Ho bisogno di credere, ho bisogno di te
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Testimonianza di Edoardo su Camminando s’apre Cammino, la tre giorni per cristiani LGBT, i loro genitori e gli operatori pastorali (Sestri Levante, 31 maggio-2 giugno 2019)
Sono seduto ai margini della spiaggia cercando di togliere più sabbia possibile dai piedi prima di rificcarli nelle scarpe quando una signora straniera mi chiede: “Ma che gruppo siete?” . Io la guardo da sotto in su e cerco velocemente di formulare una risposta: “Ehm … siamo un gruppo di cristiani … ” – mi cade lo sguardo sulla spiaggia dove 40 sirenetti animano quella che dovrebbe essere la spiaggia del silenzio – “… omosessuali”
“Cristiani Omosessuali?” mi chiede lei.
“Si” dico io, mentre nel frattempo i sirenetti si sono rituffati in acqua. Manca solo “Sorry I’m a lady” di Baccara e si è ricreata la famosa scena di Mine Vaganti. “Cristiani Omosessuali. Anche se in questo momento prevale la parte omosessuale…”
La signora scoppia a ridere: “Se la parte cristiana è intensa come quella omosessuale siete una forza. Sono felice per voi.”
Un altro piccolo scambio di convenevoli ed ognuno prende la sua strada.
Mi sto defilando un po’ prima degli altri, m’è presa male come si dice a Roma. Non ho voluto fare il bagno ma mi sono accovacciato sul lungo mare, ho tirato fuori le immancabili cuffiette, impostato la musica su casuale e ben protetto dai miei occhiali scuri ho iniziato a fissare un punto indefinito tra il cielo ed il mare.
Non so perché ma mentre vedo tutti gli altri spogliarsi ed entrare coraggiosamente in acqua e far festa nella mia mente risuonano le parole di un amico che poco prima di partire mi aveva confidato che i suoi genitori, che frequentano il mio stesso movimento religioso, gli avevano ordinato non apparire mai più in una foto in mia compagnia perché temevano cosa potesse pensare la gente vedendo accostato il loro unico figlio ad un gay dichiarato ed esposto come me.
Ci ero rimasto molto male, mi ero sentito un criminale. Colpevole di essermi dichiarato per quel che sono anche con gli altri della comunità e, non pago, avevo anche continuato a frequentare certi “giri gay”.
Ho bisogno di fare due passi, mi aggiro un po’ per Sestri Levante poi mi accascio su di una panchina, la musica ancora accesa. E’ già capitato altre volte che Dio si diverta a fare il dj con la mia musica e m’offra una selezione di pezzi in successione che paiono scritte apposta per me, per quel momento. Dopo due o tre pezzi in cui qualche frase spicca sulle altre ecco che parte un brano di Fabrizio Moro che sin dal titolo annuncia le sue intenzioni: “Ho bisogno di credere”.
“Mi manca l’aria, l’aria, sotto i piedi
Da una prigione senza sbarre lasciami scappare
Quello che cerco io lo so ma non lo so spiegare
Allora ascolta il mio respiro, io aspetto”
Alle volte questa fede mi è sembrata una prigione senza sbarre, dove in teoria sei libero di fare quel che vuoi, di andare dove vuoi, di essere come vuoi … anzi come sei. E forse lo siamo davvero eppure c’è sempre qualcuno che ti ricorda che non è proprio così.
Quanti di noi sono scappati, penso al figlio di Roberto ed Adriana che si è visto umiliato proprio nel momento più bello di unione con Dio, la comunione.
Ma Dio non dovrebbe aiutarci a casa nostra, che poi è anche la Sua?
“La fede è l’impressione di averti sempre accanto
Quando ho camminato tanto”
Penso a me, a tutta la strada percorsa (dallo SriLanka al Lago Maggiore, poi un passaggio da Parigi, quindi Roma, Milano, Torino, Parigi, di nuovo Torino, quindi Budapest, Lisbona, Firenze ed attualmente di nuovo Roma)… altro che i 40 anni degli ebrei nel deserto! Ha senso tutto questo? Ad un primo sguardo no, decisamente no.
Eppure ogni volta che ho fatto la valigia per andare altrove ho sempre sentito chiaro di compiere la Sua volontà, anche perché le varie volte in cui ho provato ad oppormi, in un modo o nell’altro alla fine l’ha avuta vinta Lui: ho un Dio che non accetta un “no” come risposta!
“La fede è un conduttore
Fra un dubbio e questo immenso
Quando il resto perde il senso”
Cogito ergo sum diceva qualcuno. Ed io cogito… oh se cogito! Ho dubbi su tutto, dal cosa indossare il mattino alla strada migliore da prendere per arrivare a casa, figurarsi se non dubito della nostra impresa.
Cristiani Omosessuali. Dai, suona strano anche a dirlo ad alta voce … è quasi un ossimoro. Eppure siamo qui, tanti ossimori amati in maniera speciale, tante piccole matite che non sanno cosa stanno scrivendo ma si lasciano guidare e vagano cercando la giusta direzione.
La cosa bella è che questo vagare ha un senso, questo disegno astratto che stiamo tracciando insieme ha un senso. Ogni nostro passo, ogni nostra azione, ogni dolore, ogni gioia, ogni salita, ogni porta sbattutaci in faccia … ogni cosa ha un senso: innanzitutto ci ha riuniti a Sestri Levante, genitori e figli, figli senza più genitori, genitori con figli scappati lontano.
Storie lontanissime tra loro eppure ad un certo punto tutte hanno converso in unico punto. La fede, nonostante tutto e tutti, ci ha condotto qui, fra un dubbio e un immenso, mentre tutto il resto perde senso.
“A un passo da domani
A un passo ormai da te
Ma cosa rende umani
Se non un limite?
A un passo dalla forza che avevamo e ora non c’è
Ho bisogno di credere
Ho bisogno di te”
Sono arrivato a Sestri senza forze, che quel divieto fatto da due genitori che stimo al loro figlio, uno dei miei migliori amici, un fratello in pratica, mi aveva fatto più male di quel che pensassi o che lasciassi trasparire. Sono arrivato a Sestri perché ormai avevo prenotato, perché avevo dei video da fare per un lavoro e perché tanto per il ponte del 2 giugno il mio ragazzo era occupato quindi non avremmo potuto stare assieme.
Sono arrivato a Sestri più umano che mai, con un gigantesco limite che m’impediva di scorgere il volere di Dio dietro tutta questa vicenda.
Sono ripartito nelle retrovie, quella forza che sentivo di avere prima ancora non è tornata. Ho ancora bisogno di credere che tutto questo abbia un senso. Nel frattempo ci siete voi, che camminate con e per me.
Io faccio la parte omosessuale voi fate anche quella cristiana ed insieme saremo una forza.
“Ho fede nei silenzi colti a un passo dal coraggio
Quando cerco di capire il senso del mio viaggio
Ho fede nelle cose che mi aspettano domani
Nelle scarpe che porto
Ho fede in queste mani
Ho fede mentre sento la mia fede che fluisce
Energia imbarazzata che costruisce
Uno spazio illuminante che da scopo a questa vita
La fede è come un’arma per combattere ogni sfida”.