I libri sulla Shoah, tanti e necessari
Articolo di Paolo Di Stefano pubblicato su “Corriere della Sera” del 15 gennaio 2019.
Ieri mattina ho incontrato in via Solferino un gruppo di ragazzi di prima media piuttosto vivace con cui si parlava della funzione dei giornali, della necessità di saper distinguere il grano dal loglio, dunque di formarsi una mentalità critica. Poi si è parlato di libri e della lettura in un clima qua e là un po’ distratto, ma l’attenzione si è fatta immediatamente tesa e palpabile quando una ragazza ha detto che ama leggere racconti sull’Olocausto.
Ecco che allora anche gli allievi tendenzialmente più chiassosi hanno aguzzato l’udito. Sarà forse merito delle due prof di italiano, ma ho avuto l’impressione che il tema della Shoah riuscisse a sollecitare la sensibilità anche presso quel gruppo di giovanissimi non provenienti dalle zone della cosiddetta «eccellenza» scolastica. È stato un momento di sollievo in cui ho pensato al dovere, per le generazioni che verranno e che non avranno più memoria diretta di quei fatti, di tener vivo il racconto delle persecuzioni hitleriane.
Quando avremo finito di raccontare la Shoah, sarà arrivato il momento di allarmarci davvero, ma intanto, nell’approssimarsi del giorno della memoria, non si contano i nuovi libri sull’argomento come se non bastasse (e non basta mai) l’immensa letteratura di cui già disponiamo. Inimmaginabile resta il magazzino di storie a cui ancora si può attingere: come quella di Susanne Raweh, la bambina deportata che si nascondeva in una buca scavata nel terreno e si copriva con un sacco di patate: da qui prende avvio il bel romanzo per ragazzi Susanna e gli orchi di Mariella Ottino e Silvio Conte (Albe edizioni).
Qualche giorno fa sul Corriere Liliana Segre ha presentato un memoriale di Daniel Vogelmann intitolato Piccola autobiografia di mio padre (Giuntina): in poco più di 30 pagine l’autore racconta la storia di suo padre Shulim sopravvissuto ad Auschwitz e unico italiano salvato da Oskar Schindler. Colpisce, in questo libro fatto di silenzi, scrive Liliana Segre, «il linguaggio posato, preciso e asciutto, percorso da una mesta aura di poesia». La poesia: Nell’abisso del lager è il titolo di una antologia poetica curata da Giovanni Tesio per Interlinea.
Alla giovane lettrice di prima media consiglierei di tenersi accanto, come un breviario, anche la poesia: «E quando saremo tornati / L’erba pazza sarà nei cortili / E il fiato dei morti nell’aria».