Vivere da credenti l’omosessualità dei figli. Scrivere per aprire gli occhi
Riflessioni inviateci Luciana Angeloni della Comunità dell’Isolotto di Firenze, dopo la lettura dell’ebook gratuito “Genitori fortunati. Vivere da credenti l’omosessualità dei figli” (Tenda di Gionata, 2018)
Ho letto volentieri il vostro libro: “Genitori fortunati. Vivere da credenti l’omosessualità dei figli”. E’ un racconto di esperienze, riflessioni e vissuti, è dunque un testo importante perché mette al centro le narrazioni e non le ideologie. Scrivere, alle volte, serve a questo. Serve a catturare le parole che non ci sono ancora, ma che è possibile immaginare nelle storie silenziose di chi usa altre vie per raccontare di sé.
E allora occorre scrivere, scrivere e fermare le storie nuove, le storie diverse, quelle dal finale che ha deciso di prendere tutta un’altra piega e che sorprendono. Occorre scrivere per raccontare, per aprire gli occhi e non chiuderli più, per avere un rapporto esatto, necessario, con le cose e, soprattutto, con le persone. È molto bello, nel corso di un’esistenza individuale o associativa, scoprire che il cammino che si sta seguendo ha vie parallele nelle quali altre e altri stanno su percorsi simili.
Ancora meglio se ad un certo punto ci si ritrova insieme sul medesimo sentiero, con spirito di comunanza e condivisione. Questo abbiamo imparato in oltre cinquant’anni di cammino comunitario. Buon viaggio