Sfogliando “Genitori fortunati”. Il sogno di don David per una chiesa in cammino con le persone LGBT
Cosa significa essere genitori cattolici con figli LGBT? Quali sono le loro difficoltà e le loro speranze? Cosa possono dire alla la chiesa di cui si sentono parte? Sono alcune delle tante domande a cui cerca di rispondere il toccante libretto di testimonianze “Genitori fortunati. Vivere da credenti l’omosessualità dei figli” che, la sera di venerdì 5 ottobre 2018, i volontari dell’associazione La Tenda di Gionata distribuiranno gratuitamente ai cristiani LGBT, ai loro genitori e agli operatori pastorali di tante diocesi italiane, oltre 180 persone, che parteciperanno al Forum dei Cristiani LGBT nella Casa dei padri Somaschi di Albano Laziale (5-7 ottobre 2018). “Genitori fortunati” comincia da qui il suo cammino che lo porterà a essere distribuito sempre gratuitamente, sia come ebook (scaricabile da qui) che in versione cartacea, nelle nostre comunità cristiane.
Scrive nella prefazione al volume don Gian Luca Carrega, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Cultura della Diocesi di Torino – che su mandato ricevuto del suo Arcivescovo si occupa anche delle attività pastorali per le persone LGBT e i loro familiari – come ci sia “molto di profetico nelle pagine di questo libretto. E come letteratura profetica andrebbe letto, dove i segni rimandano a realtà più grandi. … E la vita scorre copiosa nelle parole di questi genitori che non hanno rinunciato al loro ruolo in momenti complessi del loro cammino familiare. Quella dei genitori di figli LGBT è una pressante richiesta di ascolto alla società civile e alla Chiesa perché si accorgano della loro esistenza e non li trattino come estranei. È una richiesta di dialogo, non l’imposizione di un modo di pensare. … La denuncia dell’isolamento ecclesiale nel momento della (loro) prova fa rabbrividire e ci fa interrogare profondamente sul senso del nostro essere Chiesa”.
Un libro che vuol essere un ponte di testimonianze tra le persone LGBT, i loro genitori e la loro chiesa che don David Esposito, un giovane prete marchigiano recentamente scomparso, ha reso possibile realizzare spinti dal suo desiderio di costruire nella chiesa cattolica quei ponti di “misericordia” e di accoglienza che, sino all’ultimo, don David ha continuato a desiderare, ben conscio che “i ministri della Chiesa devono innanzitutto essere ministri di misericordia”. (Papa Francesco, Avvenire, 19 settembre 2013)