La difficile unità dei cristiani
Riflessioni di Agnès Adeline* pubblicate sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 19 novembre 2020, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Secondo la definizione di un dizionario, l’unità è la caratteristica di ciò che forma un tutto sostanziale e coerente. Grande è il ventaglio dei sinonimi: unanimità, accordo, uniformità, convergenza, consenso, armonia, affinità, equilibrio, tutti risultati della costruzione di una relazione.
Ogni anno, dal 18 al 25 gennaio, i cristiani pregano per la loro unità. Cosa fa l’unità dei cristiani? Forse la complementarietà, la complicità, o la gioia di fondersi in un progetto comune.
Da molti anni, però, le relazioni ecumeniche danno un’impressione di stagnamento, almeno a livello istituzionale. L’unità stenta a vedere la luce, ed è troppo spesso associata a un desiderio di uniformità, se non di recupero di chi sbaglia, generando inquietudini.
L’unità non potrà mai cancellare le specificità delle nostre identità confessionali: le Chiese, specchio dell’umanità, sono irriducibilmente plurime.
L’unita per la quale i cristiani pregano e operano è da incoraggiare senza riserve, per testimoniare la difficile lotta contro gli odî e, attraverso l’incontro e il dialogo, la vittoria sulle divisioni. Quest’unità può essere una forza positiva per vivere insieme in una società segnata dalle disparità e dalle rivalità.
Questo ci invita urgentemente a cambiare l’oggetto della nostra preghiera, ma anche la nostra mentalità e la nostra riflessione teologica. Rendere grazie per la ricchezza delle nostre diversità e celebrare senza paura il pluralismo delle nostre convinzioni è un modo intelligente di lottare contro l’oscurantismo che minaccia il nostro mondo.
* Agnès Adeline è pastora della Chiesa Protestante Unita di Francia e cappellana al carcere femminile di Versailles.