Da Malta a Napoli al ritiro per giovani cristiani LGBT alla riscoperta di me
Testimonianza di Andrea Diacono sul ritiro “Quanto è bello che i fratelli vivano insieme” del Progetto Giovani Cristiani LGBT (Napoli, 31 Ottobre/3 Novembre 2019)
La prima volta che ho letto del ritiro dei Giovani cristiani LGBT a Napoli ero in Irlanda ad un altro ritiro spirituale. Era la prima settimana di agosto e mentre scorrevo le tante mail che avevo ricevuto in quei giorni, ho trovato la mail con le informazioni su questa nuova iniziativa del Progetto Giovani Cristiani LGBT.
La cosa mi aveva subito interessato. Nei mesi successivi il desiderio di partecipare al ritiro di Napoli ritornava spesso nel mio cuore, ma non ero sicuro di essere pronto a fare quel passo o che fosse opportuno andarci, viste le difficoltà che vivevo allora. Poi il fatto che vivevo a Malta, che dista però solo poche miglia dall’Italia, e che non ero italiano mi rendevano ancora più incerto sull’andare o meno.
Tuttavia, sentivo dentro di me la convinzione che non era una coincidenza quella di venire a sapere del ritiro proprio in un momento del mio cammino in cui, a seguito del difficile coming out con i miei genitori a giugno scorso, sentivo forte il desiderio di conoscere nuove realtà cristiane LGBT e d’incontrare delle persone che vivono esperienze simili alla mia, desiderose di un’integrazione più profonda della propria fede con la propria omosessualità.
Il ritiro di Napoli sembrava un’ottima occasione per mettermi in gioco ed aprirmi a nuove esperienze di fede, di condivisione e di comunità capace di arricchire il mio vissuto quotidiano di giovane, gay e credente.
Perciò sono andato a Napoli, senza conoscere nessuno e senza sapere cosa mi aspettava. Ma sono rimasto subito colpito dall’accoglienza calorosa che ho trovato, dall’entusiasmo, dalla vivacità e dall’allegria che si respirava all’interno del gruppo radunato per il ritiro dei giovani cristiani LGBT.
Ho vissuto dei giorni intensi, intessuti di contenuti, di spunti, di scambi, di riflessioni e di testimonianze, di momenti di preghiera e di forti emozioni, di una umanità e una spiritualità vera.
Gli incontri che ho avuto con le persone a Napoli hanno aperto uno spiraglio di luce nel mio cuore. Parlare con loro e ascoltare le loro storie mi ha ricordato di come tanti altri vivono la mia stessa angoscia, le paure, i sogni e le speranze di cui è pieno il mio cammino.
Sono rimasto colpito dalla consapevolezza che le storie delle persone LGBT, seppure tinte di tante difficoltà, sono anche illuminate da tanta forza d’animo, resistenza e voglia di vivere.
Le condivisioni sincere e profonde dei vissuti che ho ascoltato hanno rinfrancato il mio cuore. Ho apprezzato il desiderio, comune tra di noi giovani cristiani LGBT, di vivere serenamente, liberamente e pienamente il nostro orientamento affettivo e di farlo senza escludere la nostra fede e il rapporto con Dio.
Due aspetti di questo incontro sono rimasti impressi in me. Il senso di libertà nell’essere se stessi, senza timore e vergogna nell’amare, senza sensi di colpa, con un sano orgoglio nell’essere gay e cattolici in cammino.
Queste dinamiche si sono manifestate ampiamente nei gesti affettuosi delle coppie presenti, nel modo aperto di raccontarsi e nei dialoghi schietti e sinceri su aspetti che toccavano il cuore di ognuno di noi. Nello stare bene insieme, nelle risate, nei sorrisi, nei gesti di tenerezza e negli occhi risplendenti di amore e di vita.
Tutto ciò ha fatto sì che si creasse un ambiente positivo, che ha rafforzato lo spirito di una comunità viva e palpitante, sempre alla ricerca di una appartenenza più profonda e di partecipazione più attiva all’interno della Chiesa Cattolica. D’altra parte, mi rendo conto che non è facile vivere la libertà vera e autentica, quando si è aggrovigliati in una rete di contraddizioni tra l’essere gay e l’essere credente.
In questi giorni ho potuto apprezzare il dono che questi momenti sono stati nella mia vita, finalmente ho potuto respirare, riconnendomi con il mio ‘Io’. Un momento dove imparare a volermi bene e ad essere orgoglioso di quello che sono. In cui ho potuto condividere la ricchezza che mi da essere con altre persone che non giudicano e non escludono, ma capiscono qualcosa di più della mia esperienza, perché si riconoscono e si immedesimano in un vissuto che ci accomuna, che ci rende fratelli e sorelle nel cammino quotidiano.
D’altra parte, i momenti di preghiera sono stati forti ed hanno fortificato il mio rapporto con Dio, rendendo queste giornate non solo un’esperienza di comunità, ma anche un’esperienza di fede che mi hanno fatto sentire la forza, la pace, la grazia e l’energia vitale che scaturiscono dal pregare insieme.
