Ho 17 anni e mi sono innamorato di un amico di scuola. Che faccio!
Email inviataci da Enrico, risponde Alessandra Bialetti*, pedagogista sociale e Consulente della coppia e della famiglia di Roma
Salve vi scrivo perché sento che devo parlare a qualcuno di ciò che sto vivendo. Ne ho bisogno perché non voglio prendere tempo, ho bisogno di dirlo a qualcuno.
L’anno scorso ho conosciuto a scuola e fatto amicizia con un ragazzo. Ero contento, ma adesso vedo molto meno, poiché non riesco a trovare il coraggio di dirgli che mi piace !!!!
Ci vediamo sempre a scuola e ci sentiamo ogni giorno, ma non sono mai uscito con lui perché è sempre impegnato con gli allenamenti di calcio!! Ma mi sento a mio agio passare le ore parlarci, a pensarlo, a guadarlo e a immaginarlo
Durante l’intervallo a scuola mi offre sempre un cappuccino, è quello il nostro momento! Lui è davvero intelligente, affettuoso, dolce e tranquillo con me. Mi stringere quando mi abbraccia e mi dice spesso che sono “il suo amico”. Io allora rimango sempre muto, non so davvero cosa rispondergli. Dopo un anno di amicizia con lui, sempre più stretta, non so come dirgli che “mi piace”. Con lui non ho coraggio di dirgli la verità!!
Ho compiuto 18 anni due mesi fa! Ma non mi sono mai innamorato di nessuno, ne ho mai desiderato nessuno come lui, cosa vuol dire questo? Sono gay? È una fase? Ma soprattutto cosa devo fare con lui? Da una parte vorrei parlargli e dirgli ciò che provo, dall’altra ho tanta paura di perderlo. Così rimango zitto, ma poi ci sto male. Mi rendo conto che tenermi tutto dentro non è più possibile, ma non so davvero con chi altri parlarne. Ecco perché vi ho scritto.
Inviarvi una email non servirà a cambiarmi la vita, ma credo che da qualche parte devo pur cominciare per affrontare questa cosa nuova dentro di me.
Grazie per avermi ascoltato e per ogni consiglio che saprete darmi.
Enrico
La risposta…
Caro Enrico, grazie di averci contattato e di aver condiviso ciò che stai vivendo. Il primo passo è fatto: stai parlando di cosa senti dentro e dei dubbi che questo ti porta. E’ importante che tu ti dia il permesso di aprirti e senta il desiderio di iniziare a trovare risposte e confronto. Ci parli dell’amicizia con il tuo compagno di scuola, di quanto ti faccia stare bene il tempo che passate insieme davanti a quel cappuccino (il “nostro momento” come tu lo definisci) e di quanto tu lo attenda con gioia. Ciò che stai provando ti fa sorgere degli interrogativi: sono gay? È una fase e come devo gestire questo rapporto?
Una prima risposta te la sei già data quando dici che non hai mai desiderato nessuno come lui anche se non ti è mai capitato di innamorarti di un ragazzo. Sembra, da come parli, che tu abbia preso consapevolezza di avere un’attrazione per un ragazzo e stia pensando cosa sia meglio fare, ovvero se parlarne o meno. Tenerti tutto dentro sta diventando pesante perché probabilmente sei sicuro di ciò che provi per lui e questo, a parte il dubbio di come esprimerlo, non ti crea disagio con te stesso. L’amicizia è sempre più stretta e il tuo desiderio di onestà sta crescendo. Come dici, sta nascendo una nuova cosa dentro di te e le stai facendo spazio senza impedirti di vivere le emozioni e il sentimento che senti maturare.
Chiedi se l’orientamento affettivo possa essere una fase. L’omosessualità è una diversa manifestazione, normale e sana, della sessualità di una persona. Come noti ho parlato di orientamento affettivo e non semplicemente sessuale in quanto essere attratti da una persona dello stesso sesso, come del sesso opposto d’altra parte, non riguarda solo la sfera genitale e il comportamento sessuale ma, in senso molto più ampio l’affettività ovvero il progetto di stabilire con l’altro una relazione di intesa, cura reciproca, condivisione di un percorso comune. Come vedi un concetto molto più ampio del semplice pensare all’atto sessuale. Tu stai sperimentando con questo ragazzo tutta una serie di emozioni e sensazioni che si riferiscono alla sfera affettiva che senti essere diretta verso una persona dello stesso sesso.
