Padre, ho peccato. Sono lesbica!
Articolo di Maria Jesús Méndez tratto da MiraLes (Spagna), maggio 2011, liberamente tradotto da Adriano C.
Da bambina profondamente religiosa che ero, torno dopo molti anni in Chiesa, trasformata in donna lesbica, per confessare davanti a sei sacerdoti diversi il mio amore appassionato per un’altra donna. Come mi accoglieranno?
Mi accetteranno come sono, si mostreranno tolleranti e comprensivi con la mia felicità o mi tratteranno come un’appestata e degenerata? Andiamo a scoprirlo. Ave Maria piena di grazia…
All’inizio della Settimana Santa un sacerdote di Valencia negò l’eucarestia a Pilar Gómez, 52 anni. Il motivo? Pilar è lesbica e vive con un’altra donna. Quando Pilar, cattolica praticante, volle una spiegazione, il sacerdote le disse che il suo peccato non era essere lesbica, ma non nasconderlo, “evidenziarlo”.
Io sono una dei battezzati che ingrossa le fila della Chiesa Cattolica, la quale conta un totale di suoi aderenti in circa 1.180 milioni di persone nel mondo, approssimativamente il 17,40% della popolazione mondiale (secondo l’Annuario Pontificio del 2011).
Da bambina e da adolescente sono stata un esempio di virtuosismo cattolico: volevo essere santa. Studiai in un collegio di suore, andavo a messa la domenica con i miei nonni, il venerdì non mangiavo carne, la sera recitavo le mie preghiere prima di dormire e partecipavo agli esercizi spirituali cattolici, evangelizzando le masse ignoranti sulla Parola di Dio.
Da quella bambina che desiderava esser santa e che nascondeva sotto il suo cuscino l’ostia domenicale per poterne mangiare un pezzettino ogni giorno e avvicinarsi alla santità, e la lesbica attivista che sono oggi, è passato parecchio tempo. Come mi riceverebbe la Chiesa se ritornassi? Con le braccia aperte come nella parabola del figliol prodigo?
Ho intenzione di saperlo, e per questo mi reco in sei chiese di Madrid per confessare il mio lesbismo, verificare se Dio almeno mi ama e mi accetta per come sono, se tuttavia posso ancora andare in paradiso o se i miei anni infantili e giovanili spesi a servizio della Chiesa non sono serviti a niente.
Prima stazione: Non sono un mostro.
Nel momento di confessarmi modifico la mia storia di lesbica navigata e mi mostro ai sacerdoti come una ragazza che si è innamorata di una collega di lavoro e sta sviluppando la sua prima relazione lesbica da due settimane. Nel mio ruolo di lesbica alle prime armi mi sento felice e realizzata, mentre precedentemente avevo avuto diverse relazioni con ragazzi che al contrario non mi facevano stare bene.
La prima cosa che chiarisce il sacerdote di una chiesa nel quartiere di La Latina, è che non sono un mostro. Finalmente respiro tranquilla. No, non sono un mostro, ma mi sto dirigendo sul cammino sbagliato. All’inizio si mostra comprensivo. Comprende che io possa sentire piacere accanto ad una donna, perchè Dio ha creato il piacere carnale.
Però per chiarire l’inconveniente di questo piacere, congegna una metafora contorta: “Questo è come gettarsi la polvere negli occhi: potrebbe farti piacere, però non è un bene, procura un danno “. L’idea ecclesiastica del piacere non mi è chiara, assolutamente. Mi raccomanda di porre fine immediatamente alla relazione con la mia ragazza.
— Però padre. Io la amo. La amo tanto. — spiego desolata.
— Figliola mia, è chiaro che la ami, e puoi amarla molto, puoi amarla come una madre ama suo figlio ammalato. Oppure come una donna cristiana ama i poveri. Quello che devi fare è cercarti un uomo e avere dei figli da donare a Dio.
— Si padre, sono stata con alcuni uomini, ma non sono felice con loro. Ho provato, ma è più forte di me, non mi piace neanche baciarli.
— Vedi, vedi, la prima cosa è che gli uomini non sono giocattoli. Non si può giocare con loro e poi gettarli via. Devi trovare un uomo anche se non sei felice con lui. Offri la tua infelicità a Dio, offrigli anche la pena di lasciare questa ragazza.
Alla fine mi chiede di non cercare altri confessori e di non parlare di questo per cercare altre opinioni; devo essere pudica, devo ascoltare e leggere solo le parole del Santo Padre.
Nel mio ruolo di buona cristiana vado a leggere quello che dice il Papa. A suo parere l’omosessualità minaccia l’umanità tanto quanto il cambiamento climatico, egli rifiuta di approvare un emendamento di depenalizzazione dell’omosessualità nel mondo e ribadisce che le lesbiche e i gay non entreranno del Regno dei cieli. Forse non sarò un mostro, ma mi fanno sentire come tale.
Seconda stazione: Il sesso è la perdizione.
