratta di un documento che ha indotto i sacerdoti gay a stare ben nascosti e stabilisce che gli omosessuali non possono essere ammessi nei seminari. Proprio uno dei maggiori estensori del documento, il monsignore parigino Tony Anatrella, è stato in seguito sospeso a divinis a seguito di accuse di abusi sessuali da parte di seminaristi.
Al di là degli sforzi pubblici per tenere lontani i gay dal sacerdozio, i leader cattolici continuano a perpetuare lo stigma dell’omosessualità come cosa sporca, disordinata e malata. Invece di parlarne apertamente, i consacrati tendono a evitare ogni discussione sul tema, il che incide negativamente sul loro sviluppo psicosessuale: “Il Vaticano sa anche troppo bene che un gran numero di sacerdoti e seminaristi è omosessuale, ma invece di incoraggiare una sana discussione sul modo di mantenere la castità nel celibato con tutta la persona, i regolamenti e le dottrine della Chiesa inducono sempre più questi uomini a nascondersi […] e come in ogni luogo oscuro in cui manchino l’aria e la luce del sole, tutto questo impedisce un normale sviluppo e l’ambiente diviene muffito e stantio, distorto e malato. Nulla che sia conservato in un simile luogo può essere sano e fiorente”.
In un post a commento dell’articolo di Mickens pubblicato sul blog Commonweal, John Gehring evidenzia un aspetto importante del dibattito sui preti gay e lo scandalo degli abusi: “Se oggi la Chiesa rimuovesse tutti i sacerdoti gay dal loro incarico, soffrirebbe parecchio della perdita e non porrebbe certo fine all’attuale scandalo. Il problema sono i vescovi e gli altri responsabili ecclesiali, che quando andava bene erano beatamente addormentati, e quando andava male erano sempre disposti a giustificare i comportamenti predatori [dei sottoposti]”.
Purtroppo l’onestà e la sincerità non sembrano essere la regola nella Chiesa quando si tratta di sacerdoti gay. Mettere sotto silenzio l’omosessualità crea un sistema malato che inevitabilmente conduce a relazioni improprie tra i sacerdoti e le persone verso cui esercitano il loro “ministero”. L’articolo di Mickens va dritto alla vera questione: “Il problema della Chiesa sono gli abusi di potere, abusi che sono il frutto di quell’omofobia che tiene rintanati i sacerdoti gay, impedisce loro di crescere e produce la sessualità distorta di molti di loro. Dobbiamo affrontare l’elefante che sta in sacrestia”.
* Lizzie Sextro, originaria di St. Louis, nel Missouri, nel 2016 si è laureata in teologia e lingua inglese alla Loyola University di Chicago. Nel maggio 2018 ha conseguito un master in studi teologici alla Boston College School of Theology and Ministry. È felicissima di essere tornata a St. Louis e di cercarvi una sua strada nel ministero; in futuro, spera di proseguire i suoi studi in teologia sistematica.
Testo originale: Is There a Correlation Between Closeted Clerics and Sex Abuse Scandals?