Il Cardinale Ouellet si scusa per la discriminazione degli omosessuali
Articolo* di Dene Moore riportato da The Canadian Press di Montreal (Canada) del 21 Novembre 2007
In questi giorni è giunta anche in Italia, in parte distorta, l'eco della lettera aperta scritta dal cardinale Marc Ouellet con cui ha affrontato gli scandali che hanno infangato l’immagine della chiesa cattolica in Quebec (Canada) e di cui “noi dobbiamo chiedere umilmente perdono”. "Io riconosco che le povere menti di alcuni cattolici, prima del 1960, hanno incoraggiato l’antisemitismo, il razzismo, l’indifferenza verso le culture precolombiane e la discriminazione verso le donne e gli omosessuali” ha scritto il cardinale Ouellet. Questo articolo, riportato da "The Canadian Press", dà conto del forte dibattito in corso nella società e nella chiesa cattolica canadese.
Il cardinale Marc Ouellet ha ammesso in una lettera aperta pubblicata sui giornali del Quebec mercoledì 21 novembre che gli scandali hanno infangato l’immagine della chiesa in Quebec e che “noi dobbiamo chiedere umilmente perdono”.
Ouellet, arcivescovo del Quebec e primate cattolico del Canada, ha scritto che questo “abuso di potere” – che include l’aggressione sessuale dei preti contro i bambini – ha scosso l’opinione pubblica. “Io riconosco che le povere menti di alcuni cattolici, prima del 1960, hanno incoraggiato l’antisemitismo, il razzismo, l’indifferenza verso le culture precolombiane e la discriminazione verso le donne e gli omosessuali” ha scritto Ouellet.
Il cardinale sostiene che questi errori hanno rovinato l’immagine della chiesa e hanno aperto una frattura fra il popolo del Quebec e la sua identità religiosa. “Noi ora comprendiamo. Perdonateci per tutto questo dolore”.
Ma l’appello non soddisfa alcuni gruppi che Oullet riconosce come vittime.
"Dovrei sentirmi meglio perché il cardinale ha riconosciuto che sono stati fatti degli errori? No davvero, perché il cardinale non offre nessuna soluzione” ha dichiarato Michael Hendricks, un attivista gay a Montreal. “Questi sbagli stanno continuando. Il giorno che vedrò una donna all’altare in una chiesa cattolica, presiedendo la messa, allora dirà che l’uguaglianza è arrivata”.
Sia l’Assemblea dei Vescovi cattolici del Quebec, sia la Conferenza episcopale canadaese hanno dichiarato che Ouellet stava esprimendo giudizi personali e non stava scrivendo per conto di altri o della Chiesa nel suo insieme.
“E’ una lettera personale del cardinale Ouellet” ha detto Rollande Parrot, portavoce dell’Assemblea dei vescovi del Quebec. “Ogni vescovo è libero di scrivere ciò che crede”.
C’era un periodo nel quale la Chiesa cattolica controllava quasi tutti gli aspetti della società del Quebec, gestendo ospedali, scuole e facendo valere il suo peso politico. Negli anni Cinquanta, prima della Quiet Revolution, circa il 90% degli abitanti del Quebec andava a messa ogni domenica. Era una delle più devote regioni cattoliche del mondo.
Oggi i banchi sono quasi sempre vuoti. Un’indagine del 2000 ha rilevato che solo il 20% degli intervistati va a messa ogni settimana. Così non era fino al 1998, anno in cui le riforme della scuola abolirono gli istituti confessionali in favore dell’istruzione pubblica.
L’anno prossimo, entrerà in vigore un provvedimento che eliminerà l’istruzione religiosa dalla scuola pubblica e la rimpiazzerà con corsi di etica e cultura religiosa. E’ un provvedimento a cui la chiesa si oppone fortemente e Ouellet ne fa menzione nella sua lettera.
Bruno Roy, un portavoce del Duplessis Orphans Commitee, ha dichiarato che il mea culpa dell’arcivescovo è uno sfacciato tentativo di recuperare la sempre più debole influenza della chiesa attraverso una battaglia per l’istruzione religiosa nella scuola pubblica.
Roy ha anche sostenuto che Ouellet, neanche nella lettera di mercoledì, ha mai effettivamente chiesto scusa per il trattamento degli orfani sotto la responsabilità della chiesa durante il periodo Duplessis (per lo scandalo Duplessis, che ha coinvolto la Chiesa cattolica in Canada vedasi http://en.wikipedia.org/wiki/Duplessis_Orphans).
“Quando si chiede perdono, si dice esattamente ciò di cui si chiede perdono. Il cardinale non l’ha fatto” ha detto Roy, la cui organizzazione rappresenta gli orfani abusati mentre erano sotto la tutela di strutture cattoliche durante il regime dell’allora premier del Quebec Maurice Duplessis. Roy ha inoltre sostenuto che la lettera è senza l’appoggio della Chiesa cattolica nel suo insieme. Perciò, per me, le bugie continuano” ha dichiarato. “Questa è solo una operazione di marketing”.
Il ministro del Quebec per la parità delle donne ha accolto “la pubblica confessione”, chiamandola una necessaria assunzione di responsabilità da parte della chiesa.
“Ma penso che ci sia un sacco di lavoro da fare da parte della Chiesa cattolica per accogliere pienamente le donne e realizzare l’uguaglianza fra uomini e donne” ha dichiarato Christine Saint-Pierre a Quebec City.
Fonte:
http://www.940news.com/nouvelles.php?cat=23&id=1121103
* Tradotto e segnalato da Fabio nell’ambito del’iniziativa “Traduttori di… buona novella”.