Al sacerdote della seconda parrocchia, situata in centro, non fa piacere confessarmi. Quando il sacrestano mi conduce in sacrestia per chiedergli di dedicarmi qualche minuto, il confessore mi quarda in cagnesco e sbuffa rumorosamente per dimostrarmi tutta la sua ostilità. Sapere del mio lesbismo gli fa ancor meno piacere. Mi ordina di distaccarmi dalla mia ragazza immediatamente, dovo smettere di vederla.
— Ma è una mia collega di lavoro — argomento.
— Fa lo stesso. Cambia lavoro — mi risponde, come se, con l’attuale tasso di disoccupazione spagnolo, fosse facile trovarne un altro.
— Questo è un peccato gravissimo, ma credo che non sia mortale, non avete avuto rapporti sessuali…
— Beh, Padre, la verità è che ne abbiamo avuti.
Come risposta, la sua respirazione fuori dal comune, raggiunge livelli insopportabili.
— E’ peccato mortale, mortale!
La mia penitenza sono un Padre nostro e un’Ave Maria. Non sono neanche le undici della mattina e già mi sento esaurita. Credo che sia la normale fatica che deve provare un mostro che è sul punto di restare senza fidanzata e in più disoccupata.
Terza stazione: L’amore non è essere felici, bensì il contrario.
Giungo ad una basilica nel centro di Madrid. Finalmente un sacerdote giovane. Ma la mia idea che la gioventù sia alleata della tolleranza, dura molto poco. Il chierico mi spiega chiaramente che il Papa ha dichiarato che essere lesbica non è una malattia, ma una tendenza che deve essere corretta. Paragona la mia tendenza di amare le donne, con la tendenza di un assassino ad uccidere, con quella di un pedofilo a violentare i bambini e quella di un ladro a rubare.
— Però padre, — mi lamento — queste sono cose cattive. Quello che io sento è amore, affetto per una donna. E l’amore è una cosa buona, non si può paragonarlo a un crimine.
— No, tu non provi amore. La tua idea dell’amore non è corretta. L’amore non è quello pensi. Non è essere felice, bensì il contrario. L’amore non è cercare la gioia e il divertimento. L’amore è seguire il cammino giusto, e il cammino corretto che devi seguire è accanto ad un uomo. Hai bisogno di aiuto.
— Ho cercato aiuto, sono andata da uno psicologo.
— Cosa ti ha detto lo psicologo?
— Ha detto che è tutto a posto, che non succede nulla, che essere omosessuale è normale e che non devo sentirmi in colpa per questo.
— Uff, gli psicologi sono tutti ladri, dicono quello che vuoi sentire per rubarti i soldi.
Devi cercare uno psicologo cattolico, ti dirà senz’altro qualcosa di molto diverso da questo. E devi smettere di essere amica di lesbiche.
— Ma non posso averle nè come fidanzate nè come amiche, padre?
— No, gli omosessuali danno la colpa di tutto a Dio e al Papa. E perchè, di fatto, il tuo corpo è stato creato per stare con un uomo, sposarti e avere dei bambini, questo sì che è amore. E se non vuoi sposarti, non lo fare, ma non vivere da lesbica, perchè tutte le relazioni tra lesbiche finiscono male, è male. Un assassino non sarà mai felice, e neanche un pedofilo. Come una lesbica o un gay. Devi schifarti della vita delle lesbiche. E’ impossibile che qualcosa di così innaturale sia un bene.
Vado via con il morale a terra, una penitenza di tre Ave Maria e un invito ad una conferenza sul matrimonio che terrà lui, per imparare ciò che nella Chiesa è veramente amore, questo sentimento tanto lontano dalla felicità.
Quarta stazione: Abbasso i comunisti!
In una chiesa del quartiere di Ventas, la mia confessione prende risvolti curiosi, perchè, oltre alla predica, ottengo anche un indottrinamento politico. Come nelle altre confessioni, il parroco mi raccomanda di allontanarmi immediatamente dalla donna che amo. Mi insegna a porre limiti all’amore, perchè l’amore, dal suo punto di vista, non può scaturire senza nessun tipo di limite e controllo.
Mi spiega che è bene che le donne si amino, però quando l’amore assume una sfumatura sentimentale deve essere fermato immediatamente, poichè è la fine dell’umanità.
— Inoltre l’amore tra due donne è illegale — sentenzia il sacerdote.
— Non lo è, Padre. Qui in Spagna due donne possono sposarsi e tenere i figli che sono di entrambe.
Appena profferite le mie parole, il suo volto si contorce.
— Ah, i comunisti! Questa non è una legge di Dio, cristianamente non è possibile. I comunisti fanno del male alla società. Sì, sono anticattolici e anticristiani. Questo signor Zapatero, uomo senza fede come i suoi scagnozzi. Tutti massoni, vogliono cancellare il nome di Cristo. Se potessero bruciare tutte le chiese lo farebbero, ma non possono farlo perchè il popolo si ribellerebbe. Non ti accorgi di tutto il male che stanno facendo. Non ti fidare. Non ascoltarli.
Tu ascolta Dio, parla con questa ragazza e dille che no. Un “no” rotondo. Non esitare anche se ti strappa il cuore. Rinuncia alla felicità carnale, supera l’animosità del rapporto cercando un uomo, recupera la fede, Dona al Signore ciò che ti costa di più.
