Sono un giovane gay cattolico. Non capisco perché non posso amare il mio ragazzo
Email inviata da Edoardo di Firenze, rispondono suor Stefania Baldini, Comunità di Suore domenicane Unione di San Tommaso di Firenze; e Simone di Kairos, gruppo di Cristiani LGBT di Firenze
Mi scuso se vi disturbo ma mi trovo in una situazione molto difficile e dolorosa, pertanto ho deciso di scrivervi. Innanzitutto mi presento. Sono Edoardo, ho 22 anni e vivo a Firenze. Fin da bambino sono sempre stato affascinato dal rapporto di amore con Gesù. Un rapporto per me fatto soltanto di qualche preghierina nei momenti difficili e la sera prima di andare a letto!
Questo rapporto è andato avanti in maniera così “infantile” e un poco superficiale fino a tre anni fa. Tre anni fa sono entrato in un gruppo di preghiera che mi ha permesso di aumentare la mia fede, fare esperienza della continua presenza di Gesù e Maria in mezzo a noi e capire appieno tanti dogmi attraverso novene, varie preghiere quotidiane, vite dei santi, giaculatorie, via crucis, ecc… Nella bellissima scoperta e conoscenza in modo più consapevole dell’amore di Dio e della Vergine Maria è però subentrato un problema e quel problema sono io.
Da ragazzino ho sempre immaginato il mio futuro accanto ad una ragazza, ad una donna ma poi ho sbattuto il naso contro la più dura delle realtà, ovvero, che il mio interesse per il genere femminile era ed è molto basso se non nullo. Infatti ho ahimè compreso che forse veramente avevano ragione i compagni di scuola quando mi prendevano in giro dicendomi “gay, frocio…“.
Ebbene, ho avuto una pseudorelazione con un ragazzino all’età di 15 anni, per poi in seguito iniziare una frequentazione con uomo più grande di me di 16 anni. Questa relazione va avanti da quasi 5 anni e inizialmente è stata per me una gioia immensa tanto da sentirmi di ringraziare il Signore per avermi fatto incontrare una persona così meravigliosa. Agli albori e ai primi sviluppi di questa importante relazione conoscevo ma ignoravo anzi cercavo di combattere, nel mio piccolo, il pensiero della Chiesa sull’omosessualità e gli atti impuri.
Nell’ultimo anno, invece, dato che questa relazione si sta facendo importante e duratura, mi trovo molto influenzato e quasi d’accordo con quella Chiesa bigotta che tanto avevo criticato in passato. Comincio ad essere d’accordo con quella Chiesa che vede i gay come schiavi del demonio e l’ omosessualità come un atto assolutamente ostacolante alla salvezza della propria anima.
Io amo con tutto il cuore il mio ragazzo ma ho tanta paura di vivere il nostro rapporto con serenità. Sto anche valutando di fare una vita in castità reprimendo questa mia tendenza, ma sono troppo confuso per sapere se questo potrebbe comportare la mia felicità.
Ho parlato con un sacerdote che mi ha intimato di lasciare subito il mio ragazzo perché “Satana ti odia e fa di tutto per prenderti con sé e toglierti la felicità. Devi lasciare quel ragazzo e solo così potrai essere veramente felice. So che sei timido e magari ti sei buttato sugli uomini per questo motivo. Ma ricordati che te sei chiamato a diventare babbo! Vedo che hai un cuore grande e pieno d’amore pensa a che babbo meraviglioso potresti essere“. Penso che tanti dubbi si siano amplificati dopo questo incontro e, incapace di prendere una decisione, ho evitato completamente di avere anche il minimo contatto fisico con il mio ragazzo per un anno intero.
So che amo il mio ragazzo, ma l’idea di privarmi della salvezza per un rapporto così terreno e limitato, mi spaventa e mi blocca. Non voglio offendere Gesù e il cuore immacolato di Maria con atti iniqui, lussuriosi ed impuri. Sto già facendo un percorso con una psicologa, ma ho tanto bisogno di aiuto in ambito spirituale.
Non capisco perché devo portare questo peso e soprattutto mi chiedo se veramente sono stato creato così oppure se il demonio ci ha messo lo zampino. Mi scuso tantissimo per questa interminabile mail in cui ho cercato il più possibile di concentrare momenti di vita e sofferenze vissute. Grazie se avrete letto anche solo una riga di questo mio scritto e ancora grazie se deciderete di rispondermi. Grazie.
Edoardo
Le risposte…
Carissimo Edoardo, ho visto la tua lettera e ho pensato a lungo prima di scriverti. Io sono una suora domenicana molto vecchia – 87 appena compiuti – e da alcuni anni ho avuto il dono e la gioia di incontrare gli amici di Kairos (gruppo di Cristiani LGBT di Firenze), con i quali scambiamo pensieri, progetti, gioia e gratitudine per la vita che ci è donata, anche con i suoi momenti più dolorosi o comunque difficili.
