Il Signore è in mezzo a noi o no? (Es 17, 7)
Riflessione biblica tratta dal blog Escrituras inclusivas (Spagna), 23 settembre 2011, liberamente tradotte da Pina
Condotti nel deserto senza acqua né speranza, il popolo di Dio si domanda: “Il Signore è in mezzo a noi o no?” (Es 17,7). Egli risponde con un enfatico “Si!”, accompagnato da storie della comunità riguardanti la liberazione, la provvidenza e la lealtà di Dio.
“Il Signore è in mezzo a noi, si o no?”. Questa domanda provocatoria si intreccia alle letture di oggi. In Esoso 17, 1-7 ci imbattiamo in una scena familiare: gli Israeliti iniziano a perdere la calma e a protestare perché Mosè li conduce alla morte.
Essi gli chiedono: “Perché ci hai fatto uscire dall’Egitto per morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?”. Da parte sua, Mosè rimane deluso dalla loro insofferenza. Tuttavia, il Signore fornisce miracolosamente acqua da una roccia.
Ma più importanti della provvista di acqua sono i mezzi attraverso i quali il Signore provvede loro: lo stesso bastone usato per togliere l’acqua ai nemici di Dio in Egitto (vedi Esodo 7,17), ora la fornisce al popolo dell’Alleanza (versi 5-6).
Avendo gli anziani per testimoni, la comunità si vergogna della propria mancanza di memoria. Come si vede, il Signore ha il potere sia di togliere l’acqua che di fornirla.
L’acqua e la sua forza per difendere o danneggiare la vita, è un tema importante nel libro dell’Esodo. La sua immagine è presente in tutto il racconto: dal salvataggio dal fiume del piccolo Mosè alla traversata del Mar Rosso degli Israeliti fino alla loro sete. Come fanno a sapere che il Signore è in mezzo a loro? Perchè Dio continua ad utilizzare elementi come l’acqua, che può dare o togliere la vita, come mezzo per azioni che donano la vita e la strada verso la Terra Promessa.
Indica alcuni avvenimenti devastanti nella vita della tua comunità, ma che, infine, furono anche di aiuto e incoraggianti. La comunità gay, lesbica, bisex e trans (GLBT), per molti aspetti, può unirsi alla domanda se il Signore è o no in mezzo a noi: l’esperienza dell’esilio, la mancanza di attenzione e speranza sono comuni tra le persone socialmente degradate.
Come è possibile che quando facciamo il primo passo verso la libertà e l’autorealizzazione, come fare outing, formare famiglie stabili e coltivare relazioni sane, ci troviamo ancora in pericolo?
Esodo 17,1 ci ricorda che il vero contesto in cui si trovano gli Israeliti non è ancora la Terra Promessa. Si tratta solo di una tappa del cammino, una fermata del tragitto, perché si portino a termine pienamente ciò che il Salmo 78,4 chiama le opere gloriose di Dio, la sua potenza e le meraviglie che ha compiuto. Tuttavia, dobbiamo stare molto attenti a non confondere le mete effimere della rotta con la conclusione del nostro cammino e della nostra lotta.
Quali sono gli aspetti che danno la vita o la tolgono nella situazione della tua comunità personale?
Il Salmo 78,1-4 e 12-16 è un salmo storico istruttivo. Ricorda ai lettori che gli Israeliti sono il popolo di Dio, non solo della parola. Sono il popolo di Dio perché ricordano la storia dell’attesa fedele, della bontà, della provvidenza e della protezione di Dio attraverso il suo percorso dall’esilio alla promessa.
Allo stesso modo, noi della comunità GLBT e di altri gruppi storicamente emarginati siamo parte di un cammino, una lotta, in cui sicuramente non ci saremmo voluti trovare.
Tuttavia, abbiamo l’opportunità di esercitare tanto una memoria collettiva e fedele delle nostre passate esperienze con Dio e tra di noi, quanto quella di esprimere la nostra speranza futura nella presenza e nell’azione di Dio.
In che modo la tua comunità condivide e rende onore alle proprie storie di lotta e speranza?
Il Salmo 25,1-9, di conseguenza, si presenta come una sfida per lo sconforto e la mancanza di memoria degli Israeliti in Esodo 17: invece di pregare Dio perché ci aiuti nella nostra angoscia e incredulità, e come intento disperato per sopravvivere, il salmista eleva una richiesta di aiuto al Signore attraverso espressioni di fiducia nella sua bontà. “Da sempre” (verso 6) Dio è stato misericordioso e amorevole.
La risposta giusta alla domanda se il Signore è in mezzo a noi oppure no è un enfatico “Si”, accompagnato da racconti della comunità sulla liberazione, la provvidenza e la lealtà di Dio.
Le preghiere fiduciose per richiedere aiuto, guida e forza dovrebbero basarsi sulla nostra storia cristiana di fede che troviamo sia nelle storie della Bibbia che in quelle delle nostre comunità di fede contemporanee.
Siamo un popolo in mezzo al quale c’è il Signore. Come facciamo a saperlo? Perché ce lo dicono le nostre storie e i nostri fedeli predecessori. Quando Gesù insegna in Matteo 21,23-32 la sua autorità viene sfiduciata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Poiché l’autorità è la capacità di influire sul comportamento degli altri, la rinuncia di Gesù a non dare alcuna ulteriore prova della sincerità di quanto afferma sembra essere basata sul fatto che, come Giovanni Battista, Egli aveva già credibilità da parte del popolo.
Ogni volta che noi fedeli GLBT lavoriamo dentro o fuori la struttura del potere stabilito dalla chiesa, ci rendiamo conto che la nostra autorità viene sfidata. Astuti oppositori cercheranno sempre di minare il nostro lavoro, negando la sua validità “dal cielo” e dicendo “Non lo sappiamo”.
Nella parabola Gesù ci ricorda che entreranno nel Regno di Dio coloro che faranno la Sua volontà, anche controvoglia (forse per le brutte esperienze passate).
Preghiera
Dio paziente, chiediamo la tua presenza nei nostri momenti di afflizione.
Mentre gli altri discutono il nostro legame con te
e la tua alleanza verso di noi,
nutrici con la tua presenza sostentatrice di vita.
Aiutaci ad unirci all’antico grido del salmista:
resta con noi. Amen
Testo originale: ¿Está Dios en medio de nosotros o no?