Mentre esco mi dimentico delle tre Ave Maria di penitenza. Ho la mente rivolta alla bambina che voleva essere santa e che pensava che Dio la amava sopra tutte le cose. Quella che pensava che Dio le chiedeva solo di essere felice. E già non so se mi dà più dolore la bambina che ero, oppure quel Dio che propone la Chiesa.
Quinta stazione: La vita non è vivere ciò che si vorrebbe vivere.
Per la prima volta nella mia Via Crucis, un sacerdote non mi dice direttamente quello che devo fare. Non mi ordina o mi raccomanda di lasciare la mia ragazza.
— Non posso dirti quello che devi fare o quello che devi pensare. Dovresti leggere, ascoltare, vedere e trovare la decisione. — mi dice — Prima di tutto devi autovalorizzarti, conoscere te stessa.
Cosa servirebbe se di dicessi altro? Sei informata. Sai quello che il Papa dice in merito. E non cambierà nulla quando cambieremo il Papa.
— Padre, già sono al corrente di quello che dice il Papa, e non mi piace quello che dice. Io con la mia fidanzata mi sento bene, sono felice, innamorata. Il Papa fa in modo che tutto questo si veda come un’aberrazione. Com’è possibile che una cosa tanto bella come l’amore che proviamo, possa essere considerato tanto male?
— Chiaro, perchè questo è come l’uomo che dice: “Preferisco la vicina a mia moglie “, e questo lo fa sentire bene. O come un bambino che dice che gli piacerebbe essere Cristiano Ronaldo, o come lo zoppo che vorrebbe non esserlo… Ma queste cose non possono capitare. La vita non è quella che uno vorrebbe vivere. Tutti quanti provano pigrizia ad alzarsi per andare al lavoro e vorrebbero ricevere un assegno tutti i mesi senza doversi alzare presto. Non si vive di voglie.
— Pensavo fossimo qui per essere felici. Per cercare la nostra felicità. Io sono lesbica, mi fa felice e non posso evitarlo.
— Uno non può essere omosessuale ed essere cattolico o credente e vivere una vita nella fede, non ci sono scusanti. Conosco omosessuali, che sono cattolici, che hanno deciso di rinunciare alla propria omosessualità e sono sposati, con moglie e figli, e sono felici di aver intrapreso il cammino corretto. Alla fine dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Anche tu devi assumere la tua in accordo con quello che credi e conosci e hai udito e letto. L’uomo del quarto piano, non mi può dire: “Il fatto è che io preferisco vivere con la mia vicina, dato che sto bene con le, sono più felice”. Allora…
Non mi assolve dal mio “peccato”. Mi chiede di pensarci su e ritornare a confessarmi, che mi prenda del tempo. Prima di andarmene mi ricorda che, nelle mie meditazioni, io tenga presente che il Papa è l’unico che non mi inganna. Però quasi non lo ascolto, non posso togliermi dalla testa tutti i gay e le lesbiche che non possono essere felici perchè credono alle storie della Chiesa, le storie che non possiamo fare nella vita ciò che preferiamo fare.
Sesta stazione: L’amore vero, è solo accanto ad un uomo.
L’ultimo sacerdote appartiene all’ordine dei cappuccini. Siamo in piena Settimana Santa, le coscienze dei cattolici sembrano rivoltarsi e, per la prima volta, mi tocca fare una coda di più di sette persone per confessarmi.
— Devi pensare: E’ giusto? E’ veramente naturale?”. Questo non è naturale. Sei sicura di amare veramente il Signore? Se lo ami e vuoi amare questa donna in modo sano, parlane con lei, chiedile: “Possiamo essere amiche?” Se non è possibile, allora niente, devi lasciarla andare, perchè non è un bene per voi e neanche per la società.
— Ma Padre, per quanto riguarda l’amore? La felicità?
— L’amore vero, è solo accanto ad un uomo.
— Però Padre…
— No, questo piacere che senti non è buono. Non è naturale. Ci sono nature che sono deviate, non sappiamo il motivo. Potrebbe essere un difetto; non sei colpevole di questo, ma devi evitarlo. Dio ti perdonerà. Sei come l’adultera del Vangelo. Gesù la perdona ma le dice: “Vai, ma non farlo più “. Dio ti perdona ma non farlo mai più.
Il mio esperimento termina lasciandomi una sensazione scomoda nell’anima. Non sono un mostro, però mi fanno sentire come tale. Non sono malata, però ho una devianza come quella dei pedofili, degli assassini e degli stupratori. La mia vita, il mio cuore e il mio corpo nemmeno mi appartengono. Non devo cercare la felicità e neanche sapere dove si dirigono i miei sentimenti, a meno che non li esprima, che li tenga per me.
I risultati del mio esperimento mi disgustano e mi fanno tristezza. Ma non per me, per coloro che recepiscono e ingenuamente credono a questi messaggi della Chiesa.
Testo originale: Padre, he pecado. Soy lesbiana