Vorrei dirti subito che il mio cammino di fede è stato diverso dal tuo, per cui ciò che dico potrà servirti più o meno, ma è comunque una condivisione che rende amici. La mia famiglia non era praticante. Il passaggio della guerra, con le sue vittime senza nome e senza storia, mi spinse a pensare che qualcuno doveva pur esserci a rendere giustizia a quelle vittime, ad ogni vittima.
Ebbi la grazia di incontrare alcune persone che coltivavano quel sogno e che parlavano di un Dio innamorato di tutte le sue creature, che le voleva felici, riconciliate, mai ripiegate su se stesse ma con lo sguardo spinto sempre oltre, con un respiro ampio.
Ho visto come te chiusure inspiegabili, grande insistenza sul male, sulle colpe e su presunte colpe, nostre e altrui. Io in questa logica non mi riconosco e non ci sto. Non ci sto neppure quando si è di fronte a esseri umani che sembrano irrecuperabili, (quando Gesù dice di essere perfetti come il Padre che è nei cieli, per me si riferisce all’ amore senza limiti del Padre, e ci chiede di volere intensamente insieme a Lui la salvezza di ogni fratello e sorella…ma questo è un discorso lungo..) figuriamoci se posso tollerare che qualcuno sia caricato di ciò che colpa non è. Fin dai testi dell’Antico Testamento il Padre dà una motivazione ai suoi gesti e parole di liberazione: perché tu sia felice.
Io penso che ci sia chiesto di non lasciarci intristire e invischiare dal clima di morte che , certo senza averne coscienza, alcuni “maestri” provocano nell’animo di tante persone più sensibili. Forse è cosa utile dimenticarci un poco di noi stessi, e rendere grazie a Dio della bellezza che abita ogni persona anche quando questa bellezza non la vediamo, ma che dobbiamo desiderare giunga a piena fioritura.
Danilo Dolci aveva scritto in una breve poesia: ciascuno cresce solo se sognato. Credo che chi dilata l’animo ad amare è per sempre amico di Dio.
Scusa, Edoardo, se non sono riuscita a spiegarmi. Sono però molto contenta di averti incontrato e ti ringrazio del coraggio che ti spinge a cercare. Ti auguro di volerti bene, di accoglierti con tenerezza. E quando ti sembrerà difficile ricordati che Dio non è un contabile, perché sul palmo delle mani non ha impresso cifre ma volti, i nostri volti.
Ti abbraccio con sincero affetto e spero presto di poterti incontrare ad un incontro di preghiera del gruppo Kairos.
suor Stefania Baldini, Comunità di Suore domenicane Unione di San Tommaso di Firenze
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Caro Edoardo, sono Simone, uno dei ragazzi del gruppo Kairos di Firenze, e sono felice e commosso che tu ci abbia scritto e ti ringrazio di cuore per averci raccontato qualcosa della tua storia. Qui a Kairòs ci sono molte persone che stanno percorrendo il tuo stesso cammino, persone che vengono da percorsi e storie personali diverse tra loro, alcune molto simili alla tua. Da circa un anno si è anche formato un gruppo giovani, accomunati dalla ricerca di un cammino di fede e di realizzazione piena di sé. Sarebbero felicissimi di poterti conoscere!
Nel nostro cammino, che dura ormai da molti anni e che ha visto l’avvicendarsi di molte persone, abbiamo avuto la grazia e la gioia di toccare con mano quello che dice il salmista: ognuno di noi è una meraviglia stupenda agli occhi del Signore! “Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda!” (Salmo 138) E in Kairòs sperimentiamo proprio questo: l’abbraccio accogliente del Signore, che ci ripete ogni volta quanto ciascuno di noi sia speciale ai suoi occhi.
Come forse saprai, ci sono gruppi come il nostro in Italia e nel mondo. La scorsa estate la Chiesa tutta si è riunita per discutere dei giovani nel Sinodo, e tra i vari temi c’era quello dei credenti omosessuali. Nel documento finale del Sinodo, approvato lo scorso ottobre, troviamo parole molto incoraggianti per chi fa un cammino come noi: “Esistono già in molte comunità cristiane cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi. In questi cammini le persone sono aiutate a leggere la propria storia; ad aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale; a riconoscere il desiderio di appartenere e contribuire alla vita della comunità; a discernere le migliori forme per realizzarlo. In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé”. (Documento finale del Sinodo dei Vescovi sui giovani, 3-28 ottobre 2018, n.150)
Kairòs vuole essere proprio questo: un gruppo di persone che fanno un cammino, sostenendosi a vicenda, nella crescita nella fede e nella piena realizzazione di sé, della speciale e particolarissima chiamata che il Signore fa a ciascuno di noi. E lo facciamo attraverso momenti di preghiera e di approfondimento della Parola, spesso guidati da sacerdoti e suore che ci conoscono da molti anni e che con noi hanno approfondito il tema, e momenti di condivisione su vari temi legati alla nostra vita.
Se vorrai, saremmo veramente felici di raccontarti un po’ del nostro cammino, che è davvero ricco di esperienze e incontri, e potrai confrontarti con i religiosi che ci accompagnano. Speriamo di sentirti presto! un abbraccio
Simone del Gruppo Kairos, Cristiani Lgbt di Firenze