La resistenza dei conservatori a papa Francesco attraverso l’attacco all’accoglienza delle persone LGBT
Articolo di Catherine Buck pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 19 novembre 2018, libera traduzione di Innocenzo Pontillo
Nella Chiesa cattolica l’opposizione dei conservatori è significativamente cresciuta da quando Papa Francesco è stato eletto, nel 2013. Da loro sono venute anche numerose e forti critiche al modo con cui il Papa ha iniziato lentamente a cambiare il modo con cui la chiesa si confronta sull’accoglienza delle persone LGBT. La scrittrice Kaya Oakes ha esaminato questo movimento conservatore, in un recente articolo pubblicato sulla rivista statunitense The New Republic .
Il testo della Oakes parte dalla “lettera di Vigano” di questo agosto, che attribuisce la piena responsabilità della crisi degli abusi sessuali nella chiesa ai preti gay e a Papa Francesco. In particolare, Vigano si è concentrato sugli abusi dell’ex cardinale Theodore McCarrick, ignorando volutamente che i suoi abusi si sono verificati durante i pontificati di papi conservatori come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
I membri del movimento conservatore, di cui Vigano è un membro di spicco, scrive la Oakes, sembra “privilegino la reputazione più che la verità“, non a caso gli attacchi si sono concentrati solo su papa Francesco, ignorando le negligenze dei precedenti pontefici, che hanno certamente favorito questa situazione.
“Poiché (papa Francesco) ha attenuato la posizione della chiesa sulle questioni LGBT, i suoi oppositori lo accusano di proteggere i preti gay e, nelle loro menti, lo accusano della responsabilità della crisi degli abusi sessuali, nonostante questa sia iniziata molto prima di essere eletto papa.”
Oakes nota che a guidare questo movimento ci sono molti prelati di alto rango che hanno ripetutamente espresso il loro disaccordo con le azioni più liberali di Francesco. Vigano, che è stato il nunzio pontificio negli Stati Uniti, ha fatto notizia per aver fatto incontrare al papa l’oppositrice ai matrimoni Kim Davis, mentre molti membri della gerarchia negli Stati Uniti hanno fatto di tutto per portare la loro politica conservatrice sul pulpito.
Alcune delle loro azioni sono direttamente collegate all’attuale amministrazione del governo statunitense: l’arcivescovo di Philadelphia Charles Chaput ha chiesto all’università di Notre Dame di conferire una laurea ad honorem al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’ex cardinale di St. Louis, Raymond Burke, ha collaborato con Steve Bannon, ex consigliere di Trump e stretto alleato, per “costruire un complesso cattolico vicino a Roma” nell’interesse di “proteggere” la cristianità.”
Anche prima dell’attuale momento politico, alcuni prelati hanno espresso posizioni estreme nei confronti delle questioni LGBT, con Burke che ha fatto un paragone tra preti gay e gli assassini in un’intervista del 2015 ad un sito attivista conservatore cattolico. Ancor prima, l’arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, ha raccolto oltre un milione di dollari a sostegno della Proposition 8, che voleva vietare il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Oakes ricorda che: “A maggio, quando papa Francesco disse a un gay cileno sopravvissuto ad un abuso sessuale che Dio, come gay, lo amava comunque. L’ editorialista conservatore americano Rod Dreher disse che il papa stava distruggendo la chiesa come una “palla da demolizione“.
Queste azioni contrastano con la presa più moderata di papa Francesco sui diritti degli omosessuali. Oakes scrive: “La loro linea di attacco più comune si concentra sul supposto sostegno di Francesco ai preti gay. Nel 2013, il papa ha affermato divertito: “Chi sono io per giudicare?” quando gli è stato chiesto dei cattolici gay. Due anni dopo, ha incontrato un ex studente apertamente gay, Yayo Grassi, ed il suo partner a Washington. ”
La “lettera di Vigano” si concentra in particolare sulla sessualità omosessuale come capro espiatorio per gli abusi sui minori nella chiesa. Oakes registra che il documento usa la parola “bambino” solo due volte, ma “omosessuale” per ben sedici volte, e sostiene che questa è la principale linea di attacco per i fautori anti papa Francesco nella chiesa, che hanno due obiettivi principali: “purgare la chiesa del suo clero gay” e spodestare Francesco dal papato.
Ma Oakes nota anche come papa Francesco non ha ancora “preso alcuna azione ufficiale per cambiare la politica della chiesa sull’omosessualità“, ma le reazioni estreme dei critici prelati conservatori hanno continuato a moltiplicare le divisioni.
Oakes conclude il suo articolo con una riflessione sui problemi alla radice di questa situazione. Scrive: “I problemi della chiesa cattolica non derivano dall’omosessualità, ma da una cultura molto radicata che protegge il clero e la chiesa stessa, sempre a spese delle persone che devono servire”.
Se questa cultura è destinata a cambiare, a tutti i livelli della chiesa, ci vorrà una riscoperta del valore della verità: per le vittime e per tutti quelli che la chiesa ha danneggiato nei suoi tentativi di autoconservazione.
Testo originale: Conservative Resistance to Pope Francis Gels Around LGBT Issues