La mela di Alan Turing. Il geniale matematico gay irrompe dall’oblio
Intervista di Olivier Ubertalli pubblicata sul sito del settimanale Le Point (Francia) il 3 ottobre 2018, liberamente tradotto da Angelica Mancini
Un film, un’opera teatrale e ora… una banconota! A lungo ignorato, Alan Turing torna alla luce. Il matematico inglese è stato scelto per illustrare il retro delle future banconote da 50 sterline. Nato nel 1912 a Londra, Turing è famoso per aver contribuito alla decifrazione della macchina Enigma, utilizzata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, e per aver svolto un ruolo cruciale nello sviluppo dei primi computer. Ne La Machine de Turing, un’opera molto coinvolgente e ritmata al Festival off di Avignone, che ha registrato quest’anno il tutto esaurito nella città dei Papi dopo aver ottenuto il premio Molière, un Benoit Solès dai mille talenti dà voce e corpo ad Alan Turing.
Il matematico britannico, padre dell’informatica, fu condannato per «oltraggio al pudore» e costretto alla castrazione chimica a causa della sua omosessualità, illegale nel Regno Unito fino al 1967. In seguito venne riabilitato e graziato dalla regina Elisabetta II nel 2013. Al fianco di Amaury de Crayencour, Benoit Solès incarna un Turing sensibile, illuminato, un Rain Man dall’umorismo graffiante, più coinvolgente rispetto al Turing del film Imitation Game, uscito nel 2013. La regia di Tristan Petitgirard è millimetrata e incalzante. I costumi ci proiettano in una Manchester inquietante. Torniamo al matematico impareggiabile con Benoit Solès, autore e attore di quest’opera.
Come mai questo interesse per Alan Turing ?
Benoit Solès : Sono venuto a sapere della sua esistenza nel 2012, prima che uscisse il film Imitation Game. Mi interessavo alla simbologia e per caso ho trovato la pagina Wikipedia sulla mela di Turing. È così che ho scoperto questo matematico, inventore del computer che ha decifrato i codici della macchina Enigma, utilizzata dai sottomarini tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Si suicida mangiando una mela dopo essere stato condannato per la sua omosessualità. Trovavo assurdo che quest’uomo non fosse conosciuto dal mondo intero. Turing è stato riabilitato in seguito ad una procedura lanciata da un matematico attivista gay.
In Inghilterra, le legge dice che se 50.000 cittadini pongono una domanda al governo, questo è tenuto a rispondere. A quel punto Gordon Brown si è scusato a nome del governo inglese, riconoscendo che il matematico era stato trattato ingiustamente, a dispetto di tutto ciò che aveva dato alla patria. Tuttavia, ha rifiutato la riabilitazione, con il pretesto che la legge dell’epoca condannava l’omosessualità. La riabilitazione è stata ottenuta solo nel 2013 grazie alla regina Elisabetta II. Ho voluto fare qualcosa che parlasse di lui, animato al contempo da una volontà quasi combattiva di dire che era stato trattato ingiustamente e dalla voglia di trarne una storia per il teatro.
Certo che questo matematico è proprio un personaggio…
Al di là del retaggio per i matematici, è un vero eroe. Un eroe tragico e romantico. Ha questa capacità di vedere le cose prima degli altri. È così che Turing riesce a risolvere prima di chiunque altro quello che in matematica viene chiamato “problema irrisolvibile”, perché lo affronta senza la rigidità accademica, con uno sguardo nuovo. É al tempo stesso un vero genio, mente suprema, e un bambino, una persona piuttosto semplice e inadeguata alla vita in società. In parole povere, è un miscuglio tra Forrest Gump e Mozart della matematica.
Un ragazzo geniale che corre veloce e contemporaneamente è iconoclasta, diverso dagli altri. Ha in sé una grande purezza, una sorta d’inconsapevolezza. Ma Turing dice cose che all’epoca erano considerate assurde e pericolose. Quando Turing parla di una «macchina pensante», la società risponde dandogli del folle. Dire che una macchina possa pensare rimette in discussione la scienza e la religione: è come credersi Dio. E la società gli riserva lo stesso trattamento riservato ai profeti: viene arrestato e fatto castrare.
Si può dire che abbia immaginato l’intelligenza artificiale ?
In un articolo intitolato «sui numeri calcolabili» e nei suoi studi a partire dal 1935 è presente l’idea di una macchina universale capace di portare a termine diversi compiti. Si tratta proprio della teoria, dell’idea del computer. Negli anni 40 e 50 Turing afferma che questa macchina sarebbe in grado di imparare dai propri errori per migliorare nel gioco degli scacchi e diventare un giorno imbattibile, e persino che potrebbe un giorno essere capace di imbrogliare un essere umano che la interroghi sul fatto di essere una macchina o un essere umano. È il famoso test di Turing, proposto all’intelligenza artificiale e basato sulla capacità di una macchina di imitare la conversazione umana.
Anche in quel caso gli dissero che era impossibile. Ciononostante, oggi un computer può farlo. In questo Turing è stato veramente un visionario. Forse è per questo che l’opera teatrale oggi ha tanto successo. Lui era anche curioso di capire com’è programmata la natura. Nella natura aveva riconosciuto dei codici matematici, come la famosa serie di Fibonacci, che corrisponde all’andamento a spirale dei gusci delle lumache… E se c’è una ragione, forse dietro c’è anche un programma. Turing ha cercato una risposta, e in un certo senso, ricercava Dio.
Sul palco, lei interpreta un Turing balbuziente. Lo era veramente?
Sì, la sua balbuzie è stata definitivamente accertata. Non ci sono filmati che lo ritraggono, e pochissime foto, ma nella biografia di Andrew Hodges uscita nel 1983 sono presenti delle lettere. Dopo la riabilitazione, tutti i documenti riguardanti Turing sono stati scansionati e sono ora consultabili online. In questi documenti gli amici parlano dei tratti della sua personalità. Ad esempio, si vestiva come un barbone – era sempre sporco con indosso vestiti macchiati. Nei rapporti sociali era spesso emozionato, faceva fatica a guardare le persone negli occhi, a volte rispondeva a una domanda con un’altra domanda e soffriva di una sorta di balbuzie. Aveva anche una risata molto bizzarra che riproduco sul palco. Questo comportamento è descritto perfettamente da Hodges nella sua biografia.
Oltre alla sua opera su Turing è attualmente in scena un’altra opera su Galileo. La matematica, la scienza in generale sembrano un continente inesplorato per il teatro…
Sì, ed è paradossale! Ci sono molte cose affascinanti in questa disciplina che può sembrare arida, tecnica, scientifica, e che potrebbe spesso essere vista come l’antitesi del teatro, che si definisce incarnato, organico, sensoriale ed emozionale. Tra i matematici ci sono stati personaggi complessi e d’eccezione oggetto di grandi film. Oggi si potrebbero realizzare lungometraggi su Stephen Hawking o Hubert Reeves. Sono persone affascinanti in ragione della loro capacità intellettuale. In questi personaggi apparentemente anti-teatrali si nasconde una grande ricchezza. Hanno qualcosa che può attirare le altre persone. È quello che ho visto in Turing: un matematico estremamente umano.
Testo originale: Alan Turing sur les billets de 50 livres : «Ce mathématicien est un héros absolu»