Sono rimasto molto colpito da come la preghiera, nata dalla nostra esperienza della realtà che condividiamo, ha rispecchiato il nostro desiderio profondo di seguire, amare e servire il Signore con tutto il cuore e tutta la nostra persona. Una preghiera che si è nutrita della consapevolezza dell’amore incondizionato di Dio per ognuno di noi, presente in tutto ciò che siamo e sperimentiamo anche nella nostra dimensione affettivo-sessuale.
La veglia di preghiera è stata toccante perché mi ha fatto ricordare che come giovane gay, sono stato creato ad immagine e somiglianza di Dio; che sono amato da un Dio che si rallegra di me e sono chiamato a corrispondere al suo amore gratuito amando e donandomi agli altri, anche quando quell’amore diventa un rapporto intimo ed esclusivo con una persona del mio sesso.
Riecheggia ancora in me l’intuizione, ricevuta durante la veglia di preghiera, che il mio orientamento sessuale è un dono di Dio, di come sia importante viverlo in quest’ottica perchè viva un momento di crescita e maturazione personale che mi porti a scoprire un linguaggio unico e intimo con cui amare e instaurare rapporti sani e autentici con Dio ed il prossimo. Un terreno fertile per vivere una vita piena, integra e signficativa.
Certo, non è facile vedere la mia omosessualità sotto questa luce quando si è circondati da voci insistenti che affermano tutt’altro. Tuttavia l’esperienza di Napoli mi ha permesso di trarre coraggio ed ispirazione dall’esempio e la testimonianza delle persone che ho incontrato, che cercano di vivere nel loro quotidiano, questa dimensione del loro essere, come un dono e una ricchezza.
Il Vangelo con cui si è concluso il nostro ritiro a Napoli ci ha presentato Zaccheo, una figura biblica in cui noi giovani LGBT possiamo identificarci grazie all’esperienza di vita che ci accomuna, che può ispirarci per passare dal desiderio all’incontro, dalla scoperta di essere immensamente amati alla chiamata di noi portatori di amore, speranza e rinnovamento.
Nei giorni successivi al ritiro mi tornava spesso in mente questa figura, ed ho pensato di come anche noi siamo tutti dei Zacchei, desiderosi di trovare Gesù e di scoprire la sua luce e il suo amore in questa realtà che viviamo e condividiamo.
Anche noi siamo cercatori assidui di un amore che ci accolga, ci includa, ci affermi, ci renda partecipi, ci incoraggi, ci consoli, ci metta in piedi per portarci ad avere un senso e uno scopo più profondo a cui possiamo sentire di appartenere.
E’ un amore che cerchiamo e che, a volte riusciamo ad intravvedere, ma che tante altre volte non troviamo nella nostra vita spirituale, nelle nostre famiglie, nei vari contesti ed ambienti che abitiamo all’interno della Chiesa e nelle comunità di cui facciamo parte.
Come Zaccheo, spesso ci troviamo ostacolati da paure interiori e dai pregiudizi, dall’opposizione della ‘folla’ ai nostri sforzi di incrociare lo sguardo amorevole di Gesù.
Nonostante questo anche noi riusciamo a scoprire in noi la stessa determinazione, forza d’animo e creatività che hanno spinto Zaccheo a fare gesti impensabili e coraggiosi, gli stessi gesti che temiamo tanto nel nostro cammino di accettazione e d’integrazione della omosessualità.
Ma sono questi gesti che ci fanno uscire da noi stessi ed essere persone più libere e autentiche.
Dio non trascura, né tralascia mai questo nostro desiderio profondo mentre attraversa le strade della nostra vita quotidiana, in cui continua a cercarci e a volgere il suo sguardo verso di noi, in tanti modi inimmaginabili nei nostri incontri e nelle nostre esperienze… che raggiunge anche le altre persone, tramite i nostri modi di essere e di vivere.
Una delle tante cose che ho visto durante il ritiro è come il Signore si manifesta nel prossimo e lo posso affermare avendo vissuto in prima persona, durante questi giorni a Napoli.
Sono molto grato al Signore per aver messo nel mio cuore il desiderio di cogliere questa opportunità e, così facendo, ho potuto scoprire una comunità nuova, ricca e viva di fratelli e sorelle, con cui camminare lungo il sentiero che Lui mi ha messo davanti.
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno partecipato a questo ritiro per tutto l’amore, la bellezza e la potenza che ho potuto vedere, conoscere ed apprezzare attraverso le vostre testimonianze, le vostre condivisioni, i consigli e l’affetto.
Sono tornato a casa carico di speranza, di entusiasmo e di passione nel proseguire il mio cammino per riprendere la mia ricerca di ciò che è vero, autentico e rigenerante nella mia quotidianità.
Ma soprattutto per continuare a darmi il permesso di vivere liberamente, serenamente e pienamente tutto ciò che sono, lasciandomi guidare dalla consapevolezza di essere gay, credente ed amato da Dio nell’interezza del mio essere.
Alla prossima!