Kairòs e la maggiore età. Diciotto anni di cammino nelle chiese di un gruppo di cristiani LGBT con i loro genitori
Intervento del gruppo Kairòs presentato all’incontro-dibattito “Quali segni e prodigi. L’esperienza dei cristiani LGBT a Firenze” (28 novembre 2019)
Diciotto anni sono trascorsi da quando una sera del 2001 (dopo il gesto disperato del gay cattolico Alfredo Ormando che, il 13 gennaio del 1998, si diede fuoco per protesta in piazza San Pietro a Roma) un gruppo di quattro ragazzi si ritrovò per caso in un locale gay fiorentino e, dopo aver scoperto di essere omosessuali cristiani, si chiese se non fosse possibile fare qualcosa entro una Chiesa che non offriva per loro cammini di fede. Iniziò così il cammino del Gruppo, ancora senza un nome e temporaneamente ospitato nei locali dei Padri Comboniani di Firenze.
Il passo successivo fu costituito dalla Comunità di Base delle Piagge di don Alessandro Santoro che invitò a darsi un nome, un’organizzazione democratica e a trovare un senso a questo nuovo cammino. Nacque in tal modo il Gruppo Kairos, termine quest’ultimo che indica “cogliere il momento opportuno”. Forse per una raggiunta maturità di tempi per agire entro la Chiesa.
Lasciato l’approdo delle Piagge, iniziò un periodo di ripensamento profondo della “missio”. Così in tre mesi di costante e impegnativa riflessione vennero messi per iscritto i desiderata come cristiani LGBT e il 24 novembre 2005 venne redatto il “Progetto di Kairos”, che ancora oggi costituisce una guida nel nostro andare.
Nei mesi successivi il Gruppo fu ospitato da diverse realtà tra cui i Gesuiti e alcune case private, per giungere infine dai Valdesi, che lo accolsero e accompagnarono nella crescita per alcuni anni. Tuttora i Valdesi rimangono un punto di riferimento, grazie all’appoggio della pastora Letizia Tomassone.
Nel 2007 proprio nella chiesa Valdese di via Micheli nei giorni in cui si celebravano le esequie del giovane Matteo, morto suicida a seguito del bullismo omofobo dei suoi compagni di scuola, i cristiani omosessuali di Kairos di Firenze, sconvolti da quella assurda tragedia, lanciarono l’idea di dar vita a una Veglia in ricordo delle vittime dell’omotransfobia. L’iniziativa piacque tanto da essere costantemente ripetuta ogni 17 maggio, fino a divenire una iniziativa nazionale.
Negli anni successivi Kairos sarebbe cresciuto ancora con l’arrivo delle ragazze, l’altra metà del cielo.
L’incontro con alcuni parroci, tra cui don Andrea Bigalli, parroco di Sant’Andrea in Percussina, e don Giorgio Mazzanti, parroco di S. Alessandro a Giogoli, fecero scoprire l’accoglienza nelle realtà parrocchiali fiorentine. Finché, inaspettatamente, due catechisti chiesero al Gruppo d’incontrare il consiglio parrocchiale della parrocchia della Madonna della Tosse, per fargli conoscere il nostro cammino.
Da allora quella parrocchia è diventata una casa privilegiata che ha aiutato ad accogliere tanti ragazzi e ragazze che si sono avvicinati a Kairòs da tutta la Toscana, ma anche da lontano (Svizzera, Veneto, Emilia Romagna Sardegna, Umbria, Puglia). Inoltre, i suoi locali parrocchiali hanno accolto, e continuano ad accogliere, tanti incontri del sabato. Quelli che sono divenuti i classici incontri a tema (teologico, sociale, psicologico) di ogni quarto sabato del mese.
Un giorno, alla ricerca di una cappella dove poter pregare, il Gruppo incontrò una giovane suora domenicana, e le chiese se si potesse pregare nella cappellina della sua comunità. Iniziarono così gli incontri mensili di lectio biblica in cui imparare, mese dopo mese, a meditare insieme la parola. Oggi questi momenti di preghiera si svolgono anche nei vari luoghi della città di Firenze che accolgono Kairòs.
A proposito di incontri di preghiera, da ricordare la nascita del Kairosario, come parte importante che una volta al mese si riunisce per pregare in condivisione il rosario.
L’accoglienza negli ultimi anni si è arricchita di significative presenze non solo fiorentine. Anni fecondi segno di processi in atto, almeno a certi livelli, nella Chiesa cattolica dopo l’avvento di papa Bergoglio.
Nella primavera del 2016 mons. Italo Castellani, allora vescovo di Lucca, ha iniziato a interessarsi all’accoglienza pastorale delle persone omosessuali, incontrando a più riprese i membri del gruppo Kaiors in diocesi ed aprendo un dialogo che avrebbe portato alla nascita a Lucca del gruppo diocesano di cristiani omosessuali Camminando s’apre cammino. Territorio fertile quello lucchese, se l’anno successivo avremmo incontrato con Kairòs le suore di clausura del Monastero carmelitano di Monte San Quirico, con cui è nata una splendida amicizia.
Nell’autunno del 2017 è arrivata la parrocchia di Sant’Antonio da Padova al Romito con don Giovanni Martini (da quest’anno trasferito nella parrocchia di Santa Maria al Pignone), parrocchia dove da circa un anno mensilmente Kairòs anima una messa domenicale. Mentre nell’autunno del 2018 si sarebbe aggiunta la storica chiesa dell’Isolotto della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie, con don Luca Niccheri.
Infine, da ricordare altre due figure religiose importanti nel percorso del Gruppo. Don Alfredo Jacopozzi, che tante volte si è reso disponibile per le penitenziali pre-pasquali e per spezzare la Parola negli incontri di preghiera del gruppo. E padre Fernando Zolli grazie al quale è stato nuovamente possibile pregare nei locali di Viale Volta dei Comboniani di Firenze.
Diversi gruppi Scout Agesci e gruppi parrocchiali, nel tempo, hanno chiesto a Kairòs testimonianze, con un incremento negli ultimi anni. Segno di un’attenzione una volta sconosciuta.
Importanti, per le dinamiche di crescita interna, i ritiri spirituali svoltisi presso la Casa per la Pace degli amici di Pax Christi Italia, Casa situata vicino al Comune di Impruneta, in provincia di Firenze. Nonché l’ultimo ritiro dell’ottobre di quest’anno svoltosi nel Santuario francescano de La Verna, in provincia di Arezzo, che per la prima volta ha aperto i propri spazi a simili iniziative.
Dal 2017 è divenuta fondamentale per la crescita del Gruppo la presenza e la testimonianza attiva di diversi genitori cattolici con figli LGBT. Un contributo di maturità di chi ha compiuto un percorso spesso sofferto nell’accettazione della diversità del proprio figlio/figlia.
Diciotto anni e molta strada percorsa, testimoni, come Gruppo di cristiani LGBT, di una fetta di Storia. Storia anche di quella Chiesa che, passo dopo passo, sta imparando (o tentando di imparare) l’inclusività verso coloro che sono stati per secoli emarginati.
Ma da sottolineare è soprattutto la ricchezza delle relazioni umane instaurate, perché è dal dialogo e dal confronto fra esseri umani che ogni vero rapporto di amicizia e ogni profonda metanoia iniziano. Oltre le strutture.