Riscoprirsi comunitá. Dall’incontro europeo della Metropolitan Community Church
Articolo di Giacomo Tessaro, volontario del Progetto Gionata
Quando Mario Bonfanti, guida del gruppo di ricerca spirituale Il Cerchio, ha annunciato che l’Incontro del Network Europeo della Metropolitan Community Church si sarebbe svolto in Italia, sul lago di Como, sulle prime non ho pensato affatto a partecipare: avevo altro per la testa, volevo risparmiare qualche soldo per l’autunno, in estate tendo a muovermi poco, ci sarebbe stata molta gente, troppa, per il mio carattere molto schivo. Poi Mario ha insistito: voleva accanto a sé il suo gruppo, quello che da alcuni anni lo accompagna nella sua ricerca e che ora è affiliato alla MCC, una denominazione cristiana nata negli Stati Uniti per offrire alle persone LGBT un luogo dove sentirsi pienamente accettate come seguaci di Gesù. La MCC ha messo radici anche in alcuni Paesi europei: Gran Bretagna, Germania, Finlandia, e da qualche tempo a questo network di comunità MCC europee si è affiliato anche il nostro Cerchio, in modo da espandere la nostra azione nel sociale e di sentirci parte di una comunità globale.
Così ho accettato, abbastanza di malavoglia. Man mano che il giorno si avvicinava (l’Incontro si è tenuto tra il 31 agosto e il 2 settembre scorsi) cresceva l’ansia per un evento che forse sarebbe stato molto faticoso e che mi avrebbe sbalzato in un gruppo di persone che non conoscevo per nulla, quello dei pastori e delle pastore MCC e dei delegati. Alla fine arriva il venerdì della partenza e mi reco a Milano, dove devo incontrare Gigliola e Roberto per proseguire insieme verso Dorio, sulla sponda lecchese del lago di Como. Per fortuna, l’ansia che mi aveva accompagnato gli ultimi giorni non lascia tracce al momento di lasciare casa, il guscio confortevole della mia estate solitaria.
Il mattino e il pomeriggio del venerdì i delegati stranieri sono già sul posto: si svolge un ritiro per pastori/e e aspiranti pastori/e, tenuto dal ministro unitariano universalista di Milano, Lawrence Sudbury, a cui partecipano anche i nostri Mario, come guida del Cerchio, e Marta S., come candidata al pastorato; contestualmente, si tiene anche un ritiro per laici impegnati nelle rispettive congregazioni. Gigliola, Roberto e io arriviamo finalmente al luogo scelto per l’Incontro: il luogo è bellissimo, tanto da voler portarsi quasi il lago a casa, oltre che nella mente e nel cuore.
L’Incontro entra nel vivo la sera stessa, con la prima delle liturgie che lo scandiranno, e proprio le liturgie sono ciò che più mi ha colpito di questo weekend: il canovaccio è la tradizione protestante classica (da cui è nata la MCC), ma con elementi anglicani e un tocco di tradizione carismatica che le ha rese molto coinvolgenti ed emozionanti: estremamente partecipati gli inni, spesso tratti dal repertorio di Taizé (anche grazie al musicista scozzese Mike), ispirati alla tradizione anglicana i responsori e lo scambio della pace, molto curata la parte eucaristica (l’abbiamo celebrata tutti i giorni), che comprendeva anche la possibilità di farsi benedire e di farsi recitare una preghiera da parte del pastore/assistente: molt* si sono avvicinati non solo per il pane e il vino, ma anche per abbracciare e farsi abbracciare, per avere un gesto di fraternità, amicizia e conforto, che ha provocato le lacrime in diversi partecipanti. Non essermi sentito di fare altrettanto rimane il rimorso mio più grosso del weekend.
L’Incontro è internazionale e varie lingue si intrecciano: se l’inglese rimane la lingua principe, moltissimi sono i delegati tedeschi e di frequente si fa ricorso alla loro lingua (canteremo anche una versione di “Laudato si’ o mi’ Signore tutta in tedesco, salvo il ritornello), oltre che all’italiano di noi padroni di casa e al finlandese delle ospiti di Helsinki. Ci capita spesso di recitare una preghiera o cantare un inno parte in inglese, parte in tedesco, parte in italiano ed è stato per me molto emozionante sentire una sorella tedesca che ha voluto recitare lei una parte in italiano.
