Donne a bordo della nave ecclesiale
Articolo di Gisèle Turcot pubblicato sulla rivista “RENCONTRE” (Francia) di Giugno-Luglio-Agosto 2018, libera traduzione di finesettimana.org.
Che cosa possono attendersi le donne da questo papa che, appena eletto nel marzo 2013, ha suscitato tante speranza? La scelta del nome Francesco, la semplicità del suo modo di vestire e lo stile di vita a Santa Marta hanno dato il segnale di un cambiamento d’epoca. I suoi interventi spontanei, un vento di freschezza. La linea della gioia di seguire Cristo ha ripreso spazio. La sua risposta ai giornalisti sugli omosessuali – “Chi sono io per giudicare?” – ha fatto il giro del mondo. Un’era di distensione annunciata a bordo della nave della Chiesa.
Poi, quando ha cominciato ad affrontare la riforma della curia, il vento è cominciato a cambiare. Non si toccano impunemente le istituzioni finanziarie e amministrative, luoghi dell’esercizio del potere, senza che si manifestino resistenze al cambiamento. Francesco continua tuttavia a prendere decisioni difficili per mettere la nave in rotta.
Un primo test: lo statuto delle religiose americane
Un anno prima dell’inizio del pontificato di papa Francesco, le relazioni donne-Chiesa attraversavano un momento molto difficile. Il 18 aprile 2012, la Leadership Conference of Women Religious (LCWR) degli Stati Uniti era messa sotto esame dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) in seguito ad una “valutazione dottrinale”. Le si rimproverava tra l’altro di trattare certi temi proposti dal femminismo radicale, dando un’interpretazione del patriarcato in contrasto con l’interpretazione delle Sacre Scritture.
Grazie ad un approccio che ha favorito il dialogo, il contenzioso si è risolto in tre anni invece che in cinque. Quelle religiose che si trovavano “nell’occhio del ciclone ecclesiale” hanno ritrovato il loro spazio di parola e ristabilito la loro credibilità. La loro speranza? Che questa esperienza incoraggi la creazione di spazi nella Chiesa cattolica dove gerarchie e membri possano dibattere serenamente delle questioni controverse (1). Papa Francesco ha talmente lodato le religiose americane nella regolamentazione finale che si può immaginare che non sia rimasto al di fuori del conflitto.
Nomine significative
In questo contesto di relazioni tese, papa Francesco ha cominciato a fare una serie di nomine per introdurre delle donne a posti di responsabilità, coerentemente con le sue dichiarazioni favorevoli a “una presenza più incisiva delle donne nella Chiesa”. Nomina cinque teologhe alla Commissione teologica del Vaticano, su un totale di 30 membri, per il quinquennio 2014-2019, due di più rispetto al periodo 2009-2014. Poi, due donne entrano nel 2016 al posto di sottosegretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Altra promessa realizzata il 2 agosto 2016, quella di creare una commissione di studio sul diaconato per le donne, composta da sei donne e sei uomini. La parità in un nuovo organismo che dipende dal papa? (2)
Moltiplica le novità: una consultrice americana alla riforma delle istituzioni finanziarie; una religiosa alla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli (2014); Lucetta Scaraffia al supplemento femminile dell’Osservatore Romano (2017); e il 21 aprile 2018, tre teologhe diventano membri della Congregazione per la Dottrina della fede: Linda Ghisoni, che è stata giudice per i tribunali ecclesiastici romani e insegna diritto canonico alla Pontificia Università Gregoriana; Michelina Tenace, insegnante e direttrice al dipartimento di teologia fondamentale della stessa università; Laetitia Calmey, di origine belga, membro del comitato scientifico della Nouvelle revue théologique, professoressa di antropologia teologica e di teologia morale fondamentale al Collège des Bernardins a Parigi. Ricordiamoci i nomi di queste pioniere!
Sembra proprio che, da uomo pragmatico, papa Francesco navighi a bordo della grossa nave
reperendo tutti gli spazi in cui può introdurre la partecipazione di donne competenti. Dà così il segnale della sua preferenza: gli atti e le relazioni contano più delle dichiarazioni.
Le trasformazioni profonde si fanno attendere
Le femministe che sottopongono i cinque anni di papa Francesco all’esame dei criteri applicati alle sue decisioni, sono insoddisfatte. Sì, le nomine di donne a posti di responsabilità sono un passo nella giusta direzione, ma questo non cambia il sistema patriarcale nel quale quelle esperte lavoreranno. Le risposte spontanee di Francesco a domande inaspettate tradiscono un attaccamento ad una tradizione teologica che non si è confrontata con lo sviluppo e le critiche della teologia femminista.
Il Vaticano sottolinea da cinque anni la giornata internazionale delle donne, in occasione di un evento coordinato da Voices of Faith. Nel 2018, oltre al vibrante appello di Mary McAleese, alcune giovani donne invitate hanno deplorato la difficoltà di farsi sentire nella Chiesa. Contano di portare le loro aspirazioni, la loro fede, i loro dubbi e critiche al Sinodo 2018 sui giovani, la fede e le vocazioni. Una delle voci sentite a Voices of Faith 2017, la dottoresse Schilla Elworthy, deplora la mancanza di “intelligenza femminile” in Vaticano. Tutti ne hanno bisogno per affrontare le sfide legate alla costruzione di un mondo meno violento, abitabile da tutti e tutte (3). Dobbiamo perdere la paura dell’altro, della differenza, il che esige di passare dalla testa – cioè dalle idee e dai dogmi – al cuore che ascolta, accoglie, e si rende capace di parlare anche con il nemico.
Una cosa è certa: l’insistenza di papa Francesco sull’importanza dell’incontro per “uscire dall’indifferenza” potrebbe diventare il luogo simbolico di una migliore relazione uomo-donna nella Chiesa, al di là di ogni ideologia. Questo richiede, a bordo della nave, la moltiplicazione delle tavole rotonde e degli spazi di parola.
(1) Statement of the LCWR Officers on the CDF Doctrinal Assessment and Conclusion of the Mandate(2015). Tratto da https://lcwr.org/media/statement-lcwr-officers-cdf-doctrinal-assessment-and-conclusion-mandate.
(2) Nessuna informazione è filtrata da questa commissione di studio creata nel 2016. Sulle poste in gioco del diaconato per le donne: Micheline Laguë, Le diaconat permanent pour les femmes: una question ouverte dans l’Eglise? http://femmes-ministeres.org/?p=218, pubblicato il 15 luglio 2011.
(3) Video da consultare su https://youtu.be/i0pY40jkBYs