Il cammino nella chiesa cattolica delle “famiglie fortunate” con un figlio LGBT
Riflessioni di Elena e Enrico, genitori e operatori pastorali in parrocchia a Reggio Emilia
Questa è la terza volta che io e mio marito Enrico partecipiamo all’incontro presso la parrocchia della Madonna della Tosse di Firenze per genitori cattolici con figli LGBT aperto anche ai pastori ed agli operatori pastorali. Quest’anno il titolo era “Famiglie Fortunate” ed era organizzato dal Gruppo Kairos in collaborazione con la Tenda di Gionata e la rete 3volteGenitori.
Questa volta ci siamo resi conto meglio dello scopo e dei frutti di questi incontri e del perché dobbiamo continuare ad organizzarli anche nei prossimi anni; per l’aiuto che offrono, per il bene che seminano, perché sono una mano che viene tesa ai genitori cattolici alla ricerca di risposte e di motivazioni plausibili alla nuova situazione che si è presentata nella loro famiglia: il coming out di un figlio gay o di una figlia lesbica.
Già solo il titolo dell’incontro “Famiglie Fortunate” si è dimostrata una provocazione per questi genitori tristi e smarriti che stanno attraversando uno dei periodi più difficili della loro vita familiare, pieno di dolore, sensi di colpa, vergogna per quello che gli è successo e che non vedono nessuna attinenza tra quella definizione e la loro situazione.
Sentirsi spiegare che quello che è successo loro è una grazia perché permette, come ha permesso a noi, di scoprire la grandezza e la magnificenza dell’Amore di Dio, delle Sue espressioni infinite, diverse e bellissime e di scoprire che siamo noi, che siamo esseri limitati, a volerlo limitare ed imbrigliare.
I nostri figli ci danno la possibilità di scoprire queste espressioni dell’Amore, è un dono che viene fatto alla nostra famiglia e noi non possiamo fare altro che accoglierlo ed aiutare i nostri figli a farlo germogliare bene e farlo crescere, affinché possano amare ed essere amati, siano essi eterosessuali o omosessuali, e di questa bellissima opportunità devono essere partecipi anche i fratelli e le sorelle.
Per questo il titolo “Famiglie fortunate” non è una provocazione o un esagerazione ma l’espressione di una grazia che il Signore ci ha donato, come ha detto una mamma: “Io ho avuto due figli e ho avuto la fortuna di averne uno eterosessuale e uno omosessuale”.
L’altra cosa è che attraverso questi incontri i genitori hanno la possibilità di fare un percorso di liberazione dai pregiudizi e dalla paura, di ritrovarsi e confrontarsi con altri genitori che hanno vissuto o stanno vivendo la stessa situazione e sentirsi accolti senza essere giudicati ma confortati e aiutati in questo cammino.
E’ un approdo sicuro dove poter trovare risposte esaurienti alle tante domande che si affacciano alla loro mente. Possono trovare dei sacerdoti, che sono espressione di una chiesa che li ascolta senza giudicarli e senza condannarli ma anzi che li solleva dal senso di colpa e dalla paura. Una chiesa che si mette al fianco con delicatezza e che li sostiene.
Trovare psicologi che una volta per tutte liberano la loro mente da tutti quei fantasmi su presunte malattie, situazioni di cattiva educazione o di abbandono da parte dei genitori che avrebbero portato i figli a “diventare” omosessuali.
Quando io e mio marito siamo tornati a casa la sera abbiamo avuto la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la strada da percorrere per il bene della chiesa è quella che parte dalle persone, dalle loro fragilità e sofferenze e che da lì si può cominciare a costruire un futuro di chiesa che accoglie e accetta l’essere umano con tutte le sue diversità e che vede nella diversità la vera ricchezza che Iddio ci ha donato, senza giudicare o condannare nessuno perché siamo tutti belli agli occhi di Dio, perché Dio non produce scarti!