Come la cananea, come donna queer non mi arrenderò con la chiesa cattolica
Riflessioni* di Jacqui O. pubblicate sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 20 gennaio 2019, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Mi trovavo a Tiro, in Libano, quando appresi che Gesù vi era stato una volta. Conoscevo bene l’episodio, ma non avevo mai prestato attenzione a dove fosse situato. Una donna (forse cananea, forse sirofenicia) va da Gesù e gli chiede di guarire sua figlia (Matteo 15:21-28). Egli la manda via, e la paragona ai cani. Gesù è qui per i figli, per le pecore perdute d’Israele.
Ero andata alla Messa maronita, lì a Tiro, perché mi sembrava meno minacciosa di una Messa a casa mia. Sarebbe stata un’esperienza culturale, un’occasione per immergermi nella lingua. Ma quando il prete lesse il Vangelo – “Ti prego, Signore, perché i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni” – sentii come un soffio di vento che mi stesse squassando.
Ho letto molte interpretazioni dell’episodio della donna cananea. Gesù la stava forse mettendo alla prova? O ha agito così per dare una lezione ai discepoli? Queste risposte non mi soddisfano, e non giustificano l’indicibile crudeltà del comportamento di Gesù. Non conosco la risposta, ma so che l’episodio è un punto interrogativo. È il mio punto interrogativo, quello che mi porto dentro da quando mi è stato detto che il Pane di Vita non può entrare in questo mio corpo queer. “Signore, non son degna…”, ma io, evidentemente, sono particolarmente indegna.
Perché la misericordia di Dio cade come pioggia su alcune persone, mentre tutte le altre si arrabattano nella polvere implorandone un po’, implorando di essere trattate come i cagnolini, visto che non sono esseri umani? Come si può avere fede in un Dio i cui discepoli ti cacciano?
La donna non riceve risposte, però riceve misericordia. Chiede le briciole, e Dio le dona abbondanza. In quella polverosa chiesa maronita, che odorava di salmi, ho chiesto a Dio le briciole, e lui mi ha dato il pane. Da allora non ho più smesso di ricevere l’Eucarestia, e ora vado alla Messa in lingua inglese.
Forse la Chiesa, in questo momento, assomiglia a Gesù [con la donna cananea], e c’è qualche ragione profonda e misteriosa per cui ha cercato di scacciarmi. Ma io so qual è il mio compito. Come la donna di Tiro, non mi arrenderò. Sono qui, e ci resto.
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
Testo originale: Why I Stay: Pushing Back Against Those Who Would Treat Us Like Dogs