A Saint-Denis il pride irrompe nelle periferie
Articolo pubblicato sul sito de Le Point (Francia) il 10 agosto 2019, liberamente tradotto da Chiara Spasari
Migliaia di persone a Saint-Denis (Parigi) per il “gay pride delle banlieues“. Un corteo festoso e colorato composto da più di mille di persone domenica nel centro di Saint-Denis per la prima “sfilata pride di periferia”, sotto lo sguardo a volte attonito ma perlopiù divertito degli abitanti di questa città a nord di Parigi.
“De Paris à Saint-Denis, LGBT, fiers, unis, indivisibles“. Lo slogan, ripetuto in coro dai partecipanti al “gay pride delle banlieues”, sintetizza lo spirito della giornata.
“Il fatto stesso di vivere in periferia ci riporta al fatto di essere poveri, di essere discriminati, di essere immigrati”, oltre al fatto di essere omosessuali, afferma all’ AFP (Agence France Presse) Yanis Khames, vent’anni e organizzatore della sfilata.
Con la sua associazione “Saint-Denis ville au coeur”, vuole dimostrare come anche la periferia sia luogo di attivismo per trans e omosessuali e non una “zona senza diritti” come qualcuno vorrebbe far credere. Per i suoi promotori, la giornata deve porsi nel segno dell’ “intersezionalità”, vale a dire la lotta contro “tutte le discriminazioni”.
Per le vie di Saint-Denis, drag-queens, transessuali, persone succintamente vestite sfilano in una esuberante parata davanti agli abitanti sconcertati e divertiti. Alcuni riprendono la scena con i cellulari. “E’ la prima volta che si vede qualcosa di simile a Saint-Denis“, esclama un uomo.
“Du latex pour ton gros sexe, des molécules pour qu’on s’encule” (“sesso coi preservativi, vaccino per l’ HIV”) intonano dei militanti di Act Up, strappando un sorriso a commercianti e curiosi in rue de la République, arteria commerciale della città.
“Qui c’è posto per tutti”
“Vivo qui, sono nato qui, è una città di attivisti in generale, cortei se ne fanno per la Palestina, per i rifugiati e oggi la comunità LGBT che vive qui sente il bisogno di esprimersi e io la sostengo“, sorride Shems El Khalfaoui, che della sfilata ha saputo il mattino stesso al mercato.
“E’ facendo queste cose che la gente potrà capire che esiste una comunità e che c’è posto per tutti” aggiunge questo padre di famiglia, musulmano praticante.
“In linea di massima, la gente ha paura delle periferie, è un’immagine veicolata da un persistente immaginario collettivo, oltre che dai media e da gran parte della classe politica” assicura Youcef Belghmaidi, cittadino di Aubervilliers.
“Oggi mentre aspettavo, non ho visto violenze, nessuno ci ha infastidito“, mentre in Vandea uno stand LGBT è stato attaccato da un gruppo di giovani a metà maggio, denuncia l’attivista, viso truccato e coperto di paillettes.
Molti media erano presenti a documentare l’evento. “Anche nell’ambito dei media, si tende a pensare che l’omofobia sia più forte in periferia e di colpo, una sfilata gay pride lo mette in discussione“, dice divertito Yanis Khames, soddisfatto del successo della sua parata.
“Sono convinto che essere LGBT a Saint-Denis non sia più difficile che esserlo a Parigi“, afferma Madjid Messaoudene, deputato di Saint-Denis arrivato a supportare la manifestazione.
Testo originale: Un millier de personnes à Saint-Denis pour la “gay pride des banlieues