Quale fecondità per le persone omosessuali? Uno sguardo sull’Antico Testamento
Riflessioni del gruppo di cattolici omosessuali Devenir un en christ di Toulouse (Francia), 17 gennaio 2009, liberamente tradotte da Lorenza
“La fecondità è la capacità di riprodursi, la qualità di ciò che è fecondo. In biologia, la fecondità esprime la capacità delle specie viventi, animali o vegetali, di riprodursi e di assicurare la perpetuazione della specie. È il contrario della sterilità.
In agricoltura, si parla di fecondità della terra per esprimere la sua capacità a produrre delle raccolte abbondanti. È un sinonimo di fertilità. (secondo Wikipedia).
« la tradizione ha sempre dichiarato che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Fermano l’atto sessuale al dono di vita” (Catechismo della Chiesa Cattolica, § 2357)
« è dalla sua stessa natura che l’istituzione del matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati alla procreazione e all’educazione che, tal una cima, ne costituiscono l’incoronazione (Gaudium et Spes 48, § 1 – in Catechismo § 1652).
Ecco delle frasi che risuonano difficilmente alle nostre orecchie…Fecondità e omosessualità ? Perché affrontare la questione visto che è già “risolta” a priori dal Catechismo ? è con amarezza e rancore che stiamo per affrontare il tema. Tuttavia, non prenderemo come punto di partenza il Catechismo, ma la Bibbia.
LA FECONDITA’ NELL’ANTICO TESTAMENTO
Una vocazione alla fecondità
Nel principio, Dio creò tutte le cose feconde : una volta la creazione finita, Dio non creò più, lascia alla sua opera il compito di rinnovellarsi.
In primo luogo la fecondità si rivolge ai vegetali: “l’erba rende feconda il suo seme” (Gn 1, 11 e 12).
Poi Dio si rivolge agli animali “Siate fecondi e moltiplicatevi” (Gn 1, 22). Poi infine Dio si rivolge agli uomini e lancia loro lo stesso invito “Siate fecondi e moltiplicatevi” (Gn 1, 28). Per gli animali e gli uomini, questo invito alla fecondità si accompagna di una benedizione da parte di Dio.
Ma per l’uomo, la Bibbia sembra spiegare come la fecondità si realizzerà: infatti il versetto sopraccitato segue la differenziazione tra l’uomo e la donna:
Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi”.
La fecondità è quindi legata a una differenziazione dei sessi. Ed è questa stessa vocazione alla fecondità che fa l’uomo ad immagine di Dio. Quindi, la prima vocazione dell’uomo non è di dominare la terra, cioè di lavorare la terra, ma di essere fecondo.
Ciò lo fa ad immagine di Dio, ciò gli conferisce la sua somiglianza con Dio : dare la vita a qualcuno che sia egli stesso a sua volta capace di essere ad immagine di Dio.
Essere fecondo non è solo generare, ma ha una dimensione morale: è poter dare la vita ad un’altra persona, permetterle di diventare pienamente uomo o donna e di incontrare Dio.
Dopo, dopo il diluvio, nella creazione restaurata, si trova lo stresso invito alla fecondità, prima indirizzata agli animali “siano fecondi e si moltiplichino” (Gn 8, 17), poi, due volte, agli uomini “siate fecondi e moltiplicatevi” (Gn 9, 1 e 7). Questo invito è di nuovo preceduto da una benedizione.
Dopo la creazione, la fecondità continua a essere legata ad una benedizione: è il caso per Abraham al quale Dio promette di diventare una nazione grande che benedice (Gn 12, Questa benedizione che accompagna la fecondità è data da Dio a tutto Israel (Dt 7, 14): “Tu sarai benedetto più di tutti i popoli e non ci sarà in mezzo a te né maschio né femmina sterile e neppure fra il tuo bestiame”.
In questo primo percorso biblico, la fecondità appare quindi come una benedizione di Dio e una vocazione per l’uomo.
Un avventura inaspettata
Sembra che ci sia un paradosso nella storia del popolo d’Israele: la storia si costruisce con dei racconti successivi che partono da una sterilità di partenza verso a una fecondità “estrema”.
Prendiamo l’esempio della genealogia di Abramo nella Genesi. Nella Gn 12, Dio promette a Abramo una gran nazione, che in lui saranno benedette tutte le famiglie della terra: riceva da Dio il nuovo nome di Abramo, “padre di una moltitudine” (Gn 17, 5).
Ma malgrado le promesse ripetute di Dio (Gn 15, 5 ; 17-18), Sara, sua moglie, sterile e di già anziana, dubita. Consiglia Abramo di unirsi alla sua serva Hagar per dargli un figlio: sarà Ismael.
Dopo, Dio appare ad Abramo con due angeli (Gn 18) e gli promette un figlio, ma Sara rimane nel dubbio: come ? Ma Dio le dà un figlio: Isacco.
Paolo vedrà nell’avventura di questa coppia il modello della vita del credente che si fida delle promesse malgrado le apparenze di sterilità.
Isacco si sposa con Rebecca, ma anche lei è sterile (Gn 25, 21), alla preghiera d’Isaac pero Dio la rende feconda: nascono Esau e Giacobbe. (…)
Al di fuori della Genesi, il tema biblico della donna sterile/feconda è conosciuto. La madre di Sansone è sterile, ma Dio manifesta tutta la sua compassione per questa donna, l’angelo le è mandato e conosce la sua disperazione: “So che sei sterile e che non hai figli” (Jg 13, 3), e le promette la nascita di un figlio.
Il primo libro di Samuele racconta una storia simile (…). Eppure nel Vangelo di Luca c’è la storia di Elisabetta: sterile, partorisce Giovanni, l’ultimo dei profeti, colui che prepara la via al Signore (Lc 3, 4)
Conclusioni
E sempre una donna sterile che partorisce un figlio che assicurerà la promessa divina, ed è spesso il figlio meno fortunato che diventa fonte di fecondità. Il cantico di Anna (1 S 2, 1-10) sottolinea come Dio viene sempre a rovesciare i nostri valori : la sterilità partorisce sette volte, e la madre feconda non feconda più (cf 1 S 2, 5).
Si ritrova anche nei Salmi: Dio “sistema la donna sterile in felice madre di famigli (Ps 113 [112], 9). Perché “Niente è impossibile a Dio” (Lc 1, 37).
Il protagonista centrale di queste storie è quindi Dio, senza il quale la fecondità è impossibile. Dio non abbandona mai la donna sterile, ma la viene a visitare. La fecondità è il risultato di una promessa.
Nella Bibbia la maggiore fecondità proviene da una sterilità. (…) Negli ultimi racconti proposti qui, i figli sono consacrati a Dio dalla loro nascita: la sterilità umana si oppone alla fecondità in Dio, Dio dà e le tre donne ridanno a Dio ciò che Egli ha dato, consacrano il loro figlio.
In questo senso, la fecondità non è atto dovuto ma un dono di Dio, una grazia.
Testo originale: Quelle fecondite pour les personnes homosexuelles? Un regard biblique.