Gesù e il regno queer di Dio
Riflessioni bibliche di Robert E. Goss pubblicate sul blog della Iglesia Antigua – Diversidad Cristiana (Uruguay) il 2 luglio 2010, liberamente tradotte da Marta S.
Gesù predicò il “regno di Dio”, un simbolo ricco e polivalente della teologia biblica e dell’apocalittica ebraica. Il concetto di regno di Dio è un simbolo queer, che capovolge alcune tradizioni teologiche ebraiche conservatrici per trasformarle in un senso più universale e inclusivo. Quando Gesù predicava il regno di Dio, non lo proiettava in una dimensione trascendente e ultraterrena; al contrario, il regno di Dio è qui tra noi, immanente, concreto e queer. Sfida tutte le appartenenze etniche e politiche; il suo messaggio è una vera sfida agli interessi politici delle varie correnti ebraiche e dello stesso Impero romano.
Gesù rompe i confini, trasgredisce i codici di purezza dei fondamentalisti e sfida l’egemonia proto-eterosessuale. Si serve di paragoni provocatori, di parabole e atti simbolici per sfidare le rigide norme religiose. Michael Warner definisce il queer come un paradigma di trasgressione, che rappresenta “una resistenza più profonda ai parametri della normalità”. È indiscutibile che, dalla nascita di Gesù fino alla sua Resurrezione, sia riscontrabile una dinamica queer nella narrazione di Luca sull’attività di Dio e di Gesù. Gesù concepisce il regno di Dio come una realtà socialmente provocatrice, politicamente esplosiva e profondamente queer. Esso è radicalmente alternativo a molte forme di limitatezza culturale e a svariate norme culturali egemoniche e patriarcali. In Luca 17:21 Gesù proclama che il regno di Dio è “tra di voi”. Egli annuncia la lieta novella che Dio è concretamente presente, che cambia le nostre vite e trasforma in profondità il mondo. Il regno di Dio non è limitato al linguaggio metaforico di Gesù nelle parabole e nei proverbi: agisce anche e soprattutto nelle azioni che egli compie, nelle guarigioni, gli esorcismi, negli inviti a tavola che accetta, nel suo comportamento inclusivo e nella cacciata dei mercanti dal tempio di Gerusalemme. Luca dipinge Gesù come un vero profeta queer, le cui azioni hanno un forte connotato queer. Il regno di Dio si concretizzerà nelle cariche pubbliche intese come servizio, nella povertà come scelta di vita, nella solidarietà verso gli ultimi, nella solidarietà e nelle azioni compassionevoli. Sarà Dio a creare uno spazio queer, fondato sulla trasgressione delle norme relative al genere, sulla creazione di nuove forme di famiglia e sul sovvertimento del mondo simbolico di molte correnti religiose ebraiche.
Discepolato: leadership e servizio
Gesù ha chiamato uomini e donne a un discepolato di uguali e, nella sua cultura patriarcale tipica del mondo romano, non v’è dubbio che Luca tenda a sminuire un po’ il ruolo che svolsero le donne discepole di Gesù. Gesù ha insegnato ai suoi discepoli a condividere vedute di tipo egualitario, a vivere in una povertà volontaria e a concepire la propria leadership come una forma di servizio e di inclusione sociale. Nel regno di Dio c’era una sola norma fondamentale per loro: al suo seguace che voleva seppellire suo padre, disse “lasciamo che siano i morti a seppellire i propri morti” (9:60). Il regno di Dio ha la precedenza persino sull’obbligo di seppellire il proprio padre. Questo impressionava molto i suoi seguaci e faceva capire loro quanto fosse urgente farsi discepoli in vista del regno di Dio, tanto che questo non poteva aspettare nemmeno 24 ore.
Gesù costruisce il regno di Dio presentandosi come un vero servitore. Afferma che ad essere superiore non è la persona che si siede a tavola, bensì quella che la serve con umiltà. Invita i suoi seguaci maschi a sovvertire i ruoli tradizionali di genere e condizione sociale: essi devono agire come se fossero donne o schiavi, mettendo da parte il proprio ruolo tradizionale di maschi dominanti. Mette in guardia i suoi discepoli verso i rischi dell’ambizione, che è propria della mentalità patriarcale della società pagana (22.24-5). L’umiltà (14:7-11) e il servizio sono gli strumenti attraverso cui porta avanti la sua critica al modello politico ed economico imposto dai dominatori romani e dai capi giudei loro alleati. I suoi discepoli migliori sono delle guide spirituali che usano il potere e le risorse economiche per mettersi al servizio di quanti non hanno né potere né ricchezze. La vera grandezza di tali leader servitori consiste nel fatto che essi riconoscono tutto il valore degli umili (9:47-48), e deriva altresì dal fatto di vivere volontariamente in una condizione di povertà, di mettersi al servizio del prossimo senza aspettarsi un compenso, di essere ospitali e compassionevoli. È la Resurrezione di Gesù: Dio crea nuove incorporazioni di Gesù. Forse la più grande è proprio il modo in cui Dio colloca le persone queer nella storia della presenza eterna del Cristo resuscitato.
Pasqua: Il Cristo queer
Più di dieci anni fa scrivevo: “Dire che Gesù Cristo è queer significa dire che Dio si identifica con noi e con le nostre esperienze di ingiustizia […] Gesù Cristo queer è crocifisso ripetutamente dalla violenza omofoba”. La mia affermazione teologica secondo cui il Cristo queer è solidale con le persone queer e con tutti gli oppressi del mondo iniziò a diffondere l’identificazione del Cristo risorto e compassionevole con tutti gli emarginati, i poveri e gli oppressi. La compassionevole solidarietà di Dio abbracciava il corpo disfatto di Gesù e tutti i crocifissi della Terra. Le riflessioni di Graham Ward intorno alla tomba vuota di Gesù, combinata con il principio teologico secondo cui Dio si identifica in modo compassionevole con gli oppressi, fornisce un quadro teorico e pratico per riarmare, in maniera creativa, l’economia salvifica di Dio in Gesù Cristo.
La Resurrezione è l’ultima sorpresa queer di Dio, è la metanarrativa per tutte le parabole, con le quali Gesù stupiva il suo uditorio: il figliol prodigo, il buon Samaritano, il banchetto di nozze. Ciò che Dio ha realizzato con la Resurrezione di Gesù, lo stava compiendo sin dalle origini del mondo e lo ha compiuto anche con l’intero ministero di Gesù. È la rivelazione di Dio come amore e grazia incondizionata.
Testi originali: El Evangelio de Lucas según la Biblia Queer – Entrega 2-