Riflettendo con Migliorini su “Mistero Nuziale e Omosessualità. Davvero alternativi?“
Riflessioni di Giusi del Gruppo Kairos di Firenze
Nel pomeriggio del 26 gennaio 2019, per gli appuntamenti del sabato di Kairos, si è svolto un interessante incontro sul tema “Mistero Nuziale e Omosessualità. Davvero alternativi?“; relatore il giovane filosofo della religione Damiano Migliorini.
Il tema trae origine dal saggio “E’ possibile una teologia del genere?”, contenuto nel più ampio testo “Sguardi sul genere”, edito dallo psichiatra Paolo Rigliano nel 2018. Quindi si inserisce nel dibattito degli “studi di genere”, con l’intento di fornire una visione scientifica, quanto al metodo e all’approccio utilizzati, e deideologizzante a tale dibattito.
Seguendo il pensiero del cardinal Scola il “Mistero nuziale”, riferendosi alla vita coniugale fra uomo e donna, descriverebbe l’amore di Dio rispecchiando perciò il mistero delle Trinità. Mistero nella misura in cui non può essere compreso una volta per tutte.
Il matrimonio diventerebbe di conseguenza la via per eccellenza della salvezza, e di elevazione verso il divino. E sarebbe fondato su tre dimensioni: la differenza sessuale, il dono di sé, la fecondità con la conseguente procreazione.
La comunione nella diversità sessuale costituirebbe il senso profondo della sessualità, per cui l’unica relazione possibile diventerebbe quella eterosessuale, ribadendo la visione ontologica essenzialistica del maschile e del femminile.
Questa “weltanschauung” trapelerebbe dai testi sacri, e sarebbe frutto di una misteriosa volontà divina. Che in quanto misteriosa risulterebbe anche inconoscibile.
Un ordine imperscrutabile, incapace tuttavia di spiegare dove consista l’erroneità dell’orientamento omosessuale, né il fatto che in realtà non siamo stati creati solo come maschi e femmine.
Soprattutto, il sistema costruito presenta delle lacune che finiscono per destrutturarlo, perché conducono a delle perversioni teologiche.
Se il matrimonio fra uomo e donna rappresenta l’immagine per eccellenza dell’amore di Dio e della Trinità, che valore conferire alla vita consacrata, al celibato e alla vita di castità in generale, che fino a non pochi decenni fa sembravano costituire la vita cristiana per eccellenza? Accettare questo assunto porta a delle aporie insostenibili all’interno del sistema ontologico proposto.
In realtà le tre dimensioni individuate, debitamente interpretate, sarebbero applicabili a qualsiasi relazione che abbia per fine l’amore: la differenza non è solo sessuale, ma mette in luce come per Dio ogni essere umano sia un valore assoluto in quanto dotato di un’identità propria che lo rende unico agli occhi dello stesso Dio; il dono di sé è presente in tutte le relazioni umane costituite nell’amore al di fuori di relazioni prettamente affettive, per esempio in ogni atto di bontà, di empatia, di comprensione; infine la fecondità non è solo finalizzata alla procreazione, ma è generativa in senso lato, perché l’amore genera altro amore.
Da un punto di vista teologico quindi la triade dimensionale viene salvaguardata, ma risulta estendibile a ogni relazione basata sull’amore, di conseguenza anche a quella omosessuale se conserva tale fondamento.
La realtà relazionale assume uno statuto ontologico, sia pur non scissa dai corpi che la interpretano. Corpi che si muovono all’interno di un continuum che va dal maschile al femminile, e viceversa.
In estrema sintesi sono questi alcuni temi affrontati nel corso dell’incontro e dibattuti animatamente nel post presentazione, nel corso del dialogo seguito con tutti i presenti, che si sono dimostrati molto interessati alle argomentazioni del giovane filosofo. Anche perché investono le vite di tanti che vivono relazioni di coppia, che sentono il bisogno che esse vengano riconosciute all’interno della Chiesa cattolica.
Damiano Migliorini ha ammesso con sincerità il suo pessimismo riguardo a eventuali progressi su questi temi nel campo del pensiero teologico cattolico. L’evoluzione è molto lenta e risente di tutte le contraddizioni che il sistema Chiesa manifesta in quanto calata nella storia e nella realtà dei limiti umani.
Anche se lo stesso Damiano professa la sua fede in questa Chiesa cattolica, che afferma sia nel mondo senza essere del mondo, al più, seguendo il Concilio Vaticano II, in dialogo con il mondo.
Un tema, a mio giudizio, che rimanda alla sensibilità di ciascuno nel giudizio personale sulla Chiesa.