L’omosessualità vista dal punto di vista del Magistero cattolico
Estratto dal testo del teologo Peter Schallenberg* contenuto nel saggio cattolico “Mit dem Segen der Kirche? Gleichgeschlechtliche Partnerschaft im Fokus der Pastoral” (Con la benedizione della Chiesa? Le unioni omosessuali nell’ottica della pastorale), a cura di Stephan Loos – Michael Reitemeyer – Georg Trettin, editore Herder (Germania), 2019, pp. 71-85, liberamente tradotto da Antonio De Caro
Rousseau e Nietzsche credevano in una condizione originaria di felicità, in cui l’uomo seguiva i propri impulsi e viveva in accordo con la Natura. La civiltà, la morale e la religione (ebraica, cristiana…) avrebbero poi guastato questa condizione aurorale di innocenza, con un’evoluzione che non equivale ad un progresso ma a una sottomissione. Già Agostino non era alieno da questa concezione, per via dell’idea del “peccato originale”, della caduta da una beatitudine primigenia.
Secondo la visione biblica, però, la sessualità dei progenitori rappresenta il coronamento della creazione, non un male che si aggiunge ad essa.
La differenza sessuale e il bisogno di completamento è immagine dell’essenza relazionale di Dio e diventa pertanto compito etico degli esseri umani (p. 72). “Maschio e femmina li creò” va inteso nel senso che la creatura umana per completarsi deve superare i limiti dell’egoismo e deve trascendersi nella relazione con l’altro.
L’etica, pertanto, deriva da una riflessione razionale -e quindi culturale- sulla natura: tale riflessione indaga sullo scopo della natura, quindi sulla volontà di Dio. Nel modo di vivere formato e concreto della natura umana, che cosa corrisponde al piano di Dio? Qual è la metafisica della creazione?
I Vangeli si esprimono poco e in modo assai riservato sulla sessualità. Piuttosto, si soffermano sull’essenza e sullo scopo degli uomini: vivere nell’amore, come risposta all’Amore di Dio che crea e salva.
In Matteo 19, 6 Gesù afferma che la legge (per esempio, sul ripudio) è stata data per la durezza del cuore umano: da questo passo gli interpreti hanno dedotto la verità del peccato originale ed ereditario, per cui l’umanità dopo la caduta è segnata dal male ed orientata verso di esso.
In Luca 20, 34 ss. Gesù afferma che dopo la resurrezione la sessualità non ci sarà più: nella dimensione escatologica, la pienezza della vita dipenderà solo dalla comunione con Dio. Pertanto, il matrimonio e la sessualità sarebbero modi per rispondere, in questa vita e in questo tempo finito, all’amore eterno di Dio.
I padri della Chiesa, seguendo i suggerimenti di Paolo, hanno ritenuto la passione sessuale come incompatibile con la vocazione morale e con la salvezza dell’uomo. La vita sessuale sarebbe necessaria, ma nella minore misura possibile: essa va ricondotta al quadro morale del matrimonio e ai suoi tre fini, cioè la riproduzione, la fedeltà e la liberazione dal desiderio come passione. L’amore deve essere vissuto come frui e non come uti (cfr. August. Civ. Dei 14.28): l’Altro va pertanto considerato non come un bene egoistico, ma come un essere che rimanda a Dio, che ha la sua dignità e non può essere ridotto ad oggetto per soddisfare istinti personali.
Secondo Tommaso d’Aquino e il Concilio Vaticano II il matrimonio ha uno scopo che riguarda l’essere umano come essere vivente; uno scopo che lo riguarda come essere umano; ed uno che riguarda il suo rapporto con Dio. Affettività e sessualità possono essere sanati e trasformati se diventano espressione del dono di sé. L’amore quindi è chiamato ad essere non solo effectivus, ma anche expressivus: espressione di dedizione e fedeltà. L’intimità fisica sarebbe una menzogna se non fosse segno e frutto di intimità personale.
Lo scopo della persona umana, nell’ottica cristiana, è Dio. E questo Dio è amore. Quindi lo scopo della persona umana è l’amore, e il senso della vita terrena è apprendere questo amore per Dio attraverso l’amore oblativo verso gli altri. La sessualità, soprattutto nel matrimonio, esprime questo amore oblativo in modo privilegiato e in una relazione personale. Questo è il senso della castità (p. 76), cioè l’integrazione della sessualità nella persona e quindi l’unità interiore dell’essere umano nella sua dimensione corporea e spirituale. La sessualità diventa davvero umana quando rappresenta una relazione da persona a persona. Si tratta di un ideale da raggiungere gradualmente: va applicato e adattato alla persona concreta e alle sue condizioni di vita (p. 77).
La valutazione dell’omosessualità secondo la morale cattolica annoverava la sodomia fra i delitti capitali; non vi era alcuna considerazione per la persona, la disposizione e il contesto. Nel Catechismo del 1993 il Magistero parla di tendenza profondamente radicata, evitando di prendere posizione per l’origine naturale o culturale del fenomeno. Da parte del Magistero sarebbe ovviamente meglio confrontarsi con le teorie scientifiche piuttosto che rimanere in una terminologia non chiara.
Uno dei problemi sarebbe che gli atti omosessuali sarebbero incapaci di generare la vita. Come mai questa obiezione non viene sollevata nel caso delle coppie sterili o non più fertili? Chi e attraverso quali criteri distingue fra natura buona e natura cattiva? E come si stabilisce che nelle relazioni omosessuali non esistano la complementarità, l’integrazione e l’unità delle persone?
Se le affermazioni bibliche non sono sufficienti, a quali affermazioni scientifiche e psicologiche si fa riferimento? Il dono reciproco e la capacità di amore non dovrebbero avere un valore morale più alto delle modalità dei rapporti sessuali (p. 80)?
Piuttosto, il Magistero dovrebbe indicare quale tipo di intimità fisica corrisponde al messaggio “Dio è amore” e quindi può rappresentare un percorso di santificazione. Invece, il Magistero rimane vincolato ad un piano soltanto biologico e materialista.
* Peter Schallenberg, nato nel 1963, è professore di Teologia Morale ed Etica della Facoltà teologica di Paderborn, direttore del Katholischen Sozialwissenschaftlichen Zentralstelle (KSZ, Ufficio centrale cattolico delle Scienze Sociali) di Monchengladbach e consultore del dicastero per lo sviluppo integrale dell’uomo.
Testo originale: Homosexualität aus Sicht des katholischen Lehramtes