Il grande cielo blu nel cuore
Riflessioni* di Gilles Castelnau** pubblicate sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 6 settembre 2019, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
“Due monetine sarebbero più che sufficienti per coprire tutte le mie terre, ma il grande cielo blu tutto intero non potrebbe mai riempire il mio cuore, disse il giovane Aymery.” (Victor Hugo, La leggenda dei secoli)
Il teologo Tillich ha scritto che Dio non è un Essere onnipotente la cui dimora è da qualche parte in cielo, ma che è il Fondamento di ogni essere.
È in Dio che noi attingiamo il coraggio di essere, la forza di affrontare la vita e il mondo, lo spirito di fraternità, tutte cose che così spesso ci mancano. Non voglio ovviamente criticare Paul Tillich, ma ritengo che paragonare Dio a un fondamento ne dia un’immagine fredda e dura.
Io amo “il grande cielo blu” che Aymery sente nel suo cuore, perché vi trovo il soffio e l’immensità, perché allarga il mio pensiero e la mia dimensione interiore, il mio io.
L’evangelista Luca immagina a Natale “una moltitudine dell’esercito celeste” (2:13) che arriva dove stanno i pastori: che visione magnifica, il cielo tutto intero presente tra gli uomini! Più avanti Luca dice: “Il regno di Dio è in mezzo a voi” (17:21), e si può dare anche questa interpretazione, che mi piace: “È in voi”.
Il sogno di Aymery trova corrispondenza in quello di Martin Luther King (“Ho fatto un sogno: che un giorno, tra i rossi monti della Georgia, etc.”), all’entusiasmo del piccolo Davide di fronte al gigante Golia, a Cristo che allarga il suo sguardo sul mondo riprendendo le parole del profeta Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, per proclamare l’anno accettevole del Signore” (4:18-19).
Sono parole che ci invitano a non ridurre alla misura della nostra piccola persona lo sguardo che gettiamo sul mondo, e a non immaginare Dio come un essere meschino, suscettibile e fissato con i nostri miserabili peccati.
Allarghiamo quindi il nostro pensiero alle dimensioni del mondo, affinché, nella costruzione della polis di oggi e del futuro, i nostri polmoni si gonfino con il Grande Soffio di Dio.
* I passi biblici sono tratti dalla versione Nuova Riveduta.
** Gilles Castelnau è stato pastore riformato ad Amsterdam e nella regione parigina. Si interessa da sempre alla presenza dell’Evangelo ai margini della Chiesa, come le cappellanie militari, carcerarie, universitarie e la Croce Blu. Da molti anni anima il sito Internet Protestants dans la Ville.