La prima sera noi italiani siamo ancora pochi, il grosso arriverà sabato, attorno alla lunga tavolata si intrecciano saluti e chiacchiere. Dopo la liturgia serale, c’è tempo per metterci in cerchio tutti insieme e raccontarci: noi ospiti di casa raccontiamo agli ospiti stranieri un po’ di noi, del nostro gruppo, di cosa ci aspettiamo dalla MCC, e Marco Siino, appena arrivato da Palermo, racconta la sua esperienza di cristiano gay attivo nei gruppi cattolici LGBT. La mattina di sabato, dopo colazione (ma alcuni, ne sono sicuro, prima rivolgono un pensiero a Dio, solo dopo fanno colazione), tocca a me, con la breve riflessione che ho preparato: siamo in cerchio nella sala dove torniamo molto volte nel corso del weekend, una candela accesa in mezzo e un’atmosfera raccolta.
Più tardi cominciano i laboratori: come primo appuntamento ho scelto il laboratorio di poesia proposto da Bartolomeo Di Giovanni, alias Theo John, poeta siciliano e amico del Cerchio. Theo ci propone alcune sue poesie e cerca di guidarci in quest’arte difficile da spiegare e insegnare, con l’aiuto della poetessa sarda Luisa Foddai. Dopo esserci immersi nel suo mondo poetico, Theo ci invita a comporre noi stessi, a lasciarci andare a ciò che in quel giorno ci ispira. Ecco una delle sue poesie che abbiamo letto quella mattina:
Sei il mio rituale orfico,
dove l’altare mi concede
quell’attimo di mistica
visione, e dopo
finito l’istante ritorni ad essere l’eterno dove
principio e fine non hanno punti lineari
ma circonferenze eterne
cui da ogni punto
si intravede il divino
che trasluce in te
attraverso gli occhi.
Il secondo laboratorio che scelgo tratta della salute mentale nelle congregazioni, un tema delicato e ancora poco compreso, anche e soprattutto da parte dei pastori, secondo la mia esperienza nel mondo BMV (battista, metodista e valdese). Si danno diversi consigli pratici su come agire nei rapporti con persone depresse o ansiose e si lavora, in parte, in piccoli gruppi. Durante la pausa pranzo arriva il resto delle amiche e degli amici del Cerchio: Giorgio, Raffaella, Valeria, Marta M., Maria Luisa, che dopo il pasto (sempre eccellente e ricco di prodotti tipici del luogo, a dispetto delle pessime recensioni che avevo letto poco prima di partire) partecipano al laboratorio di Mario dedicato alla Spiritualità del Creato di Matthew Fox, che da anni Mario, assieme ad altri, propone in Italia. Per me che già ho esplorato le quattro Viae, non c’è niente di nuovo, ma è fantastico poter abbracciare calorosamente delle persone sconosciute, girare all’esterno della sala osservando la Natura e le “piccole cose” e fare di nuovo la Danza della Terra (le danze sono tra i “pezzi forti” degli incontri del Cerchio e della Spiritualità del Creato).
Il pomeriggio del sabato lo dedico al riposo: dal nostro residence la vista sul lago è dolce e affascinante, di giorno le nuvole sostano presso le cime delle montagne, di notte è bello osservare le luci dei paesi a mezza costa, e talvolta si possono scorgere in lontananza, sull’altra riva, i fari di una macchina che scende dall’interno alla riviera del lago.
Nella serata di sabato si alternano quattro pastori e predica, tra gli altri, anche la reverenda statunitense Mona West, anziana e responsabile mondiale della formazione e dei/lle pastori/e MCC. Le varie parti delle liturgie si susseguono con un ritmo, una partecipazione e un calore come molto raramente ho visto durante i miei trascorsi nel mondo BMV: la mia impressione è di trovarmi di fronte a un dinamismo che le Chiese protestanti storiche italiane non hanno, o hanno perduto da molto tempo, un calore quasi da comunità carismatica innestato su una tradizione genuinamente protestante/anglicana ma aperta a tutt* (durante le Eucarestie è stato ripetuto più volte “Non importa a cosa credete, non importa se siete dubbiosi, credenti, in ricerca, se aderite al Credo, se siete o non siete membri di questa Chiesa: venite!”). Sull’altare allestito nella sala si possono scorgere una bella icona di Gesù in stile occidentale, un grande portacandela di legno intagliato e altri oggetti e decorazioni, diversi a seconda della giornata.
Riporto la preghiera di apertura della liturgia di sabato:
Dio colmo di Grazia, tu ci conosci più di quanto noi stessi ci conosciamo. Vieni tra noi e manda il tuo Spirito per aiutarci ad adorarti.
Ci siamo riuniti da molti Paesi e parliamo molte lingue. Fa’ che la nostra lingua oggi sia la lingua dell’amore: l’amore per te, l’amore per noi stessi e l’amore reciproco.
Infine, viene proposta una delle canzoni preferite di Mario, che ritorna spesso nei nostri incontri assieme al suo video: Esseri umani di Marco Mengoni, ed è emozionante vedere come sorelle e fratelli di molte lingue cantino assieme a Mengoni il ritornello.