L’enigma Alan Turing. L’uomo gay che ha contribuito a cambiare il ventesimo secolo
Articolo di Richard Smith pubblicato sul sito del quotidiano The Guardian (Gran Bretagna) il 19 giugno 2007, liberamente tradotto da Chiara Spasari
Alan Turing è verosimilmente l’uomo gay che più ha contribuito a cambiare il mondo nel ventesimo secolo. È grazie a lui che state leggendo quest’articolo online, e nella nostra lingua, non in tedesco.
Turing è largamente riconosciuto come il padre dell’informatica e dell’intelligenza artificiale. A Bletchey Park, quartier generale dell’intelligence britannica durante il secondo conflitto mondiale, il Bombe, il computer ante litteram di Turing, decifrò il codice nazista Enigma, contribuendo a ribaltare la situazione in favore degli Alleati e ad abbreviare di anni la guerra.
… una nuova statua di Turing è stata svelata al Bletchey Park, tuttavia, stranamente, il materiale pubblicitario in merito passa sotto silenzio il suo essere gay.
È vero che la sua omosessualità è stata secondaria rispetto al suo lavoro, ma fu determinante per la sua morte: così come Oscar Wilde e Harvey Milk, Turing è uno dei grandi martiri gay.
Nel 1952 Turing andò alla polizia a denunciare l’irruzione in casa sua di un diciannovenne che aveva ospitato. Quando ammise che aveva avuto con lui una relazione sessuale, fu accusato di “atti osceni”. Potè evitare il carcere solo acconsentendo a delle cure ormonali: in altri termini, la castrazione chimica. Gli fu ritirata anche l’autorizzazione di sicurezza, e dovette interrompere l’attività di intelligence.
Nel 1954 fu trovato morto nella sua abitazione, con accanto una mela mangiata a metà, avvelenata con il cianuro. Il suicidio non fu provato, ma il suo biografo Alan Hodges ha ipotizzato che non avesse lasciato alcuno scritto per permettere all’amata madre di formulare un “giudizio aperto”.
La nuova statua è notevole. A grandezza naturale e realizzata con migliaia di frammenti di ardesia gallese, lo ritrae seduto pensoso a una delle sue macchine decrittatrici. Non è la prima. Al Sackville Park di Manchester, tra il Gay Village di Canal Street e il dipartimento di Scienze dell’università dove un tempo lavorò, potete sedervi accanto alla statua bronzea, realizzata da Glyn Hughes, di Turing seduto su una panchina con in mano una mela. È stata inaugurata nel 2001 dall’Alan Turing Memorial Fund, a dimostrazione che nessuna grande azienda di software ha contribuito al finanziamento.
All’università del Surrey, vicino a dove è cresciuto, una statua gigante di Alan Turing, realizzata da John W. Mills, si avvia al campus sorreggendo una pila di libri.
Intitolati ad Alan Turing sono una via a Manchester, vari dipartimenti, centri, premi in tutto il mondo e tre targhe commemorative. Nel 2002 è risultato al 21° posto nella votazione dei 100 più grandi inglesi indetta dalla BBC.
Ma il tributo ad Alan Turing che preferisco potrebbe proprio essere davanti a voi in questo momento. Anche se mai formalmente riconosciuto, il logo di Apple è spesso ricondotto non ad Adamo ed Eva o a sir Isaac Newton, ma alla triste fine (e al grande debito nei confronti) di Alan Turing.
Testo originale: The enigma of Alan Turing