Cosa farebbe Gesù con le persone transgender?
Riflessioni* pubblicate sul blog CatholicTrans** (Stati Uniti) il 28 giugno 2015, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro, sesta e ultima parte
“Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. (Isaia 49:15)
Quando comunicai ai miei genitori la mia transizione fisica, mi dissero che non potevano percorrere quella strada con me. In quel momento, venni ufficialmente tagliata fuori dalla mia famiglia. In un certo senso, è una decisione che capisco; dopo tutto, se non approvano la mia transizione, come possono percorrere una strada che ritengono essere sbagliata?
Noi cristiani siamo chiamati a camminare insieme, ma dobbiamo distinguere tra essere d’accordo con qualcuno e camminare con lui/lei. Credo che i miei genitori abbiano accettato una bugia molto comune nella cultura cristiana, e cioè che per stare accanto a una persona bisogna condividere il modo in cui vive, e non “avallare” degli “stili di vita” non corretti. Ma la nostra vocazione consiste nel camminare con le persone, a prescindere dalla loro situazione e dal fatto che siamo o non siamo d’accordo con loro.
Per dirne una: se risultasse che ho preso la strada sbagliata, come potrei trovare la verità se vengo abbandonata da chi dovrebbe amarmi? Il nostro punto di riferimento non dovrebbe essere Gesù Cristo? Gesù passava gran parte del suo tempo con ogni sorta di gente “sbagliata”: agenti delle tasse, prostitute, zeloti, Romani, lebbrosi e una banda raccogliticcia di pescatori che avevano dei problemi a gestire la loro rabbia. Le Scritture non dicono che Gesù andò nei ghetti a dire alla gente quanto sbagliava: le Scritture dicono che si sedeva con loro, che mangiava e beveva in loro compagnia. Non è che li amasse dopo che avevano cambiato vita: li amava, e di conseguenza la loro vita cambiava.
Penso sia significativo il fatto che parliamo molto dell’amore di Gesù, eppure non una sola volta egli ha detto a qualcuno “Ti voglio bene”; ha invece dimostrato il suo amore a quella persona. Potete dire migliaia di volte a vostro figlio/a che gli/le volete bene, ma questo non avrà significato fintanto che lui/lei non farà esperienza diretta del vostro affetto incondizionato.
È importante anche il fatto che ognuno ha la sua opinione su come rapportarsi con le persone transgender, molte teorie, speculazioni, pareri… Considerate solamente cosa pensate voi del transgenderismo, e cosa ne pensa invece vostro figlio/a. Con tutte queste voci dissonanti, forse è meglio avere l’umiltà di ammettere che, in fin dei conti, il transgederismo è un mistero per chiunque? Da qui magari possiamo procedere con timore e tremore, ma anche con la speranza che Dio sistemerà le cose.
Esatto, SPERANZA. Speranza e fiducia sono parole chiave. Troppo spesso siamo così presi nella nostra guerra culturale che perdiamo di vista l’insieme. Se crediamo davvero che Dio sia onnipotente e amorevole, allora dobbiamo credere che lo Spirito Santo condurrà la sua nave al sicuro nel porto.
In che modo, quindi, potete mettere in pratica in modo radicale la fede, la speranza e l’amore nei confronti di una persona transgender a voi cara? È molto semplice, ed è sempre Gesù a fornirci una risposta.
Pensate a come Gesù trattava gli emarginati. I suoi discepoli e i farisei erano tutti occupati a formulare teorie sul perché alcune persone fossero nate diverse, e pensavano che la cecità fosse una punizione per degli atti malvagi, oppure anche per i peccati dei genitori. Questo assomiglia molto alle teorie dei cristiani sulle persone transgender. Qual era, invece, la risposta di Gesù? Gesù si limitava ad ascoltare il grido che proveniva dal ciglio della strada; si limitava a vedere la persona che aveva bisogno di essere amata; si limitava a prendersi cura della persona che gli stava davanti.
Penso che sia un esempio abbastanza facile da seguire, e che non ci sia bisogno di pensarci su molto. Lascio a voi comprendere, nel segreto del vostro cuore, cosa questo tipo d’amore possa significare per voi e per vostro figlio/a transgender, ma ripeto: è molto semplice.
Spero che questa lettera vi sia stata utile. Prego per voi e per chi vi sta a cuore, perché possiate godere dell’amore di Dio insieme, fin da questa vita.
Con il più profondo affetto
Anna
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
** Salve, e benvenut* su CatholicTrans. Questo blog è partito da un’iniziativa personale mirante a conciliare la fede in cui sono cresciuta con la mia identità transgender; nel tempo è poi cresciuto organicamente, fino a diventare una risorsa non solo per me stessa, ma anche per altr*. CatholicTrans è un tentativo di contrastare la marea di disinformazione sul tema e di creare uno spazio web che fornisse informazioni affidabili e non impregnate di paura sulle tematiche transgender da un punto di vista cattolico e cristiano. Questo blog è un progetto intersezionale, che tratta in maniera molto specifica delle identità e delle esperienze trans da un punto di vista decisamente cattolico. Detto questo, tenete conto del fatto che esso non rappresenta necessariamente né il mio punto di vista personale (non sono più cattolica), né quello del movimento transgender nella sua interezza. Anche se questo blog rappresenta solo una piccola parte di ciò in cui credo, rimango fortemente convinta che l’unico modo per la tradizione teologica cattolica di essere logicamente coerente e autenticamente compassionevole è accettare di tutto cuore i suoi figli e le sue figlie trans*.
Testo originale: TO GRIEVING CHRISTIAN PARENTS OF A TRANSGENDER PERSON