Perchè l’attivista LGBT Jayne Ozanne ha incontrato Papa Francesco?
Riflessioni di Massimo Battaglio
Il Progetto Gionata ha già presentato la figura di Jayne Ozanne circa un anno fa, presentando il suo libro Just Love: A journey of self-acceptance (Solo amore/Amore giusto: viaggio nell’autoaccettazione). Si tratta di un’autobiografia in cui l’autrice, anglicana praticante, esprime il suo travaglio alle prese con l’accettazione della propria omosessualità. Il doloroso percorso di Jayne si conclude bene: con la traduzione del suo sempre vivo desiderio di giustizia sociale, in impegno nel movimento LGBT.
Dopo il suo coming out, avvenuto nel 2015, non ha affatto abbandonato la Chiesa presso cui ricopriva prestigiosi incarichi di consulente. Ha semplicemente ricalibrato i propri impegni. Ed è diventata rapidamente una delle intellettuali più influenti nella lotta per la parità dei diritti per le persone gay, lesbiche e trans. Propone una rilettura attenta dei passi biblici su cui pretende di basarsi la condanna all’omosessualità; dimostra l’inattualità della dottrina cristiana in merito.
Il suo lavoro editoriale, “Just Love: A journey of self-acceptance”, non si presenta solo come un racconto personale. Vi si affronta anche scientificamente il problema drammatico delle terapie riparative. E ciò ha permesso all’autrice di suscitare grande interesse.
Il 14 novembre scorso, Jayne Ozanne ha presentato il suo libro niente meno che a Papa Francesco. Lo ha fatto con semplicità, al termine della messa in Santa Marta, consegnandogliene una copia e scambiando due parole. Poi ha comunicato l’avvenimento su facebook:
«Oggi ho avuto l’immenso privilegio di presentare il mio libro e la mia ricerca a Sua Santità, dopo aver partecipato alla messa nella sua Cappella privata.
Gli ho spiegato di essere cresciuta in una chiesa che mi diceva che non sarei mai potuta essere una moglie, una madre o una nonna e di essere, per questo motivo, passata attraverso la cosiddetta “terapia di conversione”. Ho aggiunto che la ricerca della mia Fondazione ha dimostrato l’impatto di tale “terapia” su centinaia di altre persone, molte delle quali hanno tentato il suicidio. Ho concluso dicendo che ho pregato, affinché tutti possano sapere che sono preziosi figli di Dio e accettati per quello che sono.
Il Papa ha risposto prendendo le mie mani. Mi ha detto: “Per favore prega per me mentre prego per te”. Papa Francesco sembrava capire quali siano i danni delle terapie. Mi è apparso preoccupato. Io mi sono sentita accolta, come abbracciata».
Gaynews, quotidiano online di informazione LGBT, col suo attentissimo caporedattore Francesco Lepore, ha immediatamente intercettato la notizia e l’ha riportata. E subito, naturalmente, sono iniziate le solite polemiche: “Francesco, che rifiuta di incontrare i suoi più vicini collaboratori, anche cardinali, ha concesso un’udienza a Jayne Ozanne a Casa Santa Marta”. E’ una frase ricorrente se si fa una ricerca con Google. Su quali siti? I soliti.
Abbiamo contattato la Ozanne, che ci ha risposto in modo lapidario: “Ci sono molte notizie false sul mio breve incontro con papa Francesco. E’ stata solo una presentazione e una consegna. Gli ho solo dato una copia della mia ricerca. Non ne abbiamo discusso”.
Jayne Ozanne ci ha promesso che ci risentiremo più avanti, con più tempo e maggior tranquillità per parlarne. Seguiremo attentamente la vicenda.
Per ora, solo una valutazione: è vergognoso che, ogni volta che una persona omosessuale si presenta al papa, si sollevi il fumo polemico. Tra l’altro: dove sarebbe la novità, se non nel fatto che Francesco è un po’ più scomodo dei pontefici precedenti?
Non c’è da sorprendersi: dietro le terapie riparative ci sono giri di milioni. Se il papa si pronunciasse contro – cosa che ci auguriamo – sarebbe una rovina economica per molti. Ciò deve fermarci nella lotta contro una delle più gravi imposture degli ultimi anni?