Cosa pensano i cattolici LGBTQ di Malta della loro chiesa
Articolo di Becca Bonello Ghio* pubblicato sul sito Lovin Malta (Malta) nel febbraio 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Conosciamo bene la posizione della Chiesa [Cattolica] sul matrimonio omosessuale, l’abbiamo sentita molte volte. Ma cosa pensa l’altra parte? Conosciamo l’opinione della comunità LGBTQ+ sulla Chiesa maltese?
Il nostro sondaggio online sulla religione a Malta ci aiuta a far luce. Sappiamo bene che le risposte da noi raccolte non sono una rappresentazione fedele del Paese, e che non tutti la pensano allo stesso modo. Tra chi ha risposto, quasi tutti hanno detto di essere cristiani, il 71% ha detto di andare a Messa solo in occasioni speciali, mentre il 17.6% non ci va mai e l’11.4% ci va una volta alla settimana. Ma ecco cos’hanno da dire.
Com’è crescere a Malta per una persona omosessuale
La società maltese è stata molto chiusa, molto unita e molto tradizionalista per gran parte dell’epoca contemporanea (diciamo il secondo dopoguerra). Chiunque fosse un po’ fuori dal coro veniva svergognato, e questo ha lasciato il segno su molte persone: “Crescere a Malta, sotto l’egida della Chiesa, ha un impatto notevole; mi ricordo che non si poteva fare una puntata di Xarabank [popolarissimo talk show maltese, n.d.t.] sull’omosessualità senza un prete in studio. Ridicolo”.
Chi non era eterosessuale si sentiva in imbarazzo e in colpa. La pressione sociale era palpabile e molto intensa. Ma questo cosa ci dice della loro fede religiosa?
Malta è cambiata? E le persone LGBTQ+ si sentono più accettate dalla Chiesa?
La nostra ricerca non dà una risposta, ma mette in luce una varietà di opinioni. Questa persona spiega chiaramente: “Ho una relazione gay, e a volte mi faccio delle domande su determinate cose”. Un’altra dice “Essere gay non ha cambiato nulla della mia fede; sono un normale cattolico che cerca di vivere in maniera normale e buona”. Una persona più giovane dice invece “Be’, essere gay e non essere accettati dalla Chiesa è brutto”.
Ma non per tutti è così: “Sono apertamente gay, ma vado a Messa regolarmente. A volte non mi sento accettato dalla mia religione, ma credo che ci abbia creati tutti Dio”. Alcune persone si sentono accettate nonostante il loro orientamento sessuale, come questa donna: “Sono lesbica, prego e credo che, se Gesù scendesse oggi su questa terra, mi amerebbe comunque”. Altri pensano che la Chiesa li guardi con disgusto, come questa persona: “Sono bisessuale e [la Chiesa] mi ha impedito di essere veramente me stesso, soprattutto di fronte alle generazioni più anziane, che vanno molto in chiesa, le quali pensano ancora che la mia affettività sia contro natura”.
Quanto è disposta la comunità LGBTQ+ ad ascoltare l’opinione della Chiesa sulle relazioni omosessuali?
La risposta generale che abbiamo avuto è che, essendo omosessuali, non potranno sposarsi in chiesa. Alcuni dicono che no, la Chiesa non ha nulla da dire sulle relazioni omosessuali: “Be’, in quanto lesbica, secondo me la Chiesa non ha molto da dire sulla nostra relazione. Oltretutto lei [la mia compagna] è cresciuta in una famiglia atea”.
Molti dicono che non c’è bisogno di andare a Messa per essere cristiani: lo ha detto una grossa percentuale del migliaio di persone che hanno risposto al questionario, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’età. Quando si è capaci di vivere bene, con una buona morale, nell’umiltà e nell’amore, non si vede perché non accettare la propria identità e la persona che si sceglie di amare.
* Becca Bonello Ghio fa parte di un’infornata di quattro gemelli. Le piacciono la poesia, la gente e la politica. Offritele del cibo nutriente e fatele una battuta sarcastica e sarà vostra amica per tutta la vita. Oppure contattatela all’indirizzo becca@lovinmalta.com
Testo originale: Here’s What Members Of Malta’s LGBT+ Community Had To Say About Religion On The Island