Una storia poco raccontata. Maria e la sua non convenzionale “Sacra famiglia”
Riflessioni di Fr. Shannon Kearns pubblicate sul sito Queer theology (Stati Uniti), libera traduzione di Milena Cardone, revisione di Innocenzo Pontillo
Spesso parliamo di Maria solo quando arriva il Natale o attraverso immagini di lei con il bambin Gesù. La usiamo per abbellire i santini, raffigurandola come una madre con i capelli biondi e gli occhi azzurri con un bambino, la usiamo per prediche bigotte quando parliamo di pace, speranza e amore. Noi la mischiamo nelle narrazioni bibliche, così la sua storia è diventata un racconto con angeli, pastori e con il paziente Giuseppe. Parliamo così di uomini saggi e animali di cortile. Di un bambino che non piange. Raccontiamo una storia fatta di certezze, di una famiglia eterosessuale, normale e in regola, con un adorabile nuova creatura che, in base alla nostra tradizione, arrivò principalmente per diffondere degli stereotipi e per morire in maniera brutale, in modo da calmare un Dio furioso.
Non c’è bisogno di dire che si tratta solodi una cattiva teologia, diffusa dappertutto. Il che è un peccato. Ma quale è la storia reale?
Quello che tu vedi quando guardi tutti i film e le cartoline di Natale, cosa assimili quando leggi un testo capisci qualcosa riguardo alla sua storia, è quello che è reale e vero? Noi sappiamo far nostra la storia delle Scritture, la storia Biblica? Perché quella è una storia incredibile e sovversiva. Non è per niente sdolcinata.
La vera storia (di Maria) ci parla di un’adolescente davvero in gamba. Eppure era una donna senza alcun potere nella società (del suo tempo). Qualcuno l’aveva già promessa ad un uomo, probabilmente più grande di lei di molti anni (e probabilmente senza il suo consenso). Lei aveva la pelle scura, i capelli e gli occhi scuri. Viveva in un territorio occupato (ndr dai romani). Lei e la sua famiglia erano costantemente sotto controllo. Nessuno sapeva quando (i soldati) potevano giungere e mette a soqquadro una città. O quando avrebbero potuto decidere di prendere quello che volevano da donne e giovani ragazze, solo per avere un po’ di divertimento. Lei viveva in mezzo a tutto questo. Senza nessuna certezza.
Eppure lei venne cercata da Dio per essere portatrice della buona novella. A lei venne dato un compito importante. Le venne chiesto di avere un figlio. Un bimbo speciale. Che avrebbe cambiato il mondo. E lei rispose di sì. Era giovane, a rischio, era priva di una rete di sostegno; ma lei disse di sì. Sapeva quello che le sarebbe potuto costare, eppure rispose di sì.
Non solo acconsentì, ma disse di sì con delle parole davvero toccanti. Ascoltale: “(il Signore) ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo ricordandosi della sua misericordia” (Luca 1, 51-54)
Quello è essere fieri e avere uno spirito vivo: “Dio sta per trasformare questo mondo, ed io sto facendo parte di questo”. Lei parla e ascolta un Dio che sta per salvarci. Sta per salvarci non solo spiritualmente, ma anche fisicamente. Sta per liberarci dai nostri oppressori, darà ai poveri ciò di cui necessitano e cambierà tutte le carte in tavola.
Maria non è una venticinquenne docile e illuminata, leggermente, da un’aurea dietro la testa. Onestamente, è più come la Katniss del film “Hunger Games”; un pò ruvida ma pronta a prendere parte allarivoluzione quando la chiamerà. Attualmente, è anche più in gamba di Katniss perché Maria è alla ricerca del bene per tutte le persone.
Quindi non abbiamo solo questa giovane radicale, pronta al sacrificio. Ma è tutta un’altra storia, perché abbiamo anche Giuseppe. A lui non viene dato molto credito, ma c’è qualcosa da sottolineare su di lui. Avrebbe avuto tutto il diritto per allontanarsi da Maria. Probabilmente avrebbe potuto anche ucciderla. Come minimo avrebbe potuto mandarla via e lasciarla senza nulla. Lui non le doveva niente. Lei (per la legge dell’epoca) era sua proprietà e poteva farci tutto ciò che desiderava. Invece decise comunque di sposarla. Non solo affrontò la vergogna, ma prese con lui anche un erede che non era suo. E si prese cura di Maria, non ottenendo niente in cambio. Parliamo di una famiglia davvero strana!
Maria e Giuseppe divennero così immigranti e rifugiati. Andarono lontano da casa loro, senza possibilità di potervi ritornare. Furono in fuga per diversi anni dalle persone che li volevano morti. Vissero sempre nel rischio, cercando di tenere il loro bambino al sicuro e prendendosene cura.
Ci sono state diverse immagini che hanno paragonato la Sacra Famiglia ai rifugiati Siriani in fuga dal loro paese. É un confronto adatto. Perché le persone che si trovano in condizioni difficili, cercano di trovare un posto in cui ripararsi per essere al sicuro, per prendersi cura dei loro bambini. L’insicurezza è il peggiore incubo di un genitore.
Questo è il punto, Gesù non era solo un bambino. Lui era destinato a crescere per essere un leader politico rivoluzionario. Non si trattava di un hippie che professava pace e amore, ma di un fautore della giustizia, che incoraggiava il suo popolo, spingendolo via dalla ricchezza e dalla potenza. Era contro l’oppressione, schierato con gli emarginati, ed era sempre dalla parte dei poveri e di quelli che erano trattati da schiavi.
Dalla reazione di Maria alla gravidanza, indicazione della sua ribellione, possiamo immaginare che Gesù sia cresciuto con le canzoni di protesta delle sue ninne nanne, che abbia imparato il bisogno della rivoluzione quando iniziò a giocare nel cortile, che fu incoraggiato ad essere tenace e a lottare per tutto ciò che era giusto.
Lui era cresciuto in terre occupate e questo formò la sua conoscenza. Conobbe la brutalità, la povertà, le ribellioni soppresse con violenza, vide amici e vicini uccisi. Quando avvenne il suo risveglio, iniziò a predicare pubblicamente. Iniziò ad organizzare. Iniziò a rendere le cose reali.
Questa è una storia radicale. É la storia della nascita di un leader che cambierà il mondo. E’ il racconto della nascita di un movimento. Un racconto che ci parla di una famiglia che ha cresciuto un bambino nell’estrema avversità sapendo essere amorevole, gentile e giusta.
Non è una storia convenzionale. Ma è il vissuto di una famiglia che era (ed è) una minaccia al potere politico, alla rispettabilità e allo status quo. É questa la storia che dovrebbe essere celebrata tutto l’anno, perché è di questo spirito che il nostro mondo ha profondamente bisogno. Non abbiamo necessità di altri stereotipi, di buoni sentimenti e di sicurezze; ma vogliamo audacia , rischio e cuori vivi, che abbiamo voglia di cambiare il mondo.
Testo originale: Mary: bad ass mother of god