Christmas blues. Natale, tempo di luce o di buio?
Riflessioni di Gigliola Milani pubblicate sul blog della comunità MCC Il Cerchio il 5 dicembre 2019
L’Avvento, il tempo che dalla fine di novembre, dall’autunno ormai agli sgoccioli, quando abbiamo ormai reso grazie per i suoi ultimi frutti, ci porta al Natale, contiene in sé un paradosso: ci troviamo in giorni in cui la luce solare è sempre più scarsa, in cui i colori dell’autunno cedono via via il passo agli alberi spogli e ai toni grigiastri dell’inverno, ci troviamo nell’ultimo mese prima del Solstizio d’Inverno, quando nelle regioni del Nord il Sole scompare addirittura alla vista; eppure, ecco che proprio nell’Avvento esplodono la luce, le luminarie, i candelabri: il Natale è per tutti fonte di grande investimento emotivo.
È come se, tornando un po’ bambini, sperassimo che il potere magico di quel periodo possa cancellare in un sol colpo le nostre frustrazioni e farci sentire meno abbandonati.
Ma il “Christmas blues“, o depressione natalizia, è più frequente di quanto forse si creda. Bizzarro. Eppure, circondati da luci sfavillanti ed alberelli colorati, a molti capita di sentirsi profondamente tristi.
I concomitanti cambiamenti stagionali, quali la diminuzione delle ore di luce e della produzione di serotonina, possono ulteriormente incidere sullo stato di tristezza del Christmas blues, influenzando umore, ritmo sonno-veglia, sessualità, memoria e altri ambiti associati al nostro benessere.
Non è solo il Natale a generare questa sorta di tilt esistenziale, ma anche il dover iniziare un nuovo anno, proprio perché il passaggio porta inevitabilmente a fare dei bilanci e a valutare cosa si è stati effettivamente in grado di concretizzare durante i 12 mesi appena trascorsi; il poter godere inoltre, di una pausa dagli impegni lavorativi piuttosto lunga porta a far riemergere problematiche e preoccupazioni tenute a bada dal trantran e dai tempi strettissimi della quotidianità.
Questi due fattori insieme possono generare una forte ansia per il futuro e la paura, per il nuovo anno, di fallire nuovamente o comunque di non centrare pienamente gli obiettivi che ci si prefigge.
Il Sole, dopo aver raggiunto il suo punto più basso, ed essere addirittura scomparso sotto l’orizzonte a certe latitudini, inverte il suo corso e fa presagire il suo zenit, tra sei mesi esatti: ecco il paradosso di questa stagione buia e fredda, ma che, nel suo culmine negativo, contiene in sé la promessa della prossima primavera, e del prossimo ritorno della luce. Il buio e la luce giocano e si inseguono in questo periodo, così caro ai bambini di molti Paesi, ma difficile per chi deve affrontare depressione e bipolarismo: le lunghe ore di buio non favoriscono, infatti, chi deve convivere con queste condizioni debilitanti, sono una dannazione che dura diversi mesi, e che fa attendere con particolare ansia e fervore il riallungarsi delle giornate.
Ma fra sei mesi esatti, inevitabilmente, il sole tornerà al suo zenit, e la vita continuerà anche dopo questo, ennesimo, Santo Natale…