Da come parli, non stai sperimentando qualcosa per curiosità o altro motivo quanto invece stai dando voce ad un sentimento che senti forte in te e che connota la tua affettività. Potrebbe essere importante in questa fase del tuo cammino entrare in contatto con gruppi o associazioni dove trovare persone che vivono la tua stessa esperienza. Il confronto e la condivisione di dubbi e pensieri ti potrebbe aiutare a far sempre più chiarezza in te e a non vivere questa nuova realtà in solitudine, anche se non parli di questo aspetto. Buoni compagni di viaggio in certi momenti possono essere molto utili.
Chiedi anche cosa fare con il tuo amico ovvero se arrivare al famoso “coming out” manifestando ciò che senti di essere e ciò che provi. Il coming out non segue delle regole precise se non una ovvero il sentirti pronto e sereno nel parlare di te. Sembra che tu stia già vivendo questa fase in quanto dici di non poter più tener dentro di te ciò che stai vivendo. In linea di massima, una volta tranquillo con te stesso, può essere il momento di affrontare l’argomento con le persone che ritieni a te vicine e con le quali vuoi condividere il tuo percorso, siano esse familiari o amici. Iniziare a parlarne rende ragione a te di ciò che sei senza più nasconderti, dà valore al tuo essere persona attratta affettivamente, il tuo accoglierti senza giudizio.
Il coming out libera tante energie che prima rimanevano bloccate da paure, dubbi, difficoltà o disagio, Infatti tu dici che non parlarne col tuo amico poi ti fa restare male. Non ci sono consigli prefabbricati perché ognuno ha il suo percorso e soprattutto i suoi tempi: forzare l’uno e gli altri non porterebbe alcun risultato. Stai costruendo la tua strada.
E’ tua e nessuno può dirti ciò che sia giusto o sbagliato soprattutto perché non c’è nulla di sbagliato o da riparare nell’essere una persona omosessuale. Rimani persona con tutto il tuo bagaglio di ricchezze, valori e positività. Se ti ritieni pronto a parlare con il ragazzo per cui provi un affetto sicuramente troverai le parole giuste per farlo e potrai instaurare con lui un rapporto sincero in cui essere presente con tutto te stesso, con la tua verità, affettività e progettualità. E sarai anche pronto ad affrontare le sue risposte e ciò che insieme potrete costruire con ciò che la verità comporterà.
In genere, ma non prenderlo come regola assoluta, i rapporti costruiti sulla verità di se stessi generano in ognuno una maggiore serenità e tranquillità mentre rimanere nascosti comporta la gran fatica di dover tenere sempre tutto sotto controllo nella paura che la realtà esca fuori. Da come parli sembra che tu non voglia questo per te quanto invece poter esprimere a cuore aperto ciò che vivi anche se non sai come potrebbe reagire: su questo non si può fare nessuna previsione in quanto occorre lasciare all’altro la libertà di accogliere la verità e di costruire una relazione con te nel rispetto di ciò che prova e sente di essere. Il passo, a prescindere dalla reazione, sarà importante per te, per Enrico verso Enrico che ha tutto il diritto di accogliersi e manifestarsi per ciò che è.
Sono convinta che una mail non ti risolverà la vita come dici e non ha assolutamente la pretesa di farlo. Non sarebbe onesto. E’ un primo passo, è stato parlare di te, mettere nero su bianco una verità che si sta facendo largo in te stesso e che hai sentito il bisogno di condividere prima di farlo con chi riterrai giusto e opportuno.
Cerca compagni di viaggio che possano sostenerti nel cammino, volendoti bene per la persona che sei, che sei stato finora e che non cesserai di essere. A prescindere da qualsiasi orientamento scoprirai in te.
In fondo ogni coming out è una nuova nascita, è dare alla luce se stessi.
Ti abbraccio e ti auguro un buon cammino.
Alessandra
* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche. Ha discusso la sua tesi Baccalaureato alla Pontificia Università Salesiana, Facoltà Scienze dell’educazione e della formazione salesiana sul tema “Genitori sempre. Omosessualità e genitorialità”. Il suo sito web è alessandrabialetti.wordpress.com