Sono un cattofrocio del Sud. Al ritiro dei cristiani LGBT “io c’ero e ho rincontrato Gesù!”
Testimonianza di Nazareno sul ritiro “Quanto è bello che i fratelli vivano insieme“ del Progetto Giovani Cristiani LGBT (Napoli, 31 Ottobre/3 Novembre 2019)
Non penso di saper scrivere… e non so perché comunque scrivo, che contributo posso dare io? Ma scrivo comunque per un motivo: Perché c’ero! …e perché voglio testimoniare solo questa cosa: “Io c’ero di persona e ho incontrato Gesù!”. Ho scritto di getto, non sono stato attento ad usare un registro adatto al sito e nemmeno ad essere politicaly-correct. Ma ho voluto scrivere quello che sentivo senza “infiocchettature”, senza trattenermi.
Prima di tutto mi presento: sono Nazareno, il gay della porta accanto, ho una vita relativamente normale, ho fatto pace col mio essere gay già da tempo, lavoro, ho una relazione. Sono sereno, vado a messa (quando posso)… e lo stesso per la preghiera (non sono proprio un grande praticante, lo so…) e per questo dopo mi confesso e sì, mi faccio anche la comunione… (se possono farla noti politici divorziati in diretta TV!). Però sono anche cresciuto in oratorio.
Sono il “cattofrocio” standard; e il termine cattofrocio me lo voglio dare io, ci tengo è un bel termine e non mi offende: mi caratterizza! Un po’ forte forse, ma efficace perché non sono proprio un gay di primo pelo (quello dell’immaginario collettivo per intenderci) ma sono più un mediomen, un frocio un po’ vecchio stile, un po’ di periferia; sono un po’ l’omosessuale da film de “Le fate ignoranti”: quello che fa le cene con gli amici gay a casa piuttosto che andare in palestra o in discoteca (anche se vado sia in palestra che qualche volta a ballare)… ah, e vado a messa, ma questo ve l’avevo già detto, giusto?
E dimenticavo una cosa: sono un tecnofilo, sono nato quasi col cellulare, col computer, con la chat. Ho sempre sostenuto e credevo che il virtuale potesse sostituire il reale e soprattutto nel mondo LGBT il virtuale spesso è di casa: protegge in uno pseudo-anonimato confortevole. Il virtuale è comodo, è rapido, fa sentire “potenti”… ma dà tutto… davvero? Per me la risposta era Sì!
Seguivo Gionata.it già da un po’ e credevo che mi bastasse leggere qualcosa, andare a qualche messa di comodo passando per un qualunque cattolico poco praticante per incontrare Dio (lì dall’altare, qualche volta, quel Rappresentante di Dio in terra magari diceva anche qualcosa che sentivo mio), e magari mettevo a posto l’animo con qualche bella lettura di riflessione sul sito, vedevo qualche bel video di testimonianza. Un Dio di comodo, un Cristiano di comodo. Vi dico la verità: volevo già partecipare all’incontro a Roma dello scorso anno del Progetto Giovani Cristiani LGBT, ma tra gli impegni di una vita piena e la distanza ci avevo rinunciato… e quest’anno si fa a Napoli a praticamente 1km da dove abito. E allora mi faccio forza e vado.
Mai il Signore poteva farmi regalo più grande: l’Esserci! Ecco l’unica testimonianza che posso portarvi: “io c’ero dal vivo!”. C’ero ed ero Gay e Pregavo Dio tutto nello stesso tempo nello stesso istante. Per me è come se una frattura, una dualità che aveva trovato il suo equilibrio di comodo si fosse spezzata. Quella comodità che pensavo mi sostenesse invece mi incantava in uno stato di non pienezza.
Quel dualismo di comodo: andavo da solo in chiesa (e mettevo in pausa il mio essere gay) per poi uscire ed essere gay, e badate non un gay frustrato ma un frocio felice di esserlo, un gay che ha già passato la scoperta, il rifiuto, l’accettazione, la rabia contro la società. Un frocio in “equilibrio”, per quanto una qualsiasi persona possa essere in equilibrio… diciamo, che deve lavorare e fare altro nella vita (non solo essere gay ma prima di tutto una Persona piena, e quindi anche omoaffettiva).
Ma forse non era proprio tutto al massimo. In questo ritiro mi sono sentito parte di quella Chiesa con la “C” maiuscola che solo una comunità di fede può creare, che solo la realtà può dare, che solo stando lì si può sentire ma allo stesso tempo ero (e potevo essere) pienamente omosessuale. La frattura si era risanata! E allora perché scrivo se non sono bravo a parlare, a esplorare passi biblici, a riempirmi la bocca di citazioni e parallelismi per poter rispondere alla Chiesa Romana. Perché per quello ci sono i miei fratelli che ho conosciuto al ritiro e che hanno testimoniato quanto lo Spirito ha fatto loro dono di riferire.
Non posso raccontarvi le bellissime testimonianze che ho ascoltato, non sono bravo, non è questo il mio dono. E poi quella magnifica riflessione in cui ho scoperto che quella Benedizione (che vorrei tanto ottenere in futuro con la persona con cui ho deciso di condividere la mia vita e con cui mi unirò “civilmente”) non è una formula magica che per miracolo fa andare tutto bene ma è il riconoscimento che, per l’appunto, la cosa è buona, è bene e quindi se ne può dire bene. E allora è più importante il seminare, far crescere l’albero per testimoniare con la propria vita i frutti di bene che il Signore dona anche a noi persone omoaffettive perché anche la comunità non possa fare altro che Benedirci. E queste parole, giuntemi durante il ritiro, hanno trovato in me terreno fertile anche perché avevo già fatto pace col mondo e con tutti, anche con Dio… (ma forse non mi ero pienamente rappacificato con la Chiesa).
Io posso solo dirvi che umilmente c’ero e ho sentito Gesù, ho sentito la Chiesa, ho sentito una Comunità. Ero insieme Omosessuale e Cristiano e per usare le bellissime parole di Corrado (genitore di un felice ragazzo gay) da oggi non voglio tenere la mano un momento alla Chiesa e un momento al mio compagno ma tenerle entrambe, anche se questo mi lacererà. E non voglio fare una scelta di comodo magari volgendo la mia attenzione ad altre validissime comunità religiose più “lungimiranti”, ma mi sono riscoperto Cattolico. E quindi basta con le scelte di comodo ma voglio essere quella spina nel fianco di una Madre (quella Chiesa Cattolica Apostolica in cui sono cresciuto e che amo nonostante tutto… forse per tradizione, forse per la mia storia, non so perché…) ma che adesso non voglio abbandonare nonostante io sia, ero e sarò felicemente cattofrocio.
E così voglio invitarvi tutti a venire dal vivo perché è un’esperienza impagabile che non può essere raccontata da uno schermo o sostituita da qualsivoglia lettura. Si è difficile, la vita è piena di cose, per esserci dovrò usare le ferie. Ma io ci sarò e posso consigliarti una sola cosa lettore che come me mi leggi. VIENI!
Ho un solo rammarico, non essere uscito prima dalla zona di confort, non aver usato prima il tempo che avevo in pienezza.
Grazie per questo ritiro, grazie di questo bel dono a tutti i partecipanti. Grazie di esserci stati. Io c’ero dal 31 Ottobre al3 Novembre 2019 a Napoli all’incontro “Quanto è bello che i fratelli vivano insieme del Progetto Giovani Cristiani LGBT.