È una fede malata quella che sacrifica i suoi figli LGBT nel nome di Dio (Genesi 22,9-13)
Riflessioni bibliche di David K. Popham* pubblicate sul blog The Bible in Drag (Stati Uniti) l’8 ottobre 2018, liberamente tradotte da Marianna
“Quando arrivarono sul posto che Dio gli indicò, Abramo costruì un altare con della legna. Poi legò suo figlio Isacco e lo mise in cima all’altare. Abramo allungò la mano e afferrò il coltello per uccidere il bambino. Ma l’angelo di Dio lo chiamò dai cieli: “Abramo! Abramo!”.
“Sono qui!” rispose lui.
“Non alzare le mani contro il ragazzo!” disse l’angelo. “Non fargli del male. So ora come profondamente veneri Dio, perciò non negarmi tuo figlio, il tuo unico figlio”. Abramo poi alzò lo sguardo e vide un montone impigliato con le corna in un cespuglio. Si avvicinò e lo prese, e lo offrì al posto di suo figlio”. (Genesis 22:9-13)
Abramo e Sara scrissero un libro sull’inganno sessuale. Abramo spacciò Sara per sua sorella per sfuggire alle regole della cupidigia sulla sua bellezza, non una, ma due volte (Gen. 12:10-20; 20:1-28). Con l’aiuto di Dio, la coppia visse per raccontare la storia tutte e due le volte. Più tardi Sara escogitò un piano per assicurargli un erede.
Con la sua benedizione e insistenza, Abramo ebbe un rapporto intimo con Hagar, la schiava di Sara. Nove mesi più tardi Abramo ebbe un bambino. Nonostante la loro età, Abramo e Sara ebbero un rapporto sessuale e anche Sara diede alla luce un bambino chiamato Isacco. Hagar, ora un impiccio, fu lasciata con suo figlio a morire nel deserto, ma con l’aiuto di Dio, Hagar e suo figlio Ismaele vissero per raccontare la storia.
Oltre al diletto nel sotterfugio sessuale, Abramo si dilettò anche nel Sacro. Lungo la via, gli venne l’idea che un lodevole e appropriato sacrificio a Dio poteva essere Isacco, il figlio avuto con Sara. Non fu una sorpresa, dopo tutto, dato che aveva già cercato di sacrificare sia Hagar, che Ismaele.
È una religione malata quella che sacrifica i tuoi figli per Dio, come l’esperienza di tante persone queer. Le nostre famiglie di origine ci sacrificano spesso in nome di una coppia di idoli: l’eterosessualità e l’omofobia. Come Hagar e Ismaele, noi siamo lasciati a morire per far sì che nessuno ci veda, o peggio, come Isacco, siamo condotti dalle bugie e dalle mezze verità all’altare della nostra stessa morte.
Ancora una volta Dio ferma la sciocchezza di una devozione cieca, calma le anime dalle passioni non guidate. Ciò ha cambiato vite per raccontare questa storia.
Isacco fu salvato, ma non sono sicuro che lui e Abramo siano rimasti in buoni rapporti come padre e figlio. Come puoi fidarti di un genitore pazzo abbastanza da appagare il Sacro col tuo sangue?
Le persone queer conoscono nel profondo che la distinzione tra l’essere tollerati ed essere celebrati nella propria famiglia. Conosciamo l’umiliazione di lasciare parte della nostra vita fuori dalla famiglia, per non sconvolgerla. Conosciamo la rottura. Conosciamo la difficoltà di dormire, di rimanere svegli mentre ci chiediamo perché la redenzione è fatta col nostro sangue.
È una vergogna che il Divino debba salvare Isacco, ma non riuscì a toccare la mente e il cuore di Abramo.
Invece, Isacco avrebbe potuto ereditare qualcosa di più significativo che mandrie e greggi, se la sua fede fosse stata più piena d’amore, piuttosto che dalle paure di Abramo e Sara.
* David K. Popham è un gay a cui è capitato di essere pastore della Chiesa Unita di Cristo o un pastore a cui è capitato di essere gay? Forse lo capirete da soli. Di certo sa che è venuta l’ora che le minoranze sessuali si riapproprino della Bibbia.
Testo originale: Sick Religion (Genesis 22:9-13)