Ma quale chiesa cattolica propongono i vescovi americani? Solo quella che lotta contro i diritti dei gay!
Editoriale di The Tablet, settimanale cattolico britannico, 19 Novembre 201, traduzione di Maria Teresa Pontara Pederiva per finesettimana.org
Gesù Cristo e la Chiesa sono un tutt’uno. Così ha affermato l’arcivescovo Timothy Dolan di New York (Stati Uniti) di fronte ai suoi colleghi vescovi: questo principio è, secondo lui, la chiave per invertire il declino della partecipazione alla messa domenicale negli Stati Uniti, fatto che caratterizza la Chiesa cattolica in quel paese e, avrebbe potuto aggiungere, anche altrove.
“Forse, fratelli, oggi la nostra sfida pastorale più urgente è quella di richiamare la verità, per ripristinare la brillantezza, la credibilità e la bellezza della Chiesa ‘sempre antica e sempre nuova’, e rinnovando il suo volto che è quello di Gesù, così come Egli è il volto di Dio “.
L’arcivescovo Dolan è fin troppo consapevole della misura in cui l’immagine attuale della Chiesa non riesca più a corrispondere a questi ideali.
Una Chiesa che ha ripetutamente fallito nel proteggere i suoi membri più vulnerabili dagli abusi sessuali da parte dei propri preti, o che a volte sembra presentarsi come un severo maestro vittoriano nell’atto di ammonire una classe di alunni cattivi, o ancora come una lobby che spinge per proteggere i propri privilegi, piuttosto che un organismo al servizio del bene comune, non sembra poi essere molto simile al volto di Cristo.
In un discorso illuminante, l’arcivescovo Dolan ha ricordato alla Conferenza episcopale degli Stati Uniti, di cui è presidente, che la Chiesa non deve essere considerata un “carrozzone ingombrante, un club di pignoli fuori moda, gravato da un apparato burocratico di stampo medievale, capace di addossare sull’umanità una serie di regole incredibili basate sulla pura fantasia, e neppure uno dei tanti movimenti carichi di litigiosità e opinioni contrastanti”.
I vescovi di Inghilterra e Galles hanno lanciato un’iniziativa per cercare di “corteggiare” di nuovo coloro che hanno abbandonato la pratica settimanale.
Una lezione che emerge dai primi incontri, come descritto da Jonathan Tulloch nel Tablet di questa settimana, è la necessità di “vedere noi stessi come ci vedono gli altri”, di riconoscere che quanti non hanno abbandonato, per così dire, sono anch’essi una parte del problema alla stregua di quelli che hanno lasciato. E’ una riflessione simile al discorso di mons. Dolan.
Per dirla in breve, quando la gente guarda a un vescovo cattolico, il rappresentante più in vista della Chiesa locale, in lui vede Cristo, colpito a sangue, deriso, maledetto, profanato”, o lo vede come il capo di “un sistema di organizzazione di attività che necessita di una opportuna rimessa a nuovo?”, per citare l’arcivescovo Dolan.
Esattamente come il messaggio spirituale, con tutta probabilità, è insufficiente per contrastare le tentazioni di consumismo e individualismo, che sono fra i principali antagonisti di una vita di fede.
Eppure Cristo è la migliore offerta che la Chiesa può sponsorizzare; egli è la fonte di attrazione magnetica che è ancora in grado di attirare perfino quanti ne sono estranei.
Nel chiedere una gerarchia più umile capace di ammettere le sue mancanze, l’arcivescovo ha giustamente contestato quello stile di trionfalismo episcopale presente nella cultura cattolica americana, e anche altrove. Non tanto per colpa di singoli individui, ma dell’intero sistema.
Tuttavia questo di fatto allontana molti cattolici, e nello stesso tempo mostra loro che non sono cercati. Per esempio, la Chiesa cattolica in America ha intrapreso una campagna per difendere la libertà religiosa, che a suo dire sarebbe minacciata su vari fronti.
Ma non è chiaro se la libertà più importante da difendere sia il diritto della Chiesa di discriminare i gay cattolici, o il diritto della Chiesa a far sì che i suoi gli ospedali continuino a venire incontro alle necessità sanitarie degli immigrati clandestini.
I vescovi americani potrebbero allora interrogarsi su questa domanda: quale immagine di Chiesa è più simile al volto di Cristo?
Quale immagine ha più probabilità di attrarre di nuovo quanti si sono allontanati – o sono stati allontanati – fra delusione e disperazione?
Testo originale: Editorial. Wooing the not-so-faithful