L’intruso. Quando l’HIV ha preso posto nella mia vita
Testimonianza di Charlotte raccolta da Isabelle Yaouanc tratta da TÊTU+. Guide gratuit d’information sur le VIH. 2010-2011 (Francia), Dicembre 2010, p.6, liberamente tradotta da Marco Casella
Charlotte ha appreso della sua sieropositività nel 2008. A 31 anni. « Ero separata dal mio piccolo amico da un anno. Il 6 giugno mi dice al telefono che alcuni esami hanno rilevato che era sieropositivo. Ho pensato subito a lui.» Poi fa il test.
Nel giro di sei giorni, interminabili, il suo medico curante le comunica che i risultati sono « positivi». Lei è confusa… Positivi? Per chi? «Mi ha quindi spiegato che voleva dire che il virus era dentro di me.» Comincia allora una lunga battaglia.
Charlotte non segue una cura, la sua carica virale non è rilevabile. Lei però vuole sapere tutto su questo intruso presente nel suo sangue, al quale affibbia anche un nome. E si mette a fare spontaneamente la prevenzione su stessa. « Parlavo sempre di preservativi, test, prendevo esempio da me stessa… Era necessario che la mia esperienza servisse a qualcosa.»
Quindi, nel 2009, quando un’amica di Act Up le chiede di testimoniare per un cortometraggio sulle donne e sull’HIV*, Charlotte naturalmente accetta. Incontra la realizzatrice Sylvie Ballyot, che, secondo la sua testimonianza, diventerà Juliette. « Sylvie ha scelto di fare un film sulla mia prima paura, quella di contaminare e di rifare l’amore con un uomo.» Più fiction che documentario perché, in quel momento, Charlotte non dice niente a sua madre. Lo farà solo qualche mese più tardi. Una vera liberazione.
Oggi, Charlotte è contenta di mostrare il suo volto, Poiché conosce il valore delle testimonianze e le piacerebbe che il suo « parli » agli altri: «Sono una ragazza giovane, non faccio parte di quelle che si è soliti chiamare popolazioni a rischio. Io e il mio ex compagno abbiamo vissuto un’intensa passione. Un vero amore… E poi, mi è successo questo.»
Charlotte non si considera una vittima. Si considera tanto responsabile quanto il suo ex, il cui suicido, qualche settimana fa, l’ha sconvolta. Un nuovo dolore, ma una ragione in più per battersi. « Oggi si sente dire che non si muore più di AIDS, e quindi il suicidio del mio ex non entrerà nelle statistiche. Eppure è la malattia che lo ha ucciso », dice tra rabbia e emozione. Insiste sull’importanza del suo entourage, riconosce di non essere stata molto tenera, e sottolinea il ruolo della sua compagna, il cui buon sostegno non ha ritrovato l’equilibrio…» che lei deve anche a se stessa. « Ci ho messo del tempo ad abbandonare la mia sieronegatività, ma oggi l’ho accettato. Sono sieropositiva, va bene.»
Un suo amico, anche lui sieropositivo, le ha detto molto presto che bisognava che facesse del suo virus « uno strumento di vita.» Lei confessa di non aver capito molto bene all’epoca: oggi sa di esserci riuscita. «È cominciata la mia seconda vita. E io amo la mia vita.» La vita di una ragazza come le altre, bella e innamorata.
* Silenzio = morti, una serie di venti cortometraggi realizzati per i 20 anni di Act Up-Paris.
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Testo originale: Charlotte. Ma deuxième vie a commencé tratto da TÊTU+ Le guide gratuit d’information sur Le ViH.Edition 2010-2011 (file pdf)