‘L’ideologia del gender non esiste’ se non per la Chiesa Cattolica
Articolo di Sophie Lebrun pubblicato sul settimanale cattolico Témoignage Chrétien (Francia) dell’8 marzo 2012, pag. 20-21, liberamente tradotto da Sara S.
Da storico, Anthony Favier* sta preparando una tesi sul genere nel cattolicesimo. Secondo lui, la Chiesa cattolica, sfiora appena la complessità, e quindi la ricchezza, degli studi di genere.
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Da quando la Chiesa cattolica si è alzata contro quello che chiama “la teoria del genere”?
La Chiesa ha preso posizione sul “genere” nel 1995, in seguito alla Conferenza di Pechino organizzata dall’ONU, sopravvenuta dopo un “decennio di diritto delle donne” che il Vaticano ha seguito attraverso gli altri incontri dell’ONU e della sua agenzia che si occupa dell’uguaglianza uomo-donna.In quell’anno, i movimenti femministi americani hanno convinto i funzionari dell’ONU e l’Assemblea a introdurre la parola “genere” (“gender” in inglese) nei documenti ufficiali.
La Santa Sede, allora, ha reagito spiegando che ai suoi occhi ciò significava cercare di cambiare la realtà biologica con l’uso di quella parola e che si voleva così ottenere anche la riconoscenza degli stati alternativi di vita, come l’omosessualità. Da quel momento, regolarmente, Roma pubblica le sue prese di posizione contro ciò che chiama “la teoria del genere” particolarmente presente nei discorsi papali.
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In seguito, c’è stata un’evoluzione della posizione ufficiale?
Le istituzioni romane non si sono più mosse dalla loro posizione. I vescovi francesi hanno mantenuto a lungo una certa riservatezza, parlando poco a tal proposito. Sei anni fa, Jacques Arènes, psicanalista, è stato incaricato dall’episcopato di pubblicare quello che è, per quanto ne so io, il primo documento ufficiale francese di un certo spessore, La problematica del genere. In questi ultimi anni, i prelati hanno preso sempre più la parola contro ciò che definiscono “la teoria del genere”, creando un movimento che può essere interpretato come una campagna per affermare le posizioni vaticane.
Se la linea ufficiale si irrigidisce, osservo comunque che altre parti della Chiesa cercano di aprire un dialogo intorno al genere, sottolineando che gli studi sono vasti.
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In cosa gli studi di genere sono più complessi della “teoria del genere”?
È importante precisare che solo i cattolici usano l’espressione “teoria del genere”. Nel mondo accademico, le “gender theories” americane non vengono mai tradotte in questo modo – in francese il termine “teoria” implica un’incertezza – si dice quindi “studi di genere” o “studiare il rapporto di genere”.
Perché la “teoria del genere” non esiste: questo settore di ricerca, allo stato attuale, è ricco di quarant’anni di lavori, con elementi di diverso valore, basati su vari metodi, alcuni applicabili alla storia o alle scienze sociali, altri alla sociologia o alla geografia. Sono studi molteplici con opzioni teoriche diverse che logicamente, possono anche contraddirsi.
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Cos’è la “teoria del genere” per la Chiesa cattolica?
Secondo tale istituzione, la “teoria del genere” è da avvicinare al marxismo: una dottrina che è stata pensata da alcune femministe radicali, con un’agenda per imporre la loro ideologia attraverso un calendario legislativo e un attore unico che coordinerebbe l’azione dei gruppi.
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È completamente falso?
La Chiesa non ha torto quando ritiene che alcuni movimenti femministi americani hanno usato il termine “genere” con un intento militante d’uguaglianza uomo-donna o per la depenalizzazione dei rapporti omosessuali. Ma nel seno stesso di questi movimenti, il genere non rinvia per forza a realtà omogenee. Non esistono dei “protocolli dei saggi del gender” per fomentare un attacco congiunto.
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Quali sono le persone che difendono più strenuamente la posizione della Chiesa?
Quegli esperti, particolarmente presenti nelle discussioni francofone su “Chiesa cattolica e genere”, che venigono convocati per contrastare la cosiddetta “teoria del genere”. Il più conosciuto è Mr Tony Anatrella, prete e psicanalista. Appoggiandosi al corpus freudiano degli anni tra le due guerre, egli spiega che coloro che non sanno bene a quale genere appartengano, hanno tale confusione per una mancanza nel loro sviluppo. Innanzitutto, è sorprendente vedere come dopo decenni passati a condannare la psicanalisi, la Chiesa ora metta su un piedistallo Sigmund Freud.
Infatti, a partire dal 1864 – e dal Sillabo di Pio IX che condanna chiaramente le scienze psicologiche – fino agli Anni ’50, tali scienze sono percepite come minacciose per l’anima dei cattolici.
Inoltre, è come dimenticare che oggi, anche gli psicologi contemporanei non utilizzano più le analisi freudiane in questo modo. Su un altro registro, Padre Michel Schooyans si è messo in testa che il pericolo del genere viene da una deriva dei diritti dell’Uomo. Torna a configurarsi con lui il discorso antiliberale cattolico ormai molto antico: la cosiddetta “teoria del genere” esorterebbe a una libertà senza freni, a un diritto a qualsiasi scelta che finirebbe in una nuova dittatura.
Infine, Margaret Peeters, vecchia giornalista americana residente a Bruxelles, ritiene che il genere sia l’erede della Rivoluzione francese… Dando una definizione politica e laica dell’individuo, i Lumi avrebbero eliminato la sua dimensione cristiana. Progressivamente, la paternità e la maternità, e ciò che lei chiama la mascolinità e la femminilità, sarebbero state svuotate della loro sostanza. Ai suoi occhi, dopo gli Anni ’50, le idee liberali avrebbero dato vita alla “teoria del genere” portando al suo estremo l’opposizione dialettica tra il biologico e il sociale.
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Uno degli argomenti della Chiesa cattolica contro la “teoria del genere” è la messa in causa di un “ordine naturale”
In effetti, nella visione cattolica, la cosiddetta “teoria del genere” rimetterebbe in causa una concezione naturale dell’Uomo, ossia che bisogna accettare la natura che la Creazione ci ha dato. La Chiesa cattolica parte allora dalla finalità degli organi sessuali per trovare un buon ordine etico della sessualità che sarebbe quello della procreazione, il che implica che la sessualità è sempre eterosessuale.
Ciò mette da parte un aspetto teologico ben più grande: la tradizionale valorizzazione cattolica dell’azione di Dio al di sopra della natura. D’altronde la si ritrova nella regola che impone il celibato ai preti o la castità ai religiosi e alle religiose. In questo, le leggi interne della Chiesa non sono “naturali” secondo la stessa definizione del Vaticano…
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* Anthony Favier ha un blog nel quale lascia le sue analisi dell’attualità sugli studi di genere e in particolare ha scritto sette articoli molto ricchi e completi su “La questione sui nuovi manuali di biologia alle elementari (in Francia). Da leggere su: penser-le-genre-catholique.over-blog.com
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Testo originale: Anthony Favier : «La théorie du genre n’existe pas»