Basta tacere. “Sono un sopravvissuto, ho il dovere della memoria”
Testimonianza Laurent raccolta da Dominique Thiéry tratta da TÊTU+. Guide gratuit d’information sur le VIH. 2010-2011 (Francia), Dicembre 2010, p.12, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Sulla sua T-shirt fetish si legge: “Trust me, I’m a doctor” (fidatevi di me, sono un @@medico). Caroline, un’amica intima, lo conferma: “Durante il consulto, malgrado quello che sta vivendo, il vostro raffreddore è per lui la cosa più importante!”
Laurent, 43 anni, è medico generico nella periferia parigina. Si presenta volentieri come gay, ebreo e sieropositivo.
Ha 21 anni quando apprende di essere stato contaminato, al terzo anno di medicina. “Ho fatto il mio coming out alla facoltà, prima sull’omosessualità, poi sulla sieropositività, per sensibilizzare gli studenti che un giorno sarebbero stati medici.”
Questo fan dei fumetti di supereroi non fa lo spaccone. Si è preso il suo tempo prima di prestare il proprio volto all’HIV.
Più pronto a proteggere gli altri che se stesso. “Avrei voluto che i miei genitori non cadessero per i proiettili vaganti di questa guerra.”
Però però… Laurent è prima di tutto un militante. Segretario dell’Associazione dei medici gay (AMG) che ha realizzato un opuscolo destinato ai medici generici sulla presa in carico delle persone omosessuali, ha accettato nel 2008 di testimoniare in un documentario, poi nel Magazine della salute su France5.
“Sono un sopravvissuto, ho il dovere della memoria per tutti coloro che sono morti, ho il dovere di informare chi si infetta e le generazioni più giovani.”
Si è esposto alla luce del sole, rischiando parecchio: tutti i suoi pazienti hanno finito per apprendere la notizia…
“La loro reazione mi ha enormemente stupito, non ho perduto alcun paziente. Certi si complimentano, una ragazza è venuta con sua madre dopo aver pianto per tre giorni, inquieta per me!
Sono a disagio quando mi domandano come mi va… Sono io che mi devo preoccupare della loro salute, non loro della mia!”
Il suo libretto sanitario mostra una carica virale non rilevabile, quattro pastiglie quotidiane senza effetti indesiderabili, “eccetto le guance un po’ incavate e una logistica complicata per i miei viaggi”.
Il virus, malgrado tutto, detta legge. Single da due anni, Laurent si rifiuta di avere una nuova storia con un sieronegativo, o ad essere lo svago di una sera.
“Con un sieropositivo mi sentirei più libero nella mia sessualità, non voglio contaminare nessuno.” Attinge la sua forza dalla kabbalah, una corrente di pensiero nata dal giudaismo.
“Ho imparato a resistere a breve termine per impiegare tuta la mia energia sul lungo termine.” Occhiolino e sorriso seducente, non perde la sua fede nella medicina, lui che dice di essere il suo strumento.
“Ci arriveremo. Un giorno l’AIDS scomparirà.” Mentre aspetta, Laurent vuole curare la mentalità che, ahimè, progredisce meno velocemente dei trattamenti.
Testo originale: “Je suis un survivant, j’ai un devoir de mémoire” tratto da TÊTU+ Le guide gratuit d’information sur Le ViH. Edition 2010-2011 (file pdf)