Il cammino che ho ritrovato al ritiro per giovani cristiani LGBT+ di Napoli
Testimonianza di Giovanni sul ritiro “Quanto è bello che i fratelli vivano insieme” del Progetto Giovani Cristiani LGBT (Napoli, 31 Ottobre/3 Novembre 2019)
Condividere pensieri sul ritiro a Napoli dei giovani cristiani LGBT+ è molto difficile. Oltre il mix di emozioni vissute per i volti incontrati, i temi discussi, le preghiere fatte insieme come fraternità, si unisce l’incanto di un luogo che ti cattura con i suoi suoni, profumi, immagini. Sono legato a questa terra in modo indissolubile, innamorato perennemente delle sue ferite, ma anche della sua calorosa accoglienza e non è un caso che la mia prima esperienza io l’abbia vissuta contemplando la bellezza di questi luoghi e contemplando la bellezza degli occhi dei fratelli e delle sorelle che il Signore ha posto sul mio stesso cammino.
“Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell’eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l’opera compiuta da Dio dal principio alla fine”. (Qoèlet 3,11)
Cito questo bellissimo passo dal libro del Qoèlet per poter fare una condivisione piena di quel che il Signore mi ha trasmesso in questi giorni tramite i miei fratelli e le mie sorelle. Questo passo parla di un tempo di Dio che è al di là delle nostre consapevolezze, un tempo che, anche nel dolore, è un completo affidamento al Suo volere perché l’unica consapevolezza, alla fine, è quella di essere amati. Varcata la soglia del Don Bosco di Napoli ho capito che quel tempo che il Signore mi ha chiamato a vivere era un tempo di ascolto fraterno per capire e mettermi in discussione su tematiche su cui avevo riflettuto ben poco.
In particolare Luca Trapanese, Suor Anna Maria, il presidente dell’associazione “Ponti Sospesi” e Matteo dell’Azione Cattolica mi hanno aperto un mondo di attesa e speranza, un’attesa sicuramente che dovrà essere accompagnata da tanta pazienza; suor Anna Maria è la persona che più mi ha toccato per il servizio che svolge presso la diocesi di Pozzuoli. L’ho ascoltata con religioso silenzio, ho ascoltato le domande che le sono state poste da altri, le risposte mi son sembrati caldi abbracci! Quel carisma speciale mi è entrato nell’anima.
La testimonianza di “Famiglie arcobaleno” è stata altrettanto interessante e, mi ha fatto rendere conto di quanto si è lottato per i propri diritti, ma quanto ancora c’è da fare!
La profondità del laboratorio sul coming out di Alessandra e Corrado, le condivisioni che sono uscite fuori sono state per me fonte di grande ricchezza.
Mi porto a casa la sicurezza di aver avuto al mio fianco, per tre giorni, persone speciali che continuano ad aiutarmi nel cammino di tutti i giorni. Se questo è stato un tempo di ascolto, ad oggi mi ripeto il titolo di un campo della Gioventù Francescana a cui ho partecipato che parlava della vocazione alla santità a cui tutti siamo chiamati: “E perché non io? E perché non ora?”.
Queste parole son risuonate in me come una melodia bellissima spronandomi a riempirmi d’amore e donarmi ancora una volta a Lui e per Lui. Il tempo di ascolto è un tempo di Grazia! Sono grato per questa opportunità che mi ha trasformato, per avere avuto l’onore di pregare insieme.
Non vedo l’ora di condividere insieme oltre la preghiera, altri momenti di gioia e spensieratezza che mi hanno lasciato il sorriso stampato in viso come fossi un bambino. È sempre bello riscoprirsi fratelli.
Un abbraccio forte